- 18 Maggio 2011
C’era una volta un Paese dove bastava un quarto d’ora di celebrità per finire in parlamento e dove essere uomo o donna di spettacolo garantiva ipso facto un seggio. Successe a Gerry Scotti, a Cicciolina, a Gino Paoli , ad Iva Zanicchi. Successe a calciatori, Massimo Mauro, Gianni Rivera, e a personaggi e giornalisti televisivi, Elisabetta Gardini, Mara Carfagna, Luxuria, Lilli Gruber, Michele Santoro, Barbara Matera. Il parlamento diventava un’alternativa per vip ansiosi. Incredibile. Siamo guariti. Ornella Vanoni, la mitica, la grande, la insuperabile, a Milano si è presentata ed ha ottenuto 36 preferenze, nemmeno i parenti stretti. Cinzia Cracchi, l’amante del sindaco di Bologna che lo denunciò, causando le sue dimissioni, e rimase per settimane e settimane sulle pagine dei giornali, si è presentata a Bologna ed ha ottenuto 30 voti. Alessandro Nannini, l’ex corridore di Formula 1, si è candidato a sindaco di Siena ed ha beccato una sonora sconfitta. Antonio Pennacchi, lo scrittore fascio-comunista vincitore del premio Strega, ha presentato una sua lista a Latina ed ha ottenuto –udite udite- l’uno per cento. Vorrà dire qualcosa? E’ una deriva positiva o è solo un caso? E’ sicuramente un segno che riempie di ottimismo. Lasciatemi gioire.