- 3 Ottobre 2009
Sia chiara una cosa, non c’entra niente né la destra né la sinistra. C’entra la disaffezione degli italiani per la politica. C’entra il fatto che se uno vota un politico e lo manda, ben pagato, in Parlamento, si aspetta che quel politico lavori e faccia gli interessi di chi l’ha votato. Adesso pubblico una lista. Attenti. Questi non sono più da votare. O per lo meno bisogna dire ai propri partiti di non presentarli più. O per lo meno (visto che forse, molto forse, tra loro ci sono anche persone che oggettivamente erano impossibilitati) bisogna chiedere ai loro partiti di indagare ed essere severi. Basta con le parole, passiamo ai fatti. I deputati seguenti non si sono presentati alla Camera per bloccare lo scudo fiscale come avrebbero voluto gli italiani che li avevano votati. Se gli evasori saranno premiati, è grazie a loro. L’elenco: (22 del Pd), Argentin, Binetti, Bucchino, Capodicasa, Codurelli, D’Antoni, Esposito, Fioroni, Gaglioni, Ginefra, Giovanelli, Grassi, La Forgia, Lanzillotta, Madia, Mastromauro, Melandri, Carra; (sei dell’Udc), Bosi, Ciccanti, Drago, Libé, Pisacane, Ruggeri; (uno dell’Idv), Misiti. L’Ansa è stata subissata di giustificazioni, malattie, esami clinici, missioni per conto del partito. I partiti scoprano, caso per caso, se qualcuno effettivamente stava sotto i ferri di un chirurgo oppure se si tratta di un caso clamoroso di menefreghismo. Per i menefreghisti nessuna giustificazione. Io ricordo la Levi Montalcini presente a tutte le votazioni del Senato, nonostante i quasi 100 anni, quando ce ne fu bisogno. La vergogna si spalmi sugli assenti ingiustificati. E soprattutto su Marianna Madia, la “gggiovane”, il futuro del Pd, che era a fare importanti esami clinici (prima versione) o forse aveva 39 di febbre (seconda versione). Gli esami si rimandano e con 39 di febbre si va dovunque.