Cara Antonella Clerici, benedetta donna, lei mi piace. Quando l’ho vista alle prese con l’intervistatrice barbarica Daria Bignardi mi sono divertita molto. Lei era spiritosa, disinvolta, autoironica. Ho riso sentendola ripetere la splendida e sospetta gaffe di quando, invece di dire “Non so stare senza calcio”, disse “Non so stare senza cazzo”. Grazie quindi di avere inaugurato i pacchi che furono di Bonolis e di Pupo presentandosi vestita tutta di rosa come una confezione di confetti di battesimo. Lei stessa ha commentato: “Sono veramente ridicola”. Mi consenta di non essere d’accordo. Lei era splendida. Di questi tempi l’agghiacciante alternativa poteva essere Loredana Berté col suo funereo vestito da sposa di tulle nero col quale si è presentata a Sanremo. Anna Oxa, la Morticia della canzone italiana, al suo confronto sembrava Alice nel Paese delle meraviglie.

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