Leggo l’agghiacciante frase di Massimo D’Alema sull’Unità: “Siamo l’unico Paese al mondo in cui leggendo su un giornale di proprietà della famiglia del premier la trascrizione illegittima della intercettazione telefonica di un leader dell’opposizione, anziché scattare su e denunciare lo scandalo, l’attentato alla democrazia, si discute del contenuto della telefonata”. Il presidente, come al solito, se la piglia con i giornalisti. Se un giornale pubblica la registrazione di una telefonata, il problema non è che cosa si dicono i due telefonisti – che ci frega – ma il fatto che la pubblicazione è illegittima. Sembra di ascoltare Berlusconi e Previti. Se la strada è quella del collegio difensivo di Forza Italia-Publitalia-Fininvest io già intravedo la prossima mossa di D’Alema: si tratta di un complotto dei giudici comunisti.

[csf ::: 08:44] [Commenti]
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Fabrizio Rondolino sulla Stampa esamina il rapporto fra D’Alema e la barca. L’Ikarus di D’Alema, dice Rondolino, è rimasto impelagato nel moralismo guardone. Scrive su Vanity Fair: centinaia di migliaia di italiani hanno una barca, ma solo quella di D’Alema fa scandalosa notizia. Rondolino è un signore molto snob. Usa la parola “barca” come i veri signori per indicare yacht di 20/30 metri. Lo fa perché è ora di finirla di usare parole inglesi quando abbiamo tanto bene le corrispondenti italiane. Ma io voglio dargli una mano. Quello che dispiacque agli italiani non fu il mero possesso della barchetta, quanto il tremendo servizio fotografico che diffuse l’immagine del leader quasi maximo al timone neanche fosse Gianni Agnelli. Rondolino dovrebbe ricordare quel servizio: lo aveva inventato e realizzato proprio lui.

[csf ::: 08:37] [Commenti]
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Che faccia il saluto romano il calciatore della Lazio Paolo Di Canio è quasi scontato per uno che sul bicipite ha tatuata la parola “DUX”. Ma che il saluto romano lo faccia Antonio Filoni, 38 anni, tesserato e militante di Rifondazione Comunista comincia ad essere interessante. Il mio non era un saluto romano ma laziale”, ha detto Antonio Filoni affrontando coraggiosamente il ridicolo. Rifondazione Comunista ha fatto il minimo sindacale: l’ha espulso. Lui si è sorpreso: “La fede calcistica è più forte di quella politica. Io gioco ancora con le figurine!”. Ah bè, ma allora la cosa cambia. Bastava dirlo prima. A questo punto rivolgo una preghiera al compagno Bertinotti. L’infante sia perdonato e iscritto d’ufficio all’asilo di Rifondazione. Ma qualcuno a questo punto lo scriva sui libri di storia che Mussolini faceva il saluto laziale.

[csf ::: 08:29] [Commenti]
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Capita anche di accendere la televisione di mattina e scoprire un Luca Giurato sgargiante in tutte le sfumature tra il giallo e l’arancione. Accanto a lui la coconduttrice intervista una signora che racconta serissima che lei parla con i genitori morti che spesso guardano la televisione insieme a lei. Luca segue la cosa con interesse. Alla sua destra tale Biondi, presentato come “giornalista scientifico”, conferma che queste cose succedono spesso, come dire che ce ne sono molti di genitori morti che guardano la televisione insieme ai figli. Luca, sempre più arancione, segue con sempre maggiore interesse. Solo alla fine chiarisce che lui non è d’accordo e che però, quando si tratta di fare informazione, non può tirarsi indietro. Mente. Non ha fatto informazione. Si è dimenticato di chiedere quali programmi vedono i genitori morti. Probabilmente “Uno mattina”.

[csf ::: 09:26] [Commenti]
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