- 9 Ottobre 2012
Nel maggio del 2010 fu eletta, si fa per dire, senza un voto di preferenza, consigliere regionale della Lombardia, comodamente sistemata nel listino bloccato del candidato Roberto Formigoni. Due mesi dopo si presentò in questura per tirare fuori dai guai per conto di Berlusconi Ruby Rubacuori. Cinque mesi più tardi scoppiò il putiferio e oggi è famosa perché gestiva le olgettine, le ragazze che finanziate dal ragioniere del premier, vivevano a sbafo in via dell’Olgettina e allietavano più o meno mascherate le notti di Arcore.
Questa è Nicole Minetti. Possiamo senza alcuna titubanza ammettere che c’è una certa differenza fra la sua maniera di essere politica e qualsiasi donna del governo dei tecnici. Che so? Tra la Fornero e la Minetti c’è un’abisso. Ma c’è un abisso anche fra la Minetti e qualsiasi altro politico del partito che fu Forza Italia? E allora come mai oggi i berlusconiani vogliono che si dimetta? In parlamento siedono cento indagati, processati, condannati. E allora come mai i suoi colleghi di partito, lo stesso grande capo, lo stesso segretario, vogliono che si dimetta? Basterà che Nicole si allontani dal Pdl per ridare verginità ai berlusconiani? Giorgia Meloni e Gianni Alemanno insistono perché Nicole tolga il disturbo, ma non parlano dei mafiosi, dei corrotti, dei corruttori. Dimenticano che Berlusconi è imputato. Che Formigoni è imputato. Per reati peggiori. Perché Nicole se ne deve andare e il Celeste che è il suo mandante politico può rimanere? Nicole resisti.