- 10 Agosto 2006
Quelli che il calcio, da Moggi a De Santis, da Carraro a Della Valle, sono stati puniti in prima istanza e perdonati in appello. Va bene così. Non mi metterò a fare il forcaiolo. Lascio che il calcio si affossi da solo senza il mio contributo. Ma una cosa va detta. Il giorno dopo la sentenza uno dei giudici sportivi, Mario Serio, ha sentito il bisogno di giustificare l’atteggiamento sostanzialmente innocentista della Corte: “Abbiamo cercato di interpretare il sentimento collettivo della gente: la vittoria ai mondiali, le rivolte di piazza contro le condanne dure, i sindaci che appoggiano le squadre colpite, il dibattito bipartisan sul perdono, l’indulto in Parlamento”. Ah, è così che funziona? Ora ho capito, bastava dirlo: un trionfo internazionale, un amico sindaco, una lobby parlamentare e via ragazzi, si va a fare una bella rapina!