Ricordate Alessandro Curzi? Era l’inventore di TeleKabul, era il direttore di Liberazione, cioè, mica bruscolini. Era il terrore della destra, era il fumo negli occhi dei berlusconiani. Adesso è membro del consiglio di amministrazione della Rai, scosso, si fa per dire, dalla polemica sui compensi degli artisti a Sanremo (dire o non dire quali sono i loro compensi? Ahimé, siamo ancora a questi livelli). Interviene il terrore della destra e dice: “Le retribuzioni dei dipendenti della Rai dovrebbero essere pubbliche. Per i compensi degli artisti il discorso è diverso. E’ il mercato. In questa società dobbiamo seguire le leggi del mercato”. Amici della destra, lasciatevelo dire. Smettetela di avere paura della sinistra. Potete avere paura del compagno Curzi? Non vedete come è buono? Dice le cose che dite sempre voi. Anzi, perché non ve lo prendete?

[csf ::: 15:05] [Commenti]
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In questa società mediatica in cui tutti smaniano per conquistare spazi di visibilità fa piacere constatare che esiste ancora gente riservata che preferisce rimanere nell’ombra e rifiuta il suo quarto d’ora di celebrità. E’ il caso del segretario generale della Cgil Epifani. Vittorio Feltri, direttore di Libero, condannato a morte dai nuovi terroristi, quando ha scoperto che fra i suoi aspiranti assassini c’erano anche sette sindacalisti della Cgil, aveva chiesto ad Epifani una intervista. Ma interessava veramente agli italiani sapere come il segretario della Cgil spiegava la presenza di terroristi nel suo sindacato? Ma no, diciamolo con coraggio, era solo una morbosa curiosità di Feltri. E così Epifani, il discreto Epifani, il silenzioso e riservato Epifani ha preferito il low profile e ha rifiutato l’intervista. A malincuore.

[csf ::: 15:06] [Commenti]
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I gay stanno tutti dall’altra parte. Il leader dell’opposizione, Silvio Berlusconi, non riesce a stare zitto. Apre bocca e gli dà fiato, come avrebbe detto mia nonna. Chissà che cosa voleva dire, lui. Sicuramente non era una dimostrazione di solidarietà. Voleva dire che sono tutti comunisti, la sua implacabile ossessione? Forse. Ma in questo caso non solo è stato inopportuno. E’ stato anche controproducente e superficiale. E bugiardo. Sarebbe bastata una telefonata a Franco Grillini, il presidente dell’Arci, per avere la conferma che, nel suo schieramento, di gay ce ne sono, e parecchi. Voleva essere la solita battuta maschilista? Può darsi. Siamo ancora a quel miserabile livello. Se lo lasci dire, signor leader dell’opposizione. Anche i signori sono tutti dall’altra parte. O quasi tutti. Insieme ai gay.

[csf ::: 15:03] [Commenti]
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Il ministro Giovanna Melandri ha una casa bellissima in Kenya? E frequenta la lussuosa villa di Flavio Briatore? Si capisce che queste domande non possono rimanere senza risposte perché gli italiani devono sapere. Così interviene la Stampa a confermare, poi l’Espresso e infine Chi. Sì, sembrerebbe proprio che la Melandri, in possesso di bellissima casa a Watamu, abbia risposto positivamente agli inviti di Briatore. Fine? No. Giovanna Melandri, scandalizzata, sente il bisogno di ridimensionare la sua presenza in Kenya. E’ vero, dice, ho una casa da quelle parti, ma lo faccio a causa della mia “passione e impegno per l’Africa”. Da tempo, dice “sono impegnata in un’attività di sostegno ai bambini senza casa”. Ma allora si capisce tutto. E’ evidente che la casa serve ad ospitare i bambini senza casa. E poi la sera che male c’è se li porta alle feste di Briatore?

[csf ::: 15:08] [Commenti]
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Paola Binetti è una senatrice della Margherita che due mesi or sono dichiarò scandalizzata che “Il padre delle spose”, fiction di Rai Uno, era assolutamente fuori della legalità e del centrosinistra, perché il matrimonio omosessuale di cui si parlava nella fiction non faceva parte del programma dell’Ulivo. Confondeva, allora, palinsesti Rai con programmi politici. Oggi va oltre. Di fronte a una coppia omosessuale con prole nella fiction “Un medico in famiglia”, dichiara che continuando così la famiglia normale corre il rischio di essere la grande assente della televisione italiana. La famiglia normale. Lei, la senatrice normale, la numeraria dell’Opus Dei, che nell’intervista a Vittorio Zincone, sul Magazine, si è lasciata andare con passione all’elogio del cilicio. Di questi tempi, i senatori, anche quelli normali, sono molto coccolati.

[csf ::: 11:17] [Commenti]
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Un elegante balletto, un sofisticato intrattenimento, un simpatico incontro all’insegna di un eloquio ricercato e di un dibattito di alto livello. Ecco come sta diventando, pian piano, il pomeriggio della buona domenica sotto la guida, si fa per dire, di Paola Perego. In effetti Nina Moric, Maurizio Corona, Elisabetta Gregoraci, Massimo Maffei, Stefano Bettarini, Sara Varone sembravano dei baronetti alla corte della Regina d’Inghilterra che sorbendo un tè discutevano del deprecabile peggioramento dei costumi anglosassoni. Il giorno dopo, i quotidiani, togliendo giustamente spazio alla situazione internazionale, dedicavano lunghi articoli all’interessantissimo e delicatissimo scambio di vedute fra i tre gentiluomini e le tre gentildonne. Un unico difetto, inevitabile. Ad un certo punto la trasmissione è finita.

[csf ::: 11:21] [Commenti]
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Roma. Forum dello spettacolo. Moni Ovadia, Alessandro Haber, Antonio Albanese, Ugo Gregoretti, Bebo Storti e molti altri, tutta gente che si presume abbia votato questo governo, approfitta dell’occasione per ricordare ai ministri che sì, li hanno votati, ma che il voto come si dà si toglie e che se si è eletti da gente di centrosinistra bisogna fare cose di centrosinistra. Insomma: vi abbiamo votati ma vigiliamo. E voi non deludeteci. Sul palco Francesco Rutelli. Apre la bocca e dice: “Tenete conto che abbiamo ereditato una situazione disastrosa”. Ma va? Tutti quelli che vanno al governo hanno la prima dichiarazione in automatico: “Chi ci ha preceduto ha fatto degli sfracelli”. Chi li ha preceduti ha lasciato in eredità non solo il disastro, ma anche la prima dichiarazione, pronta, sulla scrivania: “E’ uno schifo, avete ragione, ma chi ci ha preceduti…”

[csf ::: 09:47] [Commenti]
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Ha dato tantissimo. Ma ha preso anche tanto. Ha preso la nostra attenzione tutte le volte che ha annunciato uno sciopero della fame e della sete. E noi questa attenzione, tutte le volte, non si sa perché, gliela diamo anche se i suoi scioperi non impressionano più nessuno e si sovrappongono pesantemente ai motivi della protesta fino a farli scomparire. Marco Pannella è riuscito a spolettare una forma di protesta che nel mondo ha anche raggiunto effetti drammatici. Ci è riuscito sia con l’inflazione che con il ridicolo come quando ha lanciato scioperi a staffetta, oggi non mangio io, domani non bevi tu, dopodomani non mangia lui. Una volta, se non ricordo male, Michele Serra scrisse: Marco, non ti capisco più. Considerazione che faccio mia. La settimana scorsa Filippo Facci ha scritto provocatoriamente: “Faccia lo sciopero delle sigarette, se ne è capace”. Faccio mia anche questa.

[csf ::: 08:29] [Commenti]
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“Non sono pallosa come si pensa”. Irene Pivetti, la donna che fu boy scout da bambina, che fu vandeana da giovinetta, che fu leghista da giovanotta e che fu, soprattutto, presidente della Camera da signorinetta, ha paura che la gente la consideri pallosa. Lo ha dichiarato al Corriere della Sera per giustificarsi di essere entrata nella scuderia di Lela Mora. Eccesso di difesa. Nessuno la considera pallosa. Da quando ha assunto il look dark-punk, abbandonando il tailleur-foularino-Hermes, fasciandosi di cuoio borchiato e soprattutto da quando si è messa a parlare di chirurgia plastica insieme a Platinette, l’ultima cosa che ti viene in mente guardandola, è che sia pallosa. L’altro giorno, davanti a Montecitorio, l’ho incontrata e non l’ho riconosciuta. Un amico me l’ha indicata e ha detto: “Guarda la Pivetti”. Ed io: “Ma va? Veramente? Quella pallosa?”

[csf ::: 06:59] [Commenti]
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Aida Yespica ha 24 anni, è venezuelana, ha partecipato all’Isola dei Famosi, è una gran gnoccolona, è rimasta impelagata nell’ultima inchiesta del giudice di Potenza John Woodcock, quello, tanto per capirci, che ha inguaiato il noto aspirante re Vittorio Emanuele di Savoia. Altri segni particolari di Aida Yespica, nessuno. Anzi no. Dicono i giornali: fa parte della scuderia di Lele Mora. Che cosa significhi questo non lo so e non voglio saperlo. So che, intervistata da Giovanna Cavalli del Corriere della Sera, a domanda ha risposto: “Insomma, una si fa un mazzo così per diventare famosa e poi si ritrova il nome sui giornali e deve ricominciare da capo…eh no. Mi sto cercando un avvocato. Ora basta”. Come direbbe Perry Mason, sedendosi: “Signor giudice, non ho altre domande”.

[csf ::: 08:34] [Commenti]
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