Ma quest’uomo è svedese? Sua mamma Yurka è croata. Suo papà Sefik è bosniaco. Ma Zlatan Ibrahimovic è nato a Malmoe. Forse è vissuto troppo in Italia dove è stato ricoperto di oro per la sua indubbia capacità calcictica. Venti anni in Svezia non sono bastati a fissargli nel carattere la passione dei diritti civili, il rispetto per il mondo femminile, il rifiuto della discriminazione. Per questo quando litiga con qualcuno non riesce a tenere a freno i luoghi comuni del sessismo più banale che gli partono dal cuore e gli sgorgano dalla bocca senza passare per il cervello. Due domeniche fa se l’è presa con l’inviata di Sky Vera Spadini colpevole di avergli rivolto una innocua domanda giudicata dalla svedese Zlatan troppo impertinente. E come ha reagito? Secondo la Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera, le ha rivolto una frase così sciocca che sembra presa dall’armamentario maschilista dell’altro secolo: “Vai a casa a cucinare”.
Non è la prima volta. In Internet potete ancora ascoltare che cosa disse ad una giornalista spagnola, Laura Lago, che gli aveva mostrato una foto in cui era stato ritratto in atteggiamento un po’ troppo affettuoso con il compagno di squadra Piqué. “Vieni a casa mia e ti faccio vedere che non sono frocio”. Non contento ha aggiunto: “E porta anche tua sorella”. Il mondo del calcio è una repubblica a parte. Ai calciatori viene concesso tutto. Ibrahimovic ha detto una cosa orrenda, frutto di secoli di maleducazione. Per i giornalisti sportivi è “un ragazzaccio”.

[csf ::: 07:07] [Commenti]
Share
  

Due impiegati paracomunali, marito e moglie, chiedono un mutuo alla banca per costruirsi una casetta. Non hanno pendenze e debiti. La banca dice no. Un piccolo commerciante vuole arricchire la sua enoteca di un nuovo banco frigo. Dà in garanzia il negozio e la sua casa. La banca dice no. Il titolare di una piccola impresa di dieci dipendenti che va bene ma è in crisi di liquidità perché la società pubblica per la quale lavora non paga chiede un anticipo alla banca. Ma la banca dice no. Il titolare di una piccola azienda di 4 dipendenti chiede che la sua esposizione sia rateizzata. Ma la banca dice no. Un piccolo imprenditore vuole aprire un’azienda che darà lavoro a 6 persone. E’ disposto ad investire 250 mila euro ma ha bisogno di altri 130 mila euro che chiede alla banca. La banca dice no. Testimonianze raccolte da Repubblica.it. A che cosa servono le banche? Perché la Banca europea ha dato loro tanti soldi a tassi bassissimi e loro non li prestano a chi ne ha bisogno per rilanciare l’economia italiana? Le banche uccidono le imprese e frenano lo sviluppo. Forse approfittano del fatto che al governo ci sono un sacco di banchieri e di ex banchieri. Tutti sobri e sobriamente amici dei banchieri. Bertold Brecht diceva che rapinare una banca non è così criminale come fondarla. E anche Giulio Tremonti, nel suo piccolo, ha detto che a volte sono le banche a fare le rapine. Ma le banche sono più che criminali. Sono estranee al genere umano.

[csf ::: 07:10] [Commenti]
Share
  

Che noia. Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento, ma speravamo di sbagliarci. Umberto Bossi, dopo aver votato tutte le leggi ad personam possibili, dopo aver difeso Berlusconi oltre il difendibile, e sempre per un piatto di lenticchie, ora scopre che Berlusconi è come Mussolini. Ricomincerà con tutto il suo repertorio di offese nel quale si distinse già ai tempi del ribaltone quando arrivò a definire il suo ex alleato “il mafioso di Arcore”? Solo i cretini non cambiano idea, dicono sempre quelli che cambiano idea. Io una volta mi ero specializzato in interviste sul tema dei voltagabbana. Credetemi: ne ho sentite di tutti i colori. Ma sentire Bossi che dice che Berlusconi è come Mussolini mi fa venire il latte alle ginocchia, come avrebbe detto mia nonna. Quello che mi ha sempre disturbato dei voltagabbana non è tanto il fatto che cambino idea. E’ che lo fanno con disinvoltura, come se niente fosse. Non si giustificano, non chiedono scusa. E cominciano ad insultare i loro precedenti compagni di percorso. Fino alla successiva mossa. Quando diranno che non è vero niente, che sono stati capiti male, che il loro pensiero è stato travisato. Bossi dirà che Berlusconi non è mafioso, non è fascista e che lui non ha mai pensato cose del genere. E che lui è un alleato fedele e leale del Cavaliere. E poi un giorno cambierà idea e dirà che è come Pol Pot. E poi un giorno dirà che non è vero, che il suo pensiero è stato travisato. E poi un giorno…Che noia.

[csf ::: 06:52] [Commenti]
Share
  
Cerca
Tutte le mosche
Archivio Cronologico
chemist online