- 11 Settembre 2013
Ma dove erano tutti questi fotografi quando non c’erano i telefonini? E che fine fanno tutte queste fotografie brutte, mosse, sfocate, sgranate? Mai nella storia della comunicazione sono state fatte tante foto. E questo avviene proprio nel momento in cui la fotografia è in crisi, le agenzie chiudono, i fotografi sono a spasso. Una vecchietta cade sul marciapiede? Decine di cellulari compaiono per immortalare l’avvenimento. Solo dopo qualcuno aiuta la vecchietta. Adesso c’è anche la foto col tablet. Distinti signori girano le città realizzando foto con grosse, ingombranti e scomode tavolette che fanno assumere l’aria un po’ da deficiente. Siamo diventati tutti fotografi senza passare per la macchina fotografica. Per chi ha scoperto la fotografia in anni in cui era indipensabile l’uso della pellicola è una sofferenza vedere la quantità di scatti, la superficialità dei contenuti, l’inesistenza di uno straccio di studio preventivo dell’inquadratura e dei soggetto. Non sono un vecchietto nostalgico. E’ proprio che mi da fastidio la superficialità, la mancanza del minimo impegno. Quando vedo qualcuno che impugna una classica Nikon o magari una Leica col suo “clac clac” vorrei abbracciarlo. A me i cellulari stanno bene, ma vorrei che servissero a telefonare. Invece sono orologio, navigatore, bussola, registratore, radio, televisore, album di fotografie, avversario a burraco, juke-box, giornale, libro, casella postale. Quanto mi piacerebbe fare una telefonata con una Canon!