- 10 Giugno 2008
Grande, grande, grande. Vittorio Emanuele di Savoia, il re di cui potremmo andare orgogliosi se solo le cose fossero andate in maniera diversa e non avesse vinto la Repubblica. Ma chi ce l’ha un reale così? Apre bocca a fa la gaffe, sia che parli di politica che di donne. Berlusconi vuole mettere in galera quelli che fanno le intercettazioni e quelli che le diffondono? Chi meglio del nostro re mancato può commentare, lui che è stato beccato a dire zozzerie al telefono? Comincia spiegando che adesso sta attento, non dice battute goliardiche, soppesa le parole, usa il cellulare solo in Svizzera. “I giudici ti prendono dei pezzettini di frasi e poi te li montano come vogliono loro e alla fine tutta la scena viene fuori truccata”, spiega confondendo i giudici per dei registi cinematografici. Ma poi sembra pentirsi di volere la fine delle intercettazioni. Berlusconi non deve esagerare. Le intercettazioni non vanno abolite del tutto. Vanno proibite “solo per la gente perbene e non per i criminali”. Ineffabile principe ereditario! Chi decide chi è criminale? I giudici? E come fanno? Con le intercettazioni? Ma non della gente perbene. E chi decide chi è perbene? Facciamo così. Non si intercettino gli eredi al trono e ci siamo tolti il pensiero.
- 21 Novembre 2007
Della serie: “Hanno la faccia come il culo”. Un culo monarchico, d’accordo. Un culo Savoia. Ma sempre culo. Li ricordo ancora ieri piagnucolare che volevano tornare in Italia perché quella era la loro patria. Passi che il giovane non sapeva nemmeno l’italiano. Passi che il vecchio era più noto ai tribunali che alle regge. Ma piagnucola oggi e piagnucola domani erano riusciti a commuovere i cuori dolci. Io stesso mi ero convinto che avrebbero fatto meno male dentro che fuori. E loro a fare una dichiarazione dietro l’altra che se ne sarebbero stati buoni, non avrebbero disturbato. E così ottennero il permesso di rientrare. E non rientrarono. Nicchiarono un po’ tanto per farsi desiderare. Ma poi purtroppo rientrarono. E adesso battono cassa. Sono delle vittime, dicono. E fanno causa allo Stato italiano perché rivogliono i loro palazzi e i loro diademi. E vogliono anche 260 milioni per l’esilio ingiustamente patito. 260 milioni? Così poco? Perché non 260 miliardi? Perché non 260 fantastilioni? Dio! Fa’ che non incontrino un giudice rimbambito che dia loro ragione! Fa’ che qualcuno abbia il coraggio di denunciarli per lite temeraria. Fa’ che si scopra una legge con un solo articolo che dice: “Agli eredi Savoia può essere revocato il diritto di rientrare in Italia qualora mostrino di avere la faccia come il culo”.
- 10 Settembre 2006
Sono sempre stato un estimatore del nostro caro amato principe erede al trono Vittorio Emanuele di Savoia. Una volta, per uno spiacevole equivoco, egli si era da me sentito diffamato. Diffamarlo io? Ma egli è bravissimo a diffamarsi da solo. Sentite questa. Egli sa di essere intercettato e dice: “Pensa a quei coglioni che ci stanno ascoltando, devono rimanere tutta la giornata ad ascoltare, mentre probabilmente la moglie gli fa le corna”. Poi, parlando dei giudici che indagano su di lui, dice: “Sono dei poveretti, degli invidiosi, degli stronzi”. E così adesso gli stronzi gli hanno negato il permesso di espatrio. Povero principe erede al trono. Prima non lo facevano entrare in Italia. Adesso non lo fanno uscire. Coraggio, sappia che gli italiani gli staranno vicini con il loro affetto e la loro comprensione. Nun ce lassà, Vittò.