Che succede se uno studente non studia? Secondo Roberto Volpi , preside dell’Istituto d’Arte Bernardino di Betto di Perugia, è un dramma. Come dargli torto? Già vedo il dramma di una famiglia che si svena per far ottenere uno straccio di diploma al proprio figlio e non ottiene il minimo risultato. E il dramma di un giovane che finirà per accontentarsi di un lavoro purchessia tradendo le proprie iniziali aspirazioni. Ma per il presidente il dramma è un altro. Essendosi accorto che molti, anzi troppi studenti della sua scuola avevano avuto valutazioni insufficienti, ha avuto paura che la situazione generasse e mettesse in crisi il suo istituto. E ha scritto una circolare invitando i suoi professori ad essere più larghi nei voti per evitare “conseguenze disastrose sugli organici e sulla sopravvivenza stessa dell’istituto”. Stupendo. Il problema non è il futuro dei discepoli ma il futuro dei discenti. Promuovi tutti e il tuo posto di lavoro è salvo. La logica è quella stringente di mercato. Se un’azienda non funziona, viene chiusa. Se il bilancio è in rosso, si portano i libri in tribunale e si dichiara fallimento. Scuola, maestra di vita

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