- 10 Giugno 2008
Grande, grande, grande. Vittorio Emanuele di Savoia, il re di cui potremmo andare orgogliosi se solo le cose fossero andate in maniera diversa e non avesse vinto la Repubblica. Ma chi ce l’ha un reale così? Apre bocca a fa la gaffe, sia che parli di politica che di donne. Berlusconi vuole mettere in galera quelli che fanno le intercettazioni e quelli che le diffondono? Chi meglio del nostro re mancato può commentare, lui che è stato beccato a dire zozzerie al telefono? Comincia spiegando che adesso sta attento, non dice battute goliardiche, soppesa le parole, usa il cellulare solo in Svizzera. “I giudici ti prendono dei pezzettini di frasi e poi te li montano come vogliono loro e alla fine tutta la scena viene fuori truccata”, spiega confondendo i giudici per dei registi cinematografici. Ma poi sembra pentirsi di volere la fine delle intercettazioni. Berlusconi non deve esagerare. Le intercettazioni non vanno abolite del tutto. Vanno proibite “solo per la gente perbene e non per i criminali”. Ineffabile principe ereditario! Chi decide chi è criminale? I giudici? E come fanno? Con le intercettazioni? Ma non della gente perbene. E chi decide chi è perbene? Facciamo così. Non si intercettino gli eredi al trono e ci siamo tolti il pensiero.
- 31 Maggio 2008
Il titolo dell’articolo dice: “Io, donna in carriera che ho fatto pace con il proprio corpo. Per anni mi sono vista brutta e poco desiderata”. Chi è questa cozza che nessuno si filava e che doveva combattere ogni ora della sua vita con la sua bruttezza? E’ Brooke Shields, 43 anni, lasciatemelo dire, grande gnoccolona. Brutta e poco desiderata. E io che cosa dovrei dire? Qualcuno venga ad intervistarmi presto, ho bisogno di dichiarare che per anni ho dovuto combattere con la mia scarsa avvenenza e con il fatto che nessuna bonazza mi strappava i vestiti di dosso. Che gioventù atroce. Ma me ne sono fatta una ragione. Quando leggo però le intreviste in cui famose strafighe sostengono che si sono sempre sentite una schifezza ho un moto di rabbia. Come se Berlusconi mi venisse a dire che si sente povero di fronte a me. Come se Totti mi dicesse che invidia il mio modo di tirare i rigori. Come se Umberto Eco mi rompesse le balle dicendomi che io sì che sono colto. Brooke, per la miseria, ringrazia il tuo dio di tutta la bellezza di cui ti ha fatto dono e non offendere le racchie che devono combattere tutti i giorni la loro pochezza estetica a colpi di intelligenza.
- 26 Maggio 2008
Sembra proprio che la Festa dell’Unità sia morta. Conseguenza della morte del Pci e di tutti i suoi eredi, Pds, Ds. Oggi c’è il Pd, che contiene anche la Margherita e quindi niente Festa dell’Unità. Ma la festa dell’Unità non era la festa del quotidiano l’Unità? Il quotidiano l’Unità c’è ancora. O forse qualcuno ci sta dicendo che fra un po’ anche l’Unità cambierà nome? La gente protesta. Non piace l’idea che adesso a mangiar piadine si andrà alla Festa Democratica. Sinceramente, che schifo, la Festa Democratica! Perfino il direttore dell’Unità protesta scrivendo un fondo in cui difende il marchio. I marchi, dice, non si cambiano. E qui sbaglia perché i marchi si cambiano. Ma ha anche ragione perché il marchio così forte come quello della Festa dell’Unità non si può cambiare. Con tutto quello che ha significato per la sinistra la Festa dell’Unità. Interviene Massimo Cacciari. E dice: “Padellaro può mettersi l’anima in pace: la Festa dell’Unità così come lui la dipinge è già morta da un pezzo”. Che tristezza Cacciari. Perché si mette a fare il becchino?
PS. L’Unità si chiamerà “La democratica”?
- 20 Maggio 2008
Continuano i drammatici sbarchi sulle coste della Puglia. La scorsa settimana è arrivato Qaboss Bin Said, il sultano dell’Oman, con moglie figli e un seguito di mille persone. Il folto gruppo non è stato avviato, come succede agli albanesi, ad un centro di prima accoglienza, bensì nei migliori alberghi delle coste pugliesi. Questo è sintomo di un cambio della politica italiana nei confronti degli extracomunitari. I mille sono arrivati a bordo di tre aerei e due yacht contenenti anche l’elicottero e le 20 mercedes del sultano. L’allegra brigada sarà ricevuta dal governatore Nichi Vendola. Sembra che il premier italiano Berlusconi abbia fatto notare la maggiore sobrietà dei suoi spostamenti estivi. Solo qualche vecchio socialista ha ricordato che quando si muovevano loro, per esempio per andare in Cina, erano molti più di mille. Mobilitato Google Earth che grazie ad alcune telecamere satellitari realizzerà la foto di gruppo.
- 11 Maggio 2008
Caro presidente Napolitano, con tutta la deferenza che uno come me vuole mostrare per il primo presidente della repubblica di matrice comunista, vorrei sommessamente dissentire con il suo ultimo discorso sul giorno della memoria. Abbia pazienza, io sono giornalista e pur essendo tutto tranne un difensore della corporazione, mi allarmo quando qualcuno invoca il silenzio. Ha ragione lei quando dice che degli assassini dovrebbero avere il pudore di tacere (io aggiungerei anche “per sempre”, a prescindere dal fatto, ininfluente, se abbiano o no scontato la pena). Ma sono preoccupato quando aggiunge che non dovrebbero esserci tribune per simili figuri. E che “si deve dar voce non a chi ha scatenato la violenza terroristica ma a chi l’ha subita”. Presidente, mi consenta di ricordarle che cosa è un’intervista: non è un premio all’intervistato ma un mezzo per soddisfare la curiosità dei lettori. Che cosa ha da dire una vittima se non urlare il suo dolore? E’ evidente che far domande a un terrorista, soprattutto se politico, è più interessante. Tanto è vero che gliele fanno tutti: poliziotti, giudici, psicologici. Non gliele devono fare i giornalisti? L’importante è che gliele facciano bene, gliele facciano giuste. Cercare di capire è l’anelito di tutti, caro presidente. Cercare di capire e di spiegare è il mestiere dei giornalisti. Cercare di spiegare soprattutto le cose insolite e difficili. Cercare di spiegare perché un uomo morda un cane – si ricorda? – e non perché un cane morda un uomo. Non è difficile capire perché un uomo colpito nei suoi affetti soffra. Difficile è capire perché un uomo credendo di fare il bene dell’umanità uccida.
- 5 Maggio 2008
Io non ho mai scritto né detto che Roma ha un nuovo sindaco fascista quindi sono abilitato a parlare e a criticare. Ecco, l’onorevole Marcello De Angelis, ascoltato consigliere di Gianni Alemanno, nuovo sindaco di Roma, si adonta perché qualcuno gli ricorda il suo passato. Il Messaggero, per esempio, parla di lui definendolo “ex Terza Posizione”. Non è roba da poco. Terza Posizione è stata una delle peggiori organizzazioni dell’estrema estrema estrema destra in competizione con i Nar. Come si difende De Angelis? Non nega. Dice solo: “Perché dicono che sono stato in Terza Posizione e non che ho fatto 12 anni lo scout?” Ma De Angelis è arrabbiato anche con Daria Bignardi che costrinse una volta Alemanno a mostrare la croce celtica che portava al collo. Come si è permessa? “La Bignardi è la nuora dell’uomo accusato di aver ucciso il commissario Calabresi!”, ha detto. Lo scout? La nuora? Sindaco Alemanno, me lo consente un consiglio? Cambi consigliere.
- 26 Aprile 2008
“Ero nato di otto mesi, fragile e sottopeso, tanto che i medici mi avevano pronosticato la morte. Mia madre Wanda, devota a san Francesco Saverio, chiese la sua intercessione. E il santo le disse in sogno: non ti preoccupare, diventerà un cantante famoso”. Ecco che cosa succede a diventare un cantante famoso. Che poi credi ai miracoli. Da un certo punto di vista il racconto che Antonello Venditti ha fatto a “Petrus” fa tenerezza. Sembra infatti che Venditti consideri un miracolo il fatto di essere diventato un cantante famoso. Lo pensano in molti ma lui non dovrebbe buttarsi così giù. Una rilettura più attenta della confessione di Venditti a “Petrus” potrebbe però portare ad un diversa interpretazione. Il miracolo potrebbe anche essere semplicemente la sopravvivenza del suddetto Venditti. E quindi la successiva carriera solo un “aiutino” del santo Francesco Saverio. Se tanto mi dà tanto c’è da chiedersi quali santi, e con quali poteri ben più grandi, abbiano preso sotto la loro protezione Toto Cutugno, Mino Reitano e i Jalisse
- 22 Aprile 2008
Che succede se uno studente non studia? Secondo Roberto Volpi , preside dell’Istituto d’Arte Bernardino di Betto di Perugia, è un dramma. Come dargli torto? Già vedo il dramma di una famiglia che si svena per far ottenere uno straccio di diploma al proprio figlio e non ottiene il minimo risultato. E il dramma di un giovane che finirà per accontentarsi di un lavoro purchessia tradendo le proprie iniziali aspirazioni. Ma per il presidente il dramma è un altro. Essendosi accorto che molti, anzi troppi studenti della sua scuola avevano avuto valutazioni insufficienti, ha avuto paura che la situazione generasse e mettesse in crisi il suo istituto. E ha scritto una circolare invitando i suoi professori ad essere più larghi nei voti per evitare “conseguenze disastrose sugli organici e sulla sopravvivenza stessa dell’istituto”. Stupendo. Il problema non è il futuro dei discepoli ma il futuro dei discenti. Promuovi tutti e il tuo posto di lavoro è salvo. La logica è quella stringente di mercato. Se un’azienda non funziona, viene chiusa. Se il bilancio è in rosso, si portano i libri in tribunale e si dichiara fallimento. Scuola, maestra di vita
- 13 Aprile 2008
Quando mi occupavo con una certa frequenza di voltagabbana, Ferdinando Adornato veniva indicato da tutti come uno dei campioni del fenomeno del banderuolismo. Lui, giovane virgulto della sinistra che più sinistra non si può, comunista verace, era passato armi e bagagli con Berlusconi che tutto sarà e tutto è disposto ad essere ma certo comunista no. Nando era diventato uno dei leader intellettuali di Forza Italia. Ma voltare gabbana è una condizione dell’anima, una predisposizione. Probabilmente dà anche assuefazione. Qualcuno dice: “Posso smettere quando voglio”. E invece ci ricasca. E infatti Nando ci è ricascato, ha mollato il Cavaliere e si è messo col suo peggior nemico attuale, Pieferdinando Casini. Ed ha cominciato a spiegare. I voltagabbana infatti si dividono in due categorie. Quelli che non vogliono spiegare nulla e quelli che spiegano in continuazione. Lui dice che non vuole essere definito “ex-comunista”. “Non lo sopporto. E’ come se mi definissero “ex-adolescente”.” Affascinante teoria. L’ideologia come periodo della propria vita. Si diceva una volta: “Si nasce incendiari e si muore pompieri” . Forse è questo che Nando vuole dire. Invecchiando si diventa anche cattolici? Non si sa. Nando dice che lui crede solo in Gesù Cristo, ma non sa se fosse il figlio di Dio. Non ci spiega se crede in Dio, magari sì, ma non sa se fosse il padre di Gesù Cristo. Di sicuro non crede più nel Cavaliere. “Forza Italia è diventato sempre più padronale”, ha detto. Sfugge il momento di questa mutazione improvvisa che ha impressionato l’”ex-comunista”. Anzi, l’”ex-adolescente”.
- 8 Aprile 2008
Ci sono vari sistemi per stabilire se qualcuno è entrato a fare parte del ristretto clan dei vip. Per esempio se Dagospia ne parla. Oppure se i giornalisti dei magazine lo chiamano per domandargli se usa boxer o slip. Se le ragazzine sostano sotto la sua finestra aspettando che si affacci alla finestra. Ovviamente se la gente lo ferma per strada e magari gli chiede un autografo. Se i baristi non gli fanno pagare il caffè macchiato. Se viene citato nei resoconti delle feste sulle terrazze romane. Se le aziende dei telefonini gli danno in uso gratuito un cellulare in quanto testimonial. Se non possono entrare in un negozio di via Frattina senza creare un ingorgo umano o almeno degli ammiccamenti tra gli altri clienti che si sussurrano a vicenda il suo nome. Se viene invitato alle sfilate primavera estate. Ma per Costantino Vitagliano, il tronista, tutto questo non basta. Per essere un vero vip, secondo Costantino, bisogna aggredire un fotografo. Finché non salti addosso ad un fotografo non senti di essere entrato a far parte degli happy fews. E così lui l’ha fatto. Dopo aver passato la vita sperando che qualche fotografo lo degnasse di attenzione, a Capri, ha messo le mani addosso a Gianni Riccio, fotografo dei vip, infastidito dai suoi scatti. E si è finalmente sentito realizzato.