- 27 Ottobre 2009
Io ricordo quando da bambini si giocava a pallone. Il pallone era sempre di uno di noi, ovviamente. E succedeva che quando il padrone del pallone non era d’accordo con gli altri, si prendeva il pallone e se ne andava a casa. Troppo bello sarebbe stato trovare un padrone del pallone che dicesse: “Non sono d’accordo con voi ma giochiamo lo stesso, tutti quanti insieme, con il mio pallone”. Non succedeva mai.
E non succede mai neppure adesso. Tra gli italiani vince la forza centrifuga. La forsa centripeta non sanno nemmeno che cosa sia. Soprattutto quelli di sinistra. Una volta c’era un solo partito. Poi a Livorno diventarono due. Poi uno di quei due si scisse ancora. Poi una scissione via l’altra. Oggi, a sinistra del Pd ci sono cinque partiti comunisti. Anzi sei, visto che la scorsa settimana è partito anche il partito di Marco Rizzo, Comunisti – Sinistra popolare. Nessuno riesce a capire quale sia la differenza ideologica fra un micro partito comunista e l’altro. Anzi nessuno se lo chiede visto che sono destinati alla marginalizzazione. Ma tutti si chiedono perché. Malattia degli estremisti? Non si direbbe. Lo stesso giorno in cui Pierluigi Bersani ha vinto le primarie del Pd superando di molto la candidatura di Franceschini, è partita la scissione centrista. Per Francesco Rutelli è insopportabile l’idea di stare in un partito guidato da un dalemiano. E se ne va in cerca di Casini. Ma non volevamo il bipartitismo?