Domenico Fisichella era uno dei pochi esponenti della destra postfascista non del tutto invisi alla sinistra. Non si esprimeva in modo rozzo, esternava pensieri compiuti, non insultava gli avversari politici, dimostrava una certa cultura. Tutte cose che dovrebbero essere normali per un politico. Ma nel suo caso erano bastate per farlo diventare un fenomeno singolare nella fauna della destra italiana almeno finché non era inciampato nell’incidente del presunto gay, quando licenziò un suo collaboratore perché era stato fotografato in una delle tante manifestazioni di orgoglio omosessuale. Era subito tonfo nella considerazione dei suoi avversari-ammiratori. Ma oggi, sorpresa, tocca leggere che Fisichella abbandona Gianfranco Fini diretto, guarda un po’, verso sinistra. E per spiegare la sua decisione in fondo un po’ tardiva, dichiara: “Avevo il dovere di sopportare questo calvario fino alla fine…e ho preso dolorosamente le distanze da An”. Per favore, non fatemi soffrire Fisichella.

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