Il massacro di Parigi dal punto di vista mediatico è stato una manna. I giornali hanno riempito le loro pagine per giorni perché gli argomenti sollevati erano tantissimi. Il terrorismo, la religione, la guerra, l’islam, il medioriente, il giornalismo, i limiti della satira, la libertà di opinione, la violenza. E’ c’è stata tanta confusione. Dopo tanti giorni vorrei provare ad isolarne uno solo, con calma. La libertà di satira. In Italia c’è stata quasi unanimità. La satira deve essere libera. E non deve avere limiti. Sono stati tutti d’accordo. Giornali che mai avrebbero pubblicato vignette contro la religione, reti televisive che hanno fatto della censura il loro cavallo di battaglia, direttori che hanno respinto al mittente quintalate di disegni satirici, editori che hanno licenziato per molto meno fior di autori di satira, politici che li hanno inondati di querele, si sono scoperti paladini della satira e della sua libertà senza limiti. Sarà bello vedere come si comporteranno alla prima occasione in cui dovranno decidere se la libertà va assicurata alla satira solo quando colpisce gli avversari oppure anche quando è rivolta a loro. Perché non è vero quello che diceva Martin Luther King che la mia libertà finisce dove comincia la tua. In realtà la mia libertà finisce quando comincio a parlare male di te. E’ una vecchia barzelletta. L’americano dice al sovietico: da noi c’è la libertà. Io posso parlar male di Obama e nessuno mi dice niente. Il russo: anche da noi c’è libertà. Se io parlo male di Obama nessuno mi dice niente.

[csf ::: 19:07] [Commenti]
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