Anche questa, come tutte le elezioni, è destinata a finire nel dimenticatoio degli archivi. Ma anche questa, come tutte le elezioni, lascia qualche piccola traccia nella memoria di ognuno di noi. La traccia che lascia in me è quella dell’arroganza dei politici visibile proprio nel momento in cui tutti si stracciano le vesti in nome della trasparenza, dell’onestà, del rispetto degli elettori e del politicamente onesto. Prendete Gianfranco Fini. Un paio di settimane fa si è presentato ad un comizio a Palermo. Si aspettava folle oceaniche, transenne a contenere l’entusiasmo di nuovi e vecchi fans ed è rimasto deluso. A volte anche gli insuccessi sono utili. Avrebbe potuto meditare sul futuro, avrebbe potuto chiedersi se i comizi hanno ancora un senso, avrebbe potuto indagare se l’offerta della sua coalizione fosse allettante. Avrebbe potuto fare buon viso a cattivo gioco galvanizzando i presenti e dicendo loro: “Andate e moltiplicatevi”. Invece che cosa ha fatto? Ha strapazzato i due organizzatori della manifestazione, i coordinatori provinciali e regionali del suo partito ed ha accettato prontamente le loro dimissioni, colpevoli come erano stati di non aver organizzato l’arrivo massiccio di truppe cammellate. Sia chiaro il messaggio: i dirigenti dei partiti non devono attivare il consenso, devono riempire le piazze, con tutti i mezzi. Mi ricorda il Ventennio.

[csf ::: 11:21] [Commenti]
Share
  
Cerca
Tutte le mosche
Archivio Cronologico
chemist online