- 7 Marzo 2009
Dopo aver scritto “La Casta”, Stella e Rizzo hanno dovuto scriverne una seconda versione, con un capitolo aggiuntivo, in cui hanno spiegato che la Casta, dopo essersi scandalizzata perché esisteva la Casta, non ha fatto nulla o quasi perché la Casta smettesse di esistere. Casta Continua. Autorigenerante. I privilegi, per alcune persone, sono una seconda pelle. Non si può chiedere a nessuno di spellarsi. Noi siamo il Paese dove gente divorziata ha fatto campagna contro il divorzio, gente che ha abortito ha combattuto l’aborto, omosessuali occulti non vogliono riconoscere i diritti degli omosessuali dichiarati. La morale procede su due canali. Io e voi. Io con i miei diritti e voi con i vostri doveri. La classe dirigente continua a comportarsi come facente parte di una serie A di eletti per i quali non valgono gli inviti alla moderazione generale. In Parlamento e al governo si spiega che c’è la crisi, che bisogna stringere la cinghia, che non si può fare a meno dei licenziamenti e della cassa integrazione. Ma i propri stipendi da privilegiati restano da privilegiati, alti e corroborati da fringe benefits che da soli renderebbero ricco un operaio, treni gratis, aerei gratis, telefoni gratis, segretari gratis, uffici gratis e pochissimi giorni di lavoro reale.
Diritti miei doveri tuoi. Di fronte al fenomeno scandaloso dei “pianisti” , quei parlamentari che, sbracciandosi, votano anche per il vicino di banco, il presidente della Camera Fini ha deciso di adottare un sistema elettronico che prevede il controllo delle impronte digitali. Ma ecco che qualcuno si offende e rifiuta di collaborare dichiarando la propria indisponibilità a mettere a disposizione i propri polpastrelli. Chi? Ovvio: i leghisti (primo fra tutti Matteo Brigandì), proprio quei leghisti che vorrebbero prendere le impronte digitali a tutti gli estracomunitari. E una volta volevano perfino le impronte dei piedi.