- 13 Aprile 2005
Mi ci ero abituato al complotto comunista. Ogni volta che me lo dimenticavo arrivava Sandro Bondi a ricordarmi che l’Italia è in mano ai comunisti e che i comunisti rappresentano un grande pericolo per la democrazia. Ogni volta che si avvicinavano le elezioni mi sorprendevo a meditare su quanta miseria, terrore e morte avrebbe potuto causare il mio voto. Ogni volta che la mia coscienza aveva un attimo di debolezza tornava lui, Bondi, a riparlarmi del pericolo comunista con una veemenza che Berlusconi al confronto sembrava Gandhi. Ed ecco che l’altro giorno, improvvisamente, apro la televisione e guardando Batti e Ribatti, vengo colpito dalla rivelazione. E’ Sandro Bondi che parla, proprio lui: “Il pericolo del comunismo non c’è più”. Eh no, caro il mio Bondi, questi scherzetti non me li puoi fare. Almeno avresti dovuto dirci: da quando?