- 25 Giugno 2015
Giovanni Toti, giornalista, ex direttore di tg mediaset, diventato consigliere di Berlusconi, eletto recentemente presidente della Liguria, viene intervistato dal Corriere della Sera e rilascia la seguente dichiarazione sull’Italicum: “Renzi deve riflettere sulla convenienza di un sistema che così porterebbe al ballottaggio anche grillo”. Incredibile. Nero su bianco ciò che tutti i politici pensano e dicono fra loro ma che nessuno finora aveva avuto il coraggio di dichiarare ufficialmente. E cioè che le leggi elettorali vengono studiate, redatte e votate non per consentire di eleggere nella maniera più rappresentativa possibile le persone che ci debbono governare. No. Le leggi elettorali non devono servire a formare il miglior parlamento e di conseguenza il miglior governo possibile. Devono servire a far vincere quel partito e far perdere quell’altro partito. E’ evidente che è così. Una legge con alto sbarramento elimina i partitini. Vuoi fare sparire Fratelli d’Italia e Ncd? Soglia al 5 per cento. Vuoi fare vincere il Pd? Premio di maggioranza alto al partito. Voi far vincere il centro destra? Premio di maggioranza alla coalizione. Vuoi far vincere i grillini? Doppio turno con ballottaggio. Ecco, è proprio questo il pericolo secondo Giovanni Toti. Scongiurarlo è facile. Basta fare una legge elettorale diversa, che “punisca” il Movimento 5 stelle. Chi comanda fa le leggi che perpetuano il potere di chi comanda. Orrendo. Sono i limiti della democrazia. Oltre questo c’è la rivoluzione.
- 17 Giugno 2015
Ci sono parole antipatiche. Al momento la parola che mi è più antipatica è selfie. Una volta esisteva l’autoscatto. Era una cerimonia complessa, divertente ed anche un po’ commovente. Si cominciava cercando un luogo sul quale posare la macchina fotografica. Poi ci si metteva in posa, tutti tranne la persona incaricata di mettere in moto il clic finale. La persona incaricata studiava l’inquadratura, si contorceva cercando di guardare dentro il mirino, dava un’ultima sistemata alla macchina e poi schiacciava il pirolino che metteva in moto il contatore. La macchina cominciava ad emettere una vibrazione per tutto il tempo che consentiva all’operatore di correre verso il gruppo e sistemarsi in mezzo a loro spingendo a destra e a sinistra. A quel punto tutti sorridevano aspettando il clic definitivo. Finiva con una grande risata. Era più divertente l’operazione in sé che il risultato finale. Oggi ci sono gli smart phone. La novità non è tanto quella tecnica (è eliminata la corsetta, si fa tutto tendendo in avanti la mano) ma è quella sociologica. Guardate il sorriso. La foto con l’autoscatto causava sorrisi speranzosi, di attesa, era una foto destinata al futuro. Il selfie causa sorrisi ebeti, da deficienti. Spesso sguaiati. A volte penso di essere un inguaribile conservatore, uno che vorrebbe congelare il passato. Ma avete notato che nessuno chiede più un autografo? Tutti vogliono il selfie. Con l’autografo ti portavi a casa un pezzo del tuo idolo. Col selfie te lo porti a casa quasi tutto.
- 13 Giugno 2015
Oggi vota soltanto il 50 per cento degli italiani. Non per pigrizia. Per consapevolezza che la misura è colma. Perché la politica chiede sacrifici ma non è disposta a farne. Perché i politici continuano a comportarsi secondo i dettami della doppia morale. Perché metà della popolazione è convinta che è tutto inutile se i lazzaroni continuano a fare i lazzaroni del tutto indifferenti ai rischi che corrono, tant’è vero che continuano a raccontarsi le loro prodezze al telefono. E l’altra metà se ne frega e continua a votare gente che ruba, che truffa, che falsa bilanci, che corrompe, che evade. Oggi l’avviso di garanza garantisce soprattutto la visibilità e il successo alle elezioni. E così siamo arrivati al punto che se si votasse oggi, al ballottaggio finale arriverebbe un partito che si dice di sinistra ma è di destra ed un partito che si dice né di destra né di sinistra. E’ la definitiva morte della politica. Ma…Ma lo scenario che abbiamo davanti è singolare ed in fondo intrigante. Renzi, leader del primo partito, contro (facciamo un nome, il migliore) Luigi Di Maio, leader dei grillini. Renzi si presenta col suo 40 per cento e Di Maio col suo 20 per cento. Voi direte: bene, al ballottaggio, trionfo del partito democratico…Ma no, amici miei, solo un enorme successo degli astensionisti garantirebbe il successo di Renzi. Ma l’Italia non renziana è fortemente antirenziana. Ed in chiave antirenziana moltissimi italiani voterebbero Di Maio. E Di Maio diventerebbe il presidente del Consiglio. Vi rendete conto?
- 29 Aprile 2015
Ammetto che l’argomento è vecchio. Ma vi confesso che ogni volta io rimango allibito. Quando? Quando (succede raramente perché il mezzo mi interessa poco, ultimamente) mi metto davanti al televisore e becco l’ennesima rissa. Gente che urla ad altra gente che urla più forte. E in mezzo a questo inferno non si sente assolutamente nulla se non sporadiche parole, generalmente insulti inframezzati da frasi insensate tipo”io l’ho fatta parlare adesso faccia parlare me”. Quando questi geni della comunicazione sono due politici ritengo la cosa del tutto normale. I politici capiscono poco di mass media. Se non litigano cercano di impossessarsi dell’audio per sparare pipponi noiosissimi. Quando dicono: “Mi faccia concludere il mio pensiero”, dimenticano che un pensiero raramente ce l’hanno. Voi forse sapete che conduco insieme a Giorgio Lauro una trasmissione su Radio 2. Al contrario di molti di nostri colleghi noi cerchiamo di evitare di invitare persone di cui si sospetta la litigiosità e comunque cerchiamo di evitare di mettere due galli nello stesso pollaio. In tv ti puoi divertire a vedere le facce alterate dalla rabbia. Ma per radio sarebbe devastante. Comunque, se succede, da noi o altrove, che due politici si urlino in faccia la loro incomunicabilità, in qualche maniera li capisco. Ma sempre più spesso capita che il litigio avvenga tra un politico e un giornalista. Un’idiozia. E il colpevole maggiore è il giornalista. Perché il giornalista ha il dovere di far capire e di comportarsi in maniera imparziale. Sa, signora, non sono più i giornalisti di una volta.
- 22 Aprile 2015
Stiamo parlando di storia, non di cronaca. E’ in corso una migrazione epocale. Piccola ma epocale. Succede, è sempre successo. Popoli in difficoltà, oppure con desiderio di espansione, si spostano dai loro luoghi di origine e invadono gli spazi limitrofi. Tutto questo causa incredibili mescolanze ed è all’origine della civiltà. E’ storia. E se parliamo di saraceni va bene, se parliamo di barconi comincia una serie di distinguo, destra o sinistra che sia. La destra, che storicamente in Italia è meno elegante, usa lessico e argomentazioni orrende. Sparare, affondare, bloccare. Perché il problema di questo esodo non è la condizione di enorme disagio dell’emigrante, ma il metodo per evitare che venga a rompere le scatole da noi. Non tutte le persone di destra sono una schifezza. Esistono molte persone di destra che sono persone per bene. Ma perché si fanno rappresentare da gente come Salvini che di fronte a tragedie come quella che da anni si sta svolgendo nel canale di Sicilia non riescono ad avere un pensiero non dico di compassione ma almeno di intelligenza? Per questa destra deteriore (ma anche per una parte di sinistra ipocrita) l’ideale sarebbe un bel muro, come quello di berlino, come quello fra israele e palestina, come quello fra Usa e Messico. Lo chiamano blocco navale. Che tradotto vuol dire guerra. Nel mondo l’86 per cento della ricchezza è in mano al 14 per cento della popolazione. E non la vuole mollare. Messaggio per chi crede in Dio: possibile che Dio abbia creato un uomo così cattivo?
- 15 Aprile 2015
“Il buonsenso è la cosa meglio distribuita nel mondo poiché ciascuno pensa d’esserne così ben provvisto che anche coloro che più difficilmente si accontentano di ogni altra cosa non sogliono desiderarne più di quel che ne hanno”. Solo un genio poteva scrivere queste parole. Ed infatti l’autore di questo pensiero è Cartesio. E invece il buonsenso latita, come tutti sanno. Latita soprattutto in coloro che si presume dovrebbero averne di più. Pensate ai politici corrotti e agli industriali corruttori. Ormai dovrebbero averlo capito che i loro telefoni sono intercettati. Eppure continuano a parlare, a trattare, a offrire, a chiedere. Eppoi si lamentano e protestano contro i magistrati intercettatori. Ma che la smettessero di tramare al telefono! E in alternativa la smettessero di rubare se proprio non ce la fanno a tacere. E vogliamo parlare di tutti quelli che scrivono sciocchezze su twitter e poi sono costretti a chiedere scusa? Non lo sanno che twitter viene letto da tutti? Che cosa è venuto in mente alla simpatica Paola Saluzzi, conduttrice di Sky, donna che adoro, di scrivere su twitter che Alonso è un imbecille? Se proprio le scappava, che gli mandasse un bigliettino. “Scemo!”. E si era tolta il pensiero. E quel drittone del poliziotto della Diaz che pensa che “o si sta con quella merda di Giuliani o si sta con quelli che gli fanno saltare la testa”? Poteva dichiararlo in una intervista e poi tranquillamente smentirlo. No, lo ha scritto su Facebook. Ma che fine ha fatto il buonsenso? Cartesio!
- 9 Aprile 2015
Durante una gita scolastica è successo un po’ di casino. E’ andata così. Prima di andare a dormire una quindicina di sedicenni di una scuola di Cuneo in gita a Roma, si riuniscono, un po’ brilli, in una delle loro stanze. Fanno un po’ gli scemi e alla fine prendono di mira uno di loro. Lo spogliano, lo depilano, lo filmano. Un episodio di puro bullismo. Niente di nuovo sotto il cielo. Io ne ricordo tante di stupidaggini come questa. Niente di cui andare orgogliosi ma anche niente di particolarmente grave. Ma erano altri tempi e la cosa rimaneva circoscritta. Il giorno dopo tutti ammiccavano, facevano i misteriosi e ridevano come matti, compresa la vittima Ma ai miei tempi non esistevano i telefonini. Oggi sì. Si filma e si mette in rete. E questa è proprio una cosa brutta. Una cosa ignobile. E anche stupida. Perché i professori, anche loro, navigano in rete. E scoprono tutto. E sospendono i colpevoli e fioccano i quattro in condotta. Ma a questo punto intervengono le madri. Cioè le mamme. Io conoscevo le mamme di plaza de Mayo, roba seria, tristissima, drammatica. Le mamme di Cuneo sono di tutt’altra pasta. Intervengono per difendere i loro bambini. Punizione esagerata per una ragazzata. Si rischia di perdere l’anno, con quello che costa studiare. Ai miei tempi le mamme avrebbero preso a schiaffi i loro bambini. Le mamme di Cuneo invece fanno ricorso e si stringono al petto le loro creature. Non ricordo chi lo abbia mai detto, sicuramente un genio: la famiglia è la più piccola associazione a delinquere esistente.
- 1 Aprile 2015
Nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio. Una frase stupida quando riguarda un uomo politico. Bisognerebbe dire: nessuno deve andare in galera fino al terzo grado di giudizio. Ma io una idea posso farmela anche prima del terzo grado di giudizio. Se un politico confessa di avere preso una mazzetta (ce ne è uno che fa il segretario di partito), devo aspettare il terzo grado di giudizio per pretendere che si dimetta? Ma non solo: se il comportamento di un politico non è reato ma è comunque moralmente riprovevole io posso aspettarmi che rinunci alle poltrone che occupa? Fare il politico non è un diritto, è un dovere. Se D’Alema ha venduto 2 mila bottiglie del suo vino e 500 copie del suo libro ad una cooperativa coinvolta in uno scandalo, non per questo deve essere condannato e andare in galera, ma certo una gran bella figura non ce la fa. Se il ministro Lupi segnala il figlio ad una persona con la quale ha rapporti istituzionali, certo mi aspetto spiegazioni molto ma molto esaurienti dal ministro Lupi. Il comportamento di un politico deve essere “specchiato” e per lui non valgono i tribunali che valgono per tutti noi. Ne servono altri molto più severi. Un giudice che io stimo molto mi disse un giorno: “Io affido sempre la mia bambina al vicino di casa perché la accompagni a scuola. Un giorno il vicino di casa viene accusato di essere un pedofilo. E’ vero che non dovrà essere considerato colpevole fino al terzo grado di giudizio. Ma nel frattempo mi scusate se non gli affido più la mia bambina perché la accompagni a scuola?”
- 25 Marzo 2015
I politici non godono di buona fama. Secondo moltissimi italiani sono corrotti, disinteressati al bene pubblico, attaccati alla poltrona, distanti dal Paese reale, appassionati ai soldi e anche un po’ stupidotti.
Ma, come direbbero proprio loro, non è questo il problema. Il motivo per il quale sono così impopolari, è che sono noiosi. I politici, da quando hanno scoperto la televisione, credono di aver trovato la strada per il successo. Più stanno in televisione più pensano di poter godere dell’ammirazione e della stima dei cittadini. Invece godono soltanto della visibilità. Fate un esperimento. Seguite un politico qualsiasi durante un talk show e alla fine cercate di spiegare a qualcuno che cosa ha detto. Vi accorgerete con vostra sorpresa che non lo sapete. Potete ricordare se ha alzato la voce, se ha detto una parolaccia, se ha litigato con qualcuno, se era ben vestito. Ma non riuscirete a ricordare nulla di quello che ha detto. Mi direte: perché in sostanza non ha detto nulla. Era Forlani che sosteneva di essere in grado di parlare per ore senza dire assolutamente nulla. E’ vero. Spesso è così. Ma molto più spesso è perché le cose che dicono, anche quelle intelligenti, le dicono in maniera noiosa, ripetitiva, del tutto disinteressati al fatto che vengano comprese. Quando qualcuno dei politici dice che pensa al bene del Paese, che fa il deputato per spirito di servizio, che non ha rubato e può spiegare tutto (ma non lo spiega) che cosa può succedere se non un grandioso, gigantesco, colossale, ciclopico sbadiglio?
- 19 Marzo 2015
Fermo restando che se siamo tutti Charlie, dobbiamo esserlo anche se Dolce e Gabbana dicono qualche scemata. Non sono né i primi né gli ultimi. Qual è il limite oltre il quale non siamo più tutti Charlie? Fermo restando però che se siamo ricchi e famosi dobbiamo stare un po’ più attenti alle parole. Fermo restando comunque che bambini nati con la fecondazione eterologa non sono né chimici né sintetici. Fermo restando infine che se fosse consentito anche ai single adottare dei bambini invece che lasciarli negli orrendi istituti lontani mille miglia dalle famigerate figure materne e paterne, tutti questi problemi non esisterebbero e i bambini starebbero benissimo perché non si può sentire la mancanza di qualcosa che non si è mai avuta. E fermo restando che non capisco perché appena si toccano argomenti così delicati tutti si precipitano a dire le loro stupidaggini. Quello che mi ha colpito di più nella diatriba vipparola fra Elton John e Dolce/Gabbana è questo misto fra l’embargo e la fatwa commerciale lanciata dal cantante miliardario sugli stilisti miliardari. Forse proprio perché sono tutti miliardari l’unico linguaggio che comprendono è quello dei soldi? Ah, tu offendi i miei figli? Una volta si diceva: “Fellone! Vediamoci domattina all’alba dietro il cimitero. Scelga pure l’arma”. Oggi si dice: “Gente! Smettete di comprare le mutande di questi maleducati. Lasciate che le loro mutande marciscano nei loro magazzini”. (Io comunque continuo a chiedermi: perché uno deve indossare mutande con su scritto Dolce e Gabbana?)