- 29 Giugno 2009
L’hanno beccato all’uscita dell’autostrada Milano-Torino. Gli hanno fatto la prova del palloncino ed hanno scoperto che aveva un tasso alcolico di 0,8 mentre quello consentito è di 0,5. I carabinieri gli hanno subito ritirato la patente. Lui si è difeso bene. Ha detto: sono un sacerdote, ho detto quattro messe, ho bevuto perciò quattro volte Vin Santo. I carabinieri non ci hanno voluto sentire e il sacerdote ha annunciato il ricorso al giudice di pace. E’ già molto che non abbia detto che si trattava di un complotto di carabinieri comunisti, scusa che di questi tempi va molto. Ma mi restano alcune perplessità. La prima è: perché i giornali non hanno riportato il nome del sacerdote? Solo la Repubblica si è azzardata a mettere le iniziali, M.C.. Gli altri nulla. Solo che si tratta di un prete originario di Bologna. Roba di privacy? E se io fossi il genitore di un bambino che di tanto in tanto affido alla guida del prete beone? E’ più importante la privacy del sacerdote o la vita di mio figlio? La seconda: il vino è parte di un miracolo in quanto si trasforma nel sangue di Gesù Cristo. Non vorrei apparire blasfemo. Ma mi sembra proprio la prima volta che il sangue di Cristo causa il ritiro della patente. La terza: d’accordo, quattro messe, ma proprio Vin Santo doveva usare? Non bastava un normalissimo Novello a bassa gradazione? Va bene, non è periodo di Novello. E un semplice Grignolino?