- 29 Marzo 2016
Una cantante famosa, un critico famoso e il conduttore di una famosa trasmissione radiofonica. La cantante famosa, invitata nella trasmissione radiofonica famosa, dice che i morti causati dall’Isis si equivalgono con quelli causati dai droni. Dice esattamente: «Loro ammazzano noi e noi ammazziamo loro…i nostri morti per i loro». Dice anche: “Questo è il risultato dell’andare in giro per il mondo a destituire presidenti, a metterci nelle condizioni di farci odiare». Opinione audace ma non nuova. Due giorni dopo, il critico famoso le dedica un editoriale molto cattivo sulla prima pagina di un quotidiano famoso. A questo punto la cantante famosa scrive sulla sua pagina Facebook. Attaccando. Attaccando chi? Il critico famoso? No, il conduttore della trasmissione radiofonica famosa. Lo accusa di avergli fatto domande sui fatti di Bruxelles mentre lei voleva parlare solo dei David di Donatello, di averla portata sul suo terreno, di averle fatto dire cose che non aveva intenzione di dire. Lo accusa perfino di non essere famoso tant’è che non lo conosce per niente. E poi riprende a parlare di terrorismo e di bombardamenti, ripetendo le stesse cose. Mi chiedo: perché la gente, anche quella di cui io sono un fan appassionato, pur essendo abituata a comunicare, dice le cose e poi le smentisce usando le stesse parole che vuole smentire? A proposito: la cantante famosa è Fiorella Mannoia, mia passione, il critico famoso è Aldo Grasso, mio collega su questo giornale, la trasmissione famosa è “Un giorno da pecora”. Il conduttore non famoso è Giorgio Lauro, mio amico. Una questione in famiglia.