- 29 Novembre 2006
Botta e risposta fra Romano Prodi e Flavio Briatore. Briatore critica i “taglieggiamenti fiscali” del governo Prodi. Prodi dice che lo slogan del suo partito dovrebbe essere “Briatore, il partito dell’evasore”. Briatore dice che Prodi non sa governare. E che lui non è evasore perché non vive in Italia. Dice anche che se si presentasse alle elezioni prenderebbe più voti di Prodi. Ma poi aggiunge che non se ne parla per due anni di scendere in politica perché prima è impegnato con la Formula 1. Però… “qualcuno dovrà pur prendersi cura di questo Paese”. E perché proprio lui che non vive in Italia, non paga le tasse in Italia, non ha nemmeno una casa in Italia? Per adesso ha solo fondato il partito dei ricchi, quelli che non vogliono pagare la tassa sul lusso di Renato Soru. Per il partito di tutti, poveri compresi, dovremo aspettare due anni.
- 23 Novembre 2006
Quando Paola Binetti, senatrice della Margherita, ha visto Il padre delle spose, fiction di Rai Uno con Lino Banfi, ha avuto un coccolone. Ma come – è esplosa la senatrice – qui si parla di amori lesbici, di matrimoni omosessuali. Ma Romano Prodi lo sa? Questa fiction è assolutamente fuori della legalità e del centrosinistra, deve aver pensato la senatrice. E ha dichiarato di essere assolutamente contraria a tutto ciò perché il matrimonio omosessuale non fa parte del programma dell’Ulivo. Del tutto ignara del fatto che esiste una fondamentale differenza fra il programma dell’Ulivo e il palinsesto Rai, la senatrice Binetti sta preparando la sua prossima mossa, un attacco a “Che tempo che fa”. Il meteo non fa parte del programma dell’Ulivo. Fabio Fazio è avvertito.
- 14 Novembre 2006
Il dibattito sui limiti della satira è una delle cose più noiose del mondo. Generalmente comincia così: “La satira deve essere libera per carità. Ma c’è un limite a tutto…” La stessa cosa succede col razzismo: “Io non sono razzista. Però…” O sui gay: “Ho un sacco di amici omosessuali, non ho niente contro di loro. Ma…” Adesso c’è una variante. La satira va bene, ma non deve esagerare, deve avere valori culturali e non deve colpire preti. Luigi Bobba della Margherita infatti sostiene: “Io non dico che non si può fare satira sul Pontefice. Ma con delicatezza e rispetto”. Lo stesso padre Georg, satireggiato, dice: “D’accordo la satira, ma non quando offende uomini di Chiesa”. Diritto canonico?
- 7 Novembre 2006
Compagno Curzi, tu lo sai che cosa è il benaltrismo, vero? E’ il sistema con il quale qualsiasi problema, grave o non grave che sia, viene declassificato a meno grave perché ce ne sono altri molti più gravi. Cioé: è vero che in Italia c’è questo problema, ma ben altro è ciò di cui dovremmo preoccuparci. L’altro giorno sei diventato un benaltrista. Si parlava dell’insulsaggine del programma “Affari tuoi”, del fatto che lanciasse un massaggio diseducativo, e cioè che si possano guadagnare tanti soldi senza meritarli. Avresti potuto dire tante cose. Per esempio che non tutti i programmi debbono essere educativi. Invece hai detto: “Non mi sembra il problema principale della Rai…La questione principale è la battaglia che non abbiamo combattuto ancora tutti insieme”. Insomma: di ben altro dovremmo occuparci. Orsù, compagno, armiamoci e partiamo. Ben altro ci aspetta.
- 31 Ottobre 2006
Si chiama Corrado Passera l’uomo che, quando era alla guida delle Poste Italiane, era riuscito nell’incredibile impresa di far arrivare le lettere a destinazione in un giorno. Aveva scoperto l’uovo di Colombo. Abbandonando la posta normale, cartoline, fatture, stampe, ai lenti tempi classici, aveva creato una corsia preferenziale, aumentando un po’ la tariffa, e l’aveva chiamata “posta prioritaria”. Si chiama Massimo Sarmi l’uomo che è riuscito a vanificare il successo di Passera. Ha promosso prioritaria tutta la posta col risultato che adesso si è tornati alla lentezza di prima, o quasi, ma in compenso si paga di più. Un genio. Non contento ha deciso che gli uffici postali sono troppi e che quindi vanno chiusi quelli dei piccoli centri, cioè quelli che servono di più. Corrado, Corrado, perché te ne sei andato? E’ proprio vero, un Passera non fa primavera.
- 15 Ottobre 2006
La domenica, sì proprio la domenica, il giorno del Signore, il giorno che i timorati di Dio dovrebbero dedicare al riposo e al bene, ormai è dedicato al nuovo sport olimpico: la rissa in diretta. Ormai è un format. Prima si fa la rissa, poi si fa il dibattito sulla rissa che finisce in rissa, quindi si fa il dibattito sulla veridicità della rissa, del dibattito e in fondo della televisione tutta. Lotta continua, settimana dopo settimana. Finisce sempre con “Me ne vado”. Una domenica ho visto andarsene, uno dopo l’altro, Marina Lante, Vittorio Sgarbi, Claudio Lippi, Iva Zanicchi durante una trasmissione condotta, si fa per dire, da Paola Perego che ad un certo punto ha detto: “Me ne vado anch’io”. Dall’altra parte Massimo Giletti, in piena rissa, ha detto: “Basta, le risse le fanno a Canale 5”. Per questo potrebbe anche essere licenziato.
- 12 Ottobre 2006
L’hanno assolto. Proprio così. Un tribunale di Palermo l’ha assolto. Marcello Dell’Utri, il noto collezionista di libri antichi, inventore di Forza Italia, non è colpevole, almeno per ora, di calunnia. Noi tutti siamo felici. Lui non ci crede ma noi tutti siamo felici quando qualcuno viene assolto. Lo dico sul serio. E lui anche è felice. Ed è giusto che sia felice. Ci mancherebbe altro. Solo che lui dichiara: “Ma allora la giustizia esiste!” Ma va? E come mai la giustizia esiste solo oggi che viene assolto mentre quando veniva condannato e quando venivano condannati, o indagati, Berlusconi, Dell’Utri e Previti, si trattava sempre di un orrendo complotto organizzato dalle toghe rosse? E adesso come la mettiamo con gli altri trascorsi Dell’Utri? Li inseriamo nella cartella “Giudici comunisti” o in quella “La giustizia esiste”?
- 26 Settembre 2006
Che Emanuel Milingo, arcivescovo dello Zambia, sia ancora arcivescovo, è già una notizia. Milingo ne ha combinate di tutti i colori. Passi che faceva l’esorcista (cioè uno che caccia il diavolo da dentro i cristiani). Prima ha spostato l’agopunturista coreana. Poi ha rinnegato il suo matrimonio. Ha chiesto scusa al Papa. Si è autorecluso e autopunito a Zagarolo. E’ scappato da Zagarolo e ha fatto perdere le sue tracce. Ha fondato la Chiesa dei preti sposati. Ha ordinato quattro vescovi a Washington. Tutti preti sposati. Ma la Chiesa è grande mamma. Finora lo ha sempre perdonato. I comunisti no. Li scomunicava subito. Ai concubini vietava i sacramenti. Ma fare vescovi non sembra poi così grave. Mi chiedo: che cosa succederebbe se mi mettessi a fare vescovi anche io? Fiorenza, sei uno dei miei direttori preferiti. Ti faccio vescova.
- 20 Settembre 2006
Più sono piccoli, più puntano sulle “grandi intese”. Sergio De Gregorio, senatore dipietrista per pochi giorni, ha dichiarato che lui non sta più di qua, ma non sta nemmeno di là. Perché lui vuole il grande centro. C’è da dire che se tutti quelli che dichiarano di volere il grande centro stessero nel grande centro ci sarebbe già un grandissimo centro. Vabbè. Resta da fare una pensata sul perché questa sua insana voglia di grandi intese il Sergione non l’abbia dichiarata anche agli elettori prima che andassero al voto. Forse per amore della privacy, De Gregorio ha preferito una certa riservatezza. E forse è anche per amore di questa riservatezza che dall’alto del suo quintale e passa Sergio ha detto: “vaste fasce delle forze armate guardano con attenzione il nostro progetto di grande centro”. Ma va? Piccoli golpisti crescono. Da De Lorenzo a De Gregorio.
- 10 Settembre 2006
Sono sempre stato un estimatore del nostro caro amato principe erede al trono Vittorio Emanuele di Savoia. Una volta, per uno spiacevole equivoco, egli si era da me sentito diffamato. Diffamarlo io? Ma egli è bravissimo a diffamarsi da solo. Sentite questa. Egli sa di essere intercettato e dice: “Pensa a quei coglioni che ci stanno ascoltando, devono rimanere tutta la giornata ad ascoltare, mentre probabilmente la moglie gli fa le corna”. Poi, parlando dei giudici che indagano su di lui, dice: “Sono dei poveretti, degli invidiosi, degli stronzi”. E così adesso gli stronzi gli hanno negato il permesso di espatrio. Povero principe erede al trono. Prima non lo facevano entrare in Italia. Adesso non lo fanno uscire. Coraggio, sappia che gli italiani gli staranno vicini con il loro affetto e la loro comprensione. Nun ce lassà, Vittò.