Si chiama Paul Hewson ma con questo nome lo conoscono in pochi. Come Bono, cantante degli U2, lo conoscono tutti. E lo conoscono tutti anche come rompiballe. Sono famose le sue battaglie per convincere i Paesi ricchi a cancellare il debito dei Paesi poveri. E anche le sue campagne per aumentare gli stanziamenti per la lotta contro l’Aids in Africa. Dove c’è una giusta rivendicazione là c’è Bono ad incitare le Nazioni ricche a ricordarsi che esistono anche le Nazioni povere. Ma voi come definireste una nazione ricca? Possiamo dire una nazione che grazie alle tasse dei suoi cittadini ha molte risorse? Se lo diciamo ci andiamo vicini. E che cosa succede se i ricchi dei Paesi ricchi non pagano più le tasse? Succede che i Paesi non sono più ricchi abbastanza per attuare quella solidarietà che tanto richiede il nostro Bono. Ma Bono, stufo di pagare qualcosa come 765 mila euro di tasse, ha spostato la sua società dall’Irlanda all’Olanda dove le tasse sui diritti d’autore sono molto più basse. Tutto legittimo, si intende. Resta la sorpresa visto che gli U2 guadagnano sui 210 milioni di euro all’anno. La solidarietà? La cancellazione del debito? La lotta all’Aids? I governi lo facciano ma senza i soldi di Bono. E’ ormai una regola generalizzata, il saliscendi. Quando la ricchezza sale, la voglia di pagare le tasse scende.

[csf ::: 07:38] [Commenti]
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Burlando. Con un cognome del genere sei autorizzato a credere che sia tutto uno scherzo. Possibile che il Governatore di una regione come la Liguria possa prendere un’autostrada contromano? Possibile che possa guidare una macchina senza patente? Possibile che, arrivata la polizia si difenda sostenendo che la patente non ce l’ha perché non gli entra nel portafogli? Possibile che però in questo portafogli ci sia spazio per il tesserino da deputato, documento senza senso per uno che deputato non è più? Possibile che a questo punto l’ex deputato mostri proprio il documento scaduto? Possibile che alla fine per farsi bello chieda di essere punito, ma solo dopo che il caso è scoppiato? Possibile che pensi che la gente creda a questa serie incredibile di burle? No, Burlando, troppo facile. Era meglio se lei avesse detto, come ha detto Franco Giordano, segretario di Rifondazione, che stava andando alla Festa dell’Unità. Così, tanto per burla. (questa storia che, beccati dai vigili, non si dica più “Lei non sa chi sono io”, ma “Sto andando alla Festa dell’Unità” è un grande cambiamento antropologico. E’ una formula multiuso. “Puzzo? Non mi sono lavato ma sto andando alla Festa dell’Unità”. Oppure: “Sì, è vero, ho corrotto un giudice, ma sto andando alla Festa dell’Unità”. Fino al sublime: “Sono un lavavetri, lo confesso, ma sto andando alla Festa dell’Unità”. Vietato pensare: “Sono Massimo D’Alema, ma sto andando alla Festa dell’Unità”)

[csf ::: 07:43] [Commenti]
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Daria Bignardi parla male di lei. Approfittando di una intervista a sua figlia Lucrezia Lante della Rovere insinua che Marina Ripa di Meana è una pazza. Marina si adonta. Reagisce. Insorge. E non certo per desiderio di ribalta. Guai a chi osa pensare che voglia approfittare dell’occasione per far parlare di sé. E’ solo questione di principio. Come si permette Daria Bignardi? Non ci ho dormito la notte, si lamenta Marina. E le scrive, dura: “Tu sei una discreta giornalista di una importante televisione nazionale”. Notare: discreta…”Come ti sei permessa?” E spiega che non le va di essere dipinta peggio della Franzoni. Ma poi è lei stessa che ricorda di essersi definita una volta, proprio con la Bignardi, una specie di Erode. “Ma era un’iperbole”. Iperbole per iperbole, pazza no? Intanto Carlo Ripa di Meana, il marito, ricorda quella volta che, pazza gelosa, gli spaccò la tibia con un calcio. La Bignardi per ora sembra che dorma tranquilla. Marina l’ha solo sfidata ufficialmente a duello. “L’arma? Pesci in faccia, frustate o calci in culo”, dice. E guai a dire che Marina è pazza!

[csf ::: 07:54] [Commenti]
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Adesso ci si mette anche Afef. Richiesta di giudizi sulle primarie dice che Veltroni “se lo lasceranno lavorare, farà molto bene”. Non se ne può proprio più. Attenzione. Io non dico che Afef non deve parlare di politica, come quelli che si inquietano quando la Marini parla di nucleare e la Stefanenko di relativismo etico. Se si fa parlare Gasparri ci mancherebbe altro che tappassero la bocca alla Parietti. Dico che non se ne può più di quelli che “lasciatelo lavorare”. Cominciò Berlusconi, un giorno, con questa lagna. Ma fu subito straimitato a sinistra. Lasciatemi lavorare. Ma perché debbo lasciarti lavorare? Tu lavora, e già che ci siamo, lasciami fare l’opposizione. L’oppositore si oppone, disturba il manovratore, lo controlla ai limiti del fastidio, lo importuna. Il compito di chi governa è lavorare e di chi si oppone di non farlo lavorare tranquillo. E’ la democrazia. Ma noi ce ne infischiamo della democrazia. Noi vogliamo il dittatore. Decide lui e tutti gli altri zitti. A noi piacciono quelli col carisma. Che strazio questo carisma. Ma che cos’è il carisma? Dove si compra? Come si riconosce? Chi lo giudica? A me piace l’uomo buono, giusto, intelligente, di buon senso. Quello col carisma mi fa paura. Lasciatemi dire.

[csf ::: 07:36] [Commenti]
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Sandra Milo io me la ricordo immersa in una vasca da bagno, nuda, coperta solo di garofani rossi. Così, spiritosamente, voleva commentare il suo amore per il partito socialista e per il suo leader Bettino Craxi. Sandra è fatta così. Ha sempre avuto un debole per i leader. E così non deve sorprendere se a Buona Domenica ha confessato che si è innamorata anche di Enrico Berlinguer. “Sono andata nel suo hotel, a Venezia, e l’ho atteso fino alle tre di notte”, ha raccontato a Paola Perego. “Quando è arrivato ci siamo guardati a lungo mentre saliva dal porticciolo e tutto è iniziato da lì”. Tutto è iniziato da lì, dal lungo sguardo che Enrico ha scambiato con Sandra mentre saliva dal porticciolo di Venezia. Io avrei voluto indagare su quale fosse il porticciolo di Venezia del quale Sandra Milo stava parlando. Ma ho lasciato perdere perché Sandra continuava con le sue rivelazioni. A 16 anni si era già innamorata di un altro grande mito del comunismo internazionale. Nientemeno che Karl Marx. Ma mentalmente, ha precisato Sandra che sa fare i conti dei lustri e dei secoli. Io non mi perderò la prossima puntata di Buona Domenica. Paola Perego le chiederà sicuramente di fare uno sforzo e di tentare di memoria. E Sandra, sempre più commossa, ricorderà di quando, salendo la scalinata del Campidoglio, scambiò uno sguardo di fuoco con Numa Pompilio. Tutto cominciò da lì, spiegherà Sandra pregando Paola di non chiederle di più. Anche la memoria ha un limite.

[csf ::: 08:37] [Commenti]
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L’Italia si divide in due: il mondo del pallone e il resto. Per il resto valgono alcune regole, leggi, comportamenti, abitudini. Per il mondo del pallone valgono altre regole, o meglio valgono le deroghe, soprattutto al buonsenso. Esempio, Gigi Riva, un mio mito. Dopo che il pubblico italiano ha fischiato l’inno francese, con la faccia contrita, ha dichiarato che era una cosa vergognosa, e fin qui come dargli torto? “Peggio dei cori razzisti”, ha detto. Peggio dei cori razzisti? Peggio della gente che considera un essere inferiore chi non ha la pelle bianca? Gigi, amore mio, c’è un limite a tutto! Il limite che non conosce nemmeno Roberto Donadoni, il mister, come dicono i calciofili. Donadoni, dopo la vittoria stentata e anche un po’ immeritata dell’Italia contro l’Ucraina, decide che come al solito la colpa è dei giornalisti, e dice che gli articoli dei giornalisti “sono aria fritta, chiacchiere che servono a riempire i giornali”. Mister, potremmo anche essere d’accordo. Ma lei però per coerenza dovrebbe restituire tutti i milioni che guadagna e ha guadagnato. Sono tutti frutto della sua bravura, certo, ma un po’ anche dell’aria fritta di cui sono pieni i giornali .

[csf ::: 07:50] [Commenti]
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Uno dei lavori più usuranti che esistano in Italia, mi dispiace che se ne siano dimenticati tutti, è quello dei calciatori. E infatti, dopo Totti anche Nesta ha detto no alla nazionale di calcio. “Fisicamente non riesco più a fare tutte queste partite”. E adesso non state a dire che i calciatori sono delle mezzeseghe, che sono deboli e stanchevoli come delle femminucce. Ma lo sapete che cosa vuol dire giocare un’ora e mezza tutte le domeniche? Ma lo sapete che qualche volta giocano anche il mercoledì? Non sono degli uomini liberi. Sono degli schiavi. E non venitemi a dire che i calciatori guadagnano talmente tanti soldi che potrebbero anche lasciarsi andare a qualche ora di straordinario. Se il lavoro è usurante è usurante. Non sarà certo un miliardo più o meno a renderlo accettabile. Per questo vorrei avvertire il Mister Donadoni. Capisco i suoi problemi ma non pensi di risolverli convocando me in nazionale. Fisicamente non ce la farei.

[csf ::: 07:27] [Commenti]
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Un giorno Francesca Zenobi, la ragazza squillo che dice di non essere una ragazza squillo, dice solo di essersi intrattenuta all’Hotel Flora con l’onorevole Mele in cambio di soldi, un giorno convoca una conferenza stampa a Mogliano di Treviso e annuncia al mondo che aspetta un bambino. Due giorni dopo un giornalista del Corriere della Sera, Roberto Rizzo, la chiama al telefono e le chiede se dirà al suo fidanzato che è incinta. E Francesca: “Scusi, è una cosa privata, come fa a saperlo?” Strane donne frequentava l’onorevole Mele. Donne con una singolare idea della privacy. “Ma si rende conto?”, si lamenta la ragazza. “Il mio fidanzato lo saprà dai giornali prima che glielo dica io”. E così al giornalista non resta che chiedere cosa vorrà fare da grande. “La giornalista, l’ho sempre sognato”. Miracolosa congiunzione fra i due mestieri più vecchi del mondo.

[csf ::: 08:43] [Commenti]
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Luciano Moggi è andato a Lourdes. Chi dice che i giornali riportano solo cattive notizie? C’è andato con un charter della Mistral, una linea aerea che di giorno porta pellegrini nei vari santuari dedicati alla Madonna e di notte porta corrispondenza e pacchi delle Poste Italiane in giro per l’Europa. Superata ogni facile ironia sui pacchi delle Poste e i pacchi del Calcio, visto che i pellegrini vanno a Lourdes per chiedere una grazia, ringraziare per una grazia ricevuta e comunque per parlare con la Madonna e chiederle consigli, mi resta la curiosità di capire come sia andata la conversazione tra la Madonna e Moggi. Cosa avrà chiesto Moggi alla Santa Vergine? Una consulenza su quali siano i migliori telefonini oggi sul mercato? Un trucco per evitare che le sue telefonate vengano intercettate?

[csf ::: 07:52] [Commenti]
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Alessandro Meluzzi è un curatore di anime. Una volta era solo un comunista piemontese. Poi è diventato psichiatra e piano piano ha cominciato a guardare a destra dove evidentemente le anime erano più interessanti. L’ultima anima alla quale ha deciso di interessarsi è quella di don Gelmini precipitato nel ciclone mediatico che lo vorrebbe coinvolto in un’imbarazzante storia di molestie sessuali ai danni di ragazzi della sua comunità di recupero di tossicodipendenti. Arrivano molte telefonate di solidarietà a don Gelmini. Meluzzi le controlla e le pubblicizza tutte. Gira la voce che anche il ministro della Giustizia Clemente Mastella abbia telefonato a don Gelmini? Meluzzi fa il pesce in barile: “Non smentisco e non confermo”. “Smentisco io, assolutamente”, interviene Mastella. Non smentisce e non conferma il furbetto Meluzzi. Furbetto? Hai detto furbetto? Non smentisco e non confermo.

[csf ::: 07:33] [Commenti]
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