- 8 Ottobre 2013
Qualcuno sostiene che il proletariato non esiste più.. Invece esiste. Sono gli operatori dei call center. Gli odiati operatori dei call center. Quelli che ci telefonano per convincerci a passare da Tim a Wind (si chiamano outbound). E quelli ai quali telefoniamo per spiegare che qualcosa non funziona (si chiamano inbound). Quelli che ci telefonano li odiamo perché ci ossessionano. Quelli ai quali telefoniamo li odiamo perché non risolvono il nostro problema. Li odiamo dimenticando che sono degli sfruttati, che guadagnano una miseria, che sono dei superprecari condannati a vita al precariato, che il loro lavoro è un martirio. Quando ho telefonato alle Ferrovie dello Stato perché per due volte mi era stato addebitata due volte la stessa cifra per lo stesso viaggio, e la cosa si ripetava ogni volta che tentavo di comprare un biglietto online, sono entrato nel kafkiano ginepraio dei call center. E’ andata avanti per un mese. Non c’era verso. Tutti gli operatori del call center di Trenitalia scaricavano le loro frustrazioni su di me e sul mio problema che veniva considerato impossibile da risolvere. Molti risolvevano il loro problema mettendo giù il telefono e lasciandomi lì come un cretino. Poi è arrivato l’angelo. Alle 11,10 del 25 settembre 2013 Francesca, operatrice A 407 (lo scrivo per la storia), ha risolto in cinque minuti tutti i miei problemi dimostrando che una vita da schiava può non distruggere la propria dignità e il senso del dovere. Dio la benedica dovunque si trovi (probabilmente in Albania).