- 13 Settembre 2011
Deve fare un passo indietro, lo dicono tutti, ma Lui di fare un passo indietro non ne vuole sapere. Glielo chiedono gli avversari politici, Bersani, Di Pietro, Fini. Ma ora cominciano a parlarne anche i suoi amici, anche i suoi dipendenti, i suoi alleati. Alemanno, Pisanu, Formigoni, Polverini, Tosi, Martino. Dicono che persino Confalonieri e Gianni Letta siano andati da Lui per parlarne. Solo che loro non parlano di passo indietro. Loro parlano di “exit strategy”. E’ più politico e più fine. Traduciamo: via di fuga. Sembra che l’idea sia venuta ai centristi guidati da Casini. Salvacondotto giudiziario in cambio di sparizione dalla scena politica. Traduciamo ancora: Lui se ne va, si dimette, si ritira a vita privata e gli altri rinunciano a mandarlo in galera. Interessante. Come succede spesso nelle dittature, quando il dittatore è in difficoltà e si intravedono processi a suo carico. Il dittatore se ne va e i democratici riunciano a processarlo. Ma noi non siamo una dittatura. Chi glielo dice ai giudici che Lui va assolto? Chi glielo dice che è stato raggiunto un accordo? Ma i giudici non appartengono ad un ordine indipendente? Il giorno che rinunciassero a perseguirlo solo per il fatto del “salvacondotto giudiziario” sarebbe il trionfo della sua teoria, quella del complotto delle toghe rosse.
- 3 Dicembre 2007
Pier Ferdinando Casini si è presentato al gazebo di piazza De Gasperi a Palermo dove, come in tutta Italia, si votava per decidere il nome del nuovo partito unico della destra, unico, per adesso, solo nelle intenzioni del Cavaliere. Ha preso il modulo e ci ha scritto sopra: “Buon lavoro”. Beh, mica male come nome per il nuovo partito. Ben augurante. Poi però Casini ha spiegato che non si trattava del nome ma semplicemente di un augurio. Peccato. A me Buon Lavoro sarebbe piaciuto. Meglio di Forza Italia, comunque. Sicuramente avrebbe fatto scuola. Sai quanti nuovi partitini avremmo potuto creare sull’onda trionfale di Buon Lavoro? Per esempio “Felice Notte”. E magari “Ben tornato”. E perché no, “Come va?” “Tante care cose” “Statemi bene” “Che bell’aspetto” e il migliore di tutti “Arrivederci”. Purtroppo sono solo sogni. La realtà è che Casini con i suoi piccoli democristiani è arrabbiato con il Cavaliere che vuole togliere l’acqua dove nuotano i suoi pesciolini. E intanto incassa l’adesione di Cuffaro, che non lo molla. Così Saverio Romano, segretario siciliano dell’Udc, può dichiarare trionfante:”Qui l’”effetto Giovanardi” non c’è”. Sinceramente, che cosa sia io lo ignoro. Ma vivere in un Paese dove esiste l’”effetto Giovanardi” riempie il mio cuore di speranza.