- 22 Ottobre 2005
Giuseppe Caldarola ha un destino ingrato. Il suo cognome assomiglia talmente a quello del ministro leghista Calderoli che spesso capita di confondersi. Ma a volte le figuracce le fa da solo. L’ex direttore dell’Unità, polemizzando con Travaglio al quale dovrebbe essere vietato, secondo lui, di scrivere sul quotidiano fondato da Gramsci, ha dichiarato: “Io tanto quel giornale non lo leggo nemmeno”. Tralascio il fatto che non lo legge ma si fa intervistare. Ma vi immaginate, Dio mi perdoni, Sandro Bondi che dichiara che non legge il “Giornale”? Faccia così, amico Caldarola, lo legga almeno un giorno sì un giorno no. Fa bene alla proprio livello di democrazia leggere anche ciò che non condividiamo (si figuri che io leggo anche Paolo Guzzanti e Ferdinando Adornato, a volte). Noi in cambio ci impegneremo a non confonderla più col ministro omofobo.