- 6 Settembre 2006
Aveva ragione l’ex ministro Maurizio Gasparri. Quelle erano liste di proscrizione. Via Mimun? Via Mazza? Via Del Noce? Via Massaro? E perché? Avevano fatto male o semplicemente non facevano parte della coalizione che aveva vinto le ultime elezioni? Dicevano i ragazzi della Casa delle Libertà che era in corso un vero e proprio assalto alla diligenza. Dicevano che la sinistra voleva mettere i suoi uomini nei posti occupati dagli uomini della destra. Uomini della destra che tutti ricorderanno furono messi lì non perché erano graditi alla destra ma perché erano i più bravi di tutti. E poi, questa lista di proscrizione, questi bigliettini con i nomi che giravano in Rai. Che volgarità. Volete mettere con l’eleganza con la quale il ministro Gasparri, in diretta su Telelombardia, fece mettere in fila su una lavagna uno dopo l’altro i nomi della gente da cacciare dalla Rai?
- 30 Agosto 2006
Adesso lo sappiamo. Walter Veltroni è a disposizione. Lo ha detto ufficialmente e pubblicamente a Cortina d’Ampezzo. Nel 2011, quando scadrà il suo mandato di sindaco di Roma, non esclude un suo impegno alla guida del Paese. Noi siamo tutti felici, lo dico senza ironia. Roma è cambiata da quando Veltroni è il suo primo cittadino. In meglio. Molto. Io stesso avrei preferito lui alla guida della coalizione che ha affrontato e sconfitto Berlusconi. Con lui il centro-sinistra avrebbe vinto con più chiarezza e decisione. Ma sono un po’ turbato da alcune condizioni che Veltroni ha messo per candidarsi. Primo: elezione diretta del premier. Secondo: maggiori poteri al primo ministro. Perché? Perché non vuole passare il suo tempo a mediare. Ma la politica non è la scienza della mediazione? E soprattutto: di Berlusconi non ce n’è bastato uno?
- 19 Agosto 2006
Regola elementare di deontologia professionale dice che un giornalista non deve parlare dei suoi casi personali. Ma io devo raccontarvi che ieri sono stato a comprare il pane e c’era una fila lunghissima. Ebbene, “ho aspettato pazientemente il mio turno, senza sollevare alcuna obiezione e senza pretendere un trattamento di favore”. Ho messo in luce “lo stile”, “la buona educazione”, “la signorilità” che da sempre contraddistinguono i miei comportamenti. “Come un semplice cittadino”, “armato di pazienza”, “senza tirare fuori i titoli, “senza sollevare alcuna obiezione all’attesa, “senza pretendere un differente trattamento rispetto agli altri” ho atteso di essere servito, scevro come sono da “prepotenze o favoritismi”. Mi chiedo come mai l’ufficio stampa di Renato Schifani si sia dimenticato di segnalare all’Italia che anche io comporto come il capogruppo di Forza Italia.
- 10 Agosto 2006
Quelli che il calcio, da Moggi a De Santis, da Carraro a Della Valle, sono stati puniti in prima istanza e perdonati in appello. Va bene così. Non mi metterò a fare il forcaiolo. Lascio che il calcio si affossi da solo senza il mio contributo. Ma una cosa va detta. Il giorno dopo la sentenza uno dei giudici sportivi, Mario Serio, ha sentito il bisogno di giustificare l’atteggiamento sostanzialmente innocentista della Corte: “Abbiamo cercato di interpretare il sentimento collettivo della gente: la vittoria ai mondiali, le rivolte di piazza contro le condanne dure, i sindaci che appoggiano le squadre colpite, il dibattito bipartisan sul perdono, l’indulto in Parlamento”. Ah, è così che funziona? Ora ho capito, bastava dirlo: un trionfo internazionale, un amico sindaco, una lobby parlamentare e via ragazzi, si va a fare una bella rapina!
- 27 Luglio 2006
In questo spazietto settimanale dedicato alle mie idiosincrasie ho evitato finora di prendermela con Luciano Moggi. Non che le sue telefonate non mi facessero saltare la mosca al naso. Ma lo vedevo affranto, trattato male da tutti, alla ricerca della sua anima rubata. Così ho lasciato perdere. Ora che lo vedo di nuovo pimpante e voglioso di vendette, mi sembra giusto prestare attenzione alle sue frasi. L’ultima: “L’arbitro Paparesta? Non c’è stato sequestro. Io ho solo dato un leggero mezzo giro alla chiave che era nella toppa”. Come dargli torto? E che sarà mai? “Un leggero mezzo giro”. Assassini di tutto il mondo, attenzione. Moggi vi ha dato una linea di difesa infallibile. Basta che diciate: “Non c’è stato omicidio. Ho solo fatto una leggera mezza pressione sul grilletto della pistola”. Era meglio Moggi senz’anima.
- 18 Luglio 2006
E’ proprio vero che la Dc non muorirà mai. La Dc è quel partito i cui membri possono dire qualsiasi cosa sostenendo di dire il contrario. Esempio: Enrico Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio, mica bruscolini. All’assemblea federale della Margherita, dice: “Dobbiamo allargare questa maggioranza. Non possiamo pensare di durare cinque anni con i voti dei senatori a vita. Serve una forte azione di convincimento verso i settori moderati”. Tutti si scatenano. Il centro-sinistra ammette che non ha i numeri per governare? Siamo alle soglie della crisi? Aveva ragione il Cavaliere quando diceva che l’Ulivo aveva perso le elezioni? Ecco quindi, pronta, la continuazione nel Letta-pensiero: “La maggioranza è autosufficiente, ha dimostrato di esserlo in ogni momento”. Ma allora? Letta, e pensare un po’ di più prima di parlare?
- 12 Luglio 2006
Qualcuno sosteneva che il potere di Francesco Cossiga derivava dalle sue conoscenze. Essendo stato ministro degli Interni e presidente delle Repubblica gli veniva attribuito l’accesso a informazioni riservate che avrebbe poi continuato a sfruttare. Oggi sappiamo che non è vero. Cossiga parla tanto per parlare. Come diceva mia nonna “apre bocca e gli dà fiato”. Dopo la capocciata di Zidane a Materazzi ha scritto a Chirac scusandosi “come italiano, democratico e cattolico … per le volgari offese, anche di carattere razzista” rivolte da Materazzi a Zidane… che ne ha determinato una dura e giusta reazione da uomo d’onore”. Non contento ha fatto una interpellanza gettando fango sui giornalisti Travaglio e D’Avanzo sospettati di essere nel “libro paga” del capo della Polizia Gianni De Gennaro. Così il presidente emerito della Repubblica. Emerito cosa?
- 6 Luglio 2006
Nicola Latorre era uno dei Lothar, gli uomini dello staff di D’Alema. Come Velardi, come Rondolino. Tutti calvi, come Lothar, appunto. Tutti comunisti ma comunisti un po’ speciali. Rondolino aveva avuto l’idea di mostrare D’Alema skipper al timone del suo veliero. Velardi quando ha smesso di occuparsi del lider maximo ha aperto società di consulenza elettorale che curano gli interessi di tutti, anche di candidati di Forza Italia e di An. E Latorre? Nella bella intervista di Vittorio Zincone sul Magazine racconta con orgoglio che spara agli uccellini, che si fa fare vestiti su misura, che si giocava a poker i soldi del Pci. I Lothar: gli uomini che si inventarono il risottino dalemiano da Bruno Vespa. Rivendica Latorre che la famosa cena del risotto, quella originale, avvenne a casa sua. Una cosa va riconosciuta ai Lothar. Non dicono bugie e non si pentono di niente.
- 21 Giugno 2006
Il re è nudo. E’ nudo anche il principe. Era nudo Ricucci. Erano nudi Fazio e Consorte. Nudi Moggi, Pairetto, Bergamo. Nudo Sottile. Nudi. Ore di intercettazioni li consegnano nudi alla pubblica riprovazione. Ma si scatena l’esercito degli ipergarantisti: “E’ uno scandalo”. Certo che è uno scandalo. Mai in Italia si era vista una vergogna simile: mai avevamo toccato con mano l’abisso morale di molti suoi dirigenti. Alt, la vergogna non è quella, la vergogna è l’intercettazione. Dice a Matrix Massimo De Santis, arbitro, uno dei più compromessi, sembra, dopo le indagini di Borelli sullo scandalo del calcio: “Comprare gli atti (giudiziari, ndr) in edicola è stata una delle pagine più brutte d’Italia”. Insomma: ho visto dal buco della serratura un uomo uccidere un bambino. E l’assassino mi dice: “Vergogna: non si guarda dal buco della serratura”.
- 16 Giugno 2006
Proposta di Antonio Polito, ex direttore del Riformista, appena eletto al Senato: una commissione di inchiesta sulle intercettazioni telefoniche. Subito si sono precipitati a firmarla molti altri senatori, da Gavino Angius dei Ds a Marcello Dell’Utri di Forza Italia, 40 su 322. Il partito trasversale nasce e si sviluppa ogni volta che sorge all’orizzonte una proposta di legge corporativa. Enzo Bianco, della Margherita, dichiara: “Quella delle intercettazioni è una vera emergenza nazionale, dobbiamo intervenire”. Proprio così, ha ragione Bianco. Emergenza nazionale non è il marcio che invade l’Italia, dalle banche al calcio, ma sono le intercettazioni, del tutto legittime, che questo marcio scoprono e contribuiscono a combattere.
Ps. Sogno il giorno in cui un politico chieda che il suo telefono venga messo sotto controllo. Sono il solito giustizialista.