- 29 Novembre 2008
Non dovremmo essere noi a parlare, noi che viviamo in Italia, questa nazione che contiene un’altra nazione che è lo Stato della Città del Vaticano. Non dovremmo essere noi a parlare perché tutti i giorni dobbiamo confrontarci con una conferenza episcopale che discetta di profilattici e con un pontefice che vuole imporre ai laici un’etica sessuale che può andare bene a malapena per i cattolici. Tutti i santi giorni, alcuni signori che in linea di massima non dovrebbero sapere nulla di sesso, almeno dal punto di vista pratico, tentano di imporci il comportamento che dobbiamo tenere nelle relazioni con l’altro sesso. Ma io avevo un mito, il Dalai Lama. Con quella faccia da gatto sornione, pensavo, non verrà mai ad intrufolarsi sotto le nostra lenzuola a controllare quando, quanto, perché e come. Delusione, ahimé. Ammesso che non sia una delle tante bufale che percorrono ogni tanto i viali dell’informazione, ecco la sua ultima dichiarazione: “Credo che la pressione e il desiderio sessuale siano solo una soddisfazione effimera che spesso conduce a complicazioni successive”. E fin qui ci possiamo stare. Se non si sta attenti, se non si usano profilattici, se si continua a parlar male della pillola del giorno dopo, le complicazioni successive non sono così rare. Ma andiamo avanti: “La vita coniugale causa troppi sentimenti instabili”. Tipo? Qualche esempio? “E’ naturale che l’essere umano provi il desiderio per il sesso”. E meno male che almeno su questo non si può non andare d’accordo. “Ma poi interviene l’intelligenza a far capire che certe pratiche sono dannose e a volte portano al suicidio”. Qui la faccenda si fa drammatica. A noi avevano detto che certe pratiche al massimo portano alla cecità. Caro Dalai, e provare con un buon analista?