- 28 Giugno 2007
Fermo restando che: 1) la politica è l’arte del possibile, 2) solo gli imbecilli non cambiano idea, 3) le prime due frasi sono due idiozie…
…la decisione di Walter Veltroni di candidarsi alla guida del nuovo partito ancora non nato che si chiamerà Partito Democratico si può capire solo impastando tutte le tre frasi precedenti.
Fermo restando che: 1) Veltroni è l’unico aspirante leader che dia speranza, 2) non si sentiva l’esigenza di unificare due partiti che vogliono restare separati, 3) il Pd si farà e il segretario indicato dal popolo sarà quello che si è autoindicato…
…resta da capire perché poco tempo fa Veltroni abbia detto che: 1) dopo la guida di Roma la sua esperienza politica doveva ritenersi chiusa, 2) non voleva ridurre la sua vita a una carriera politica, 3) non pensava affatto di proporsi come il futuro leader del centrosinistra.
- 30 Agosto 2006
Adesso lo sappiamo. Walter Veltroni è a disposizione. Lo ha detto ufficialmente e pubblicamente a Cortina d’Ampezzo. Nel 2011, quando scadrà il suo mandato di sindaco di Roma, non esclude un suo impegno alla guida del Paese. Noi siamo tutti felici, lo dico senza ironia. Roma è cambiata da quando Veltroni è il suo primo cittadino. In meglio. Molto. Io stesso avrei preferito lui alla guida della coalizione che ha affrontato e sconfitto Berlusconi. Con lui il centro-sinistra avrebbe vinto con più chiarezza e decisione. Ma sono un po’ turbato da alcune condizioni che Veltroni ha messo per candidarsi. Primo: elezione diretta del premier. Secondo: maggiori poteri al primo ministro. Perché? Perché non vuole passare il suo tempo a mediare. Ma la politica non è la scienza della mediazione? E soprattutto: di Berlusconi non ce n’è bastato uno?