- 13 Aprile 2016
La politica è il trionfo dell’ipocrisia. Quando un politico esprime un sentimento potete metterci la mano sul fuoco: mente. La politica è un luogo dove la verità non entra, si troverebbe in imbarazzo. Niente di male, basta saperlo. Ma quando qualcuno muore la politica diventa insopportabile. Ed esplode il cordoglio. Nei giorni scorsi è morto Gianroberto Casaleggio. Quasi tutti lo disprezzavano, moltissimi lo deridevano, alcuni lo insultavano. Lui aveva raccolto questi insulti in un libro, “Insultatemi”. Massimo Gramellini aveva scritto: “Uno che basta guardarlo in foto una volta per averne paura per sempre”. Gli avevano detto: ignorante, massone, leninista, mendicante, narcisista, stregone, cretino, qualunquista, paranoico. Le più belle cose gliele aveva dette Vincenzo De Luca, governatore della Campania: “Uno che, a 50 anni, si fa la permanente la mattina è capace di ogni delitto». Dopo la morte di Casaleggio De Luca ha detto: “Dolore e onore per una persona che ha realizzato un obiettivo che è di rilevanza straordinaria, mettendo in piedi un movimento che in qualche misura ha segnato la vicenda politica di questi anni in Italia”.
Tutti, oggi, dichiarano il loro cordoglio per la morte di Casaleggio. Il cordoglio più grosso lo ha sparato Matteo Renzi che fino al giorno prima aveva l’orticaria al solo sentire il nome di Casaleggio: “Vorrei esprimere il cordoglio mio e di tutto il governo e del Pd”. Ricordate: la parola chiave è “cordoglio”. Più grande è il “cordoglio” più enorme è il “chissenefrega”.