Attenzione: state per leggere una cosa politicamente scorretta. Ed io mi sto ficcando in un ginepraio. Dunque. Michela Murgia. Bruno Vespa. Silvia Avallone. Premio Campiello. Sapete già tutto. Silvia si presenta sul palco con abbondanza di tette in vista. Bruno fa il cascamorto e invita il cameraman ad inquadrare la scollatura. Michela si scandalizza e si scandalizza anche Gad Lerner. Facile. Troppo facile. Mi chiedo: se una giovane si presenta in pubblico scollatissima è perché il particolare è culturalmente pregnante o perché vuole essere ammirata? E se il conduttore, rozzamente quanto volete, la indica all’ammirazione, fa una cosa scorretta o quello che la giovane ha implicitamente stimolato? Gli uomini in sala guardavano le tette della giovane o i suoi occhi? I soliti uomini. Il solito maschilismo. “Quando c’è di mezzo una donna si va sempre a parare sul corpo”, ha detto Michela. E allora? Che cosa c’è di male? Se ci fosse qualcosa di male Silvia non si sarebbe presentata con le tette al vento. Dicono: perché queste cose non capitano agli uomini? Ma è semplice. Gli uomini usano vestire in altra maniera. Se si fosse presentato Gad Lerner in canotta con i bicipiti guizzanti tutti si sarebbero messi a ridere. Ma se sul palco ci fosse stato Raul Bova in pantacollant aderentissimi e pettorali in evidenza tutte le donne se l,o sarebbero mangiato con gli occhi e la presentatrice avrebbe detto: “Accidenti! Che meraviglia! Inquadratelo bene!”

[csf ::: 19:22] [Commenti]
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In agosto vanno in vacanza i talk show televisivi come Porta a porta e quelli radiofonici come il mio Giorno da pecora. Ma gli italiani non possono fare a meno della politica e c’è un evento che la fa da grande, CortinaIncontra. I vip si concedono qualche giorno di vacanza nella splendida conca di Cortina d’Ampezzo e in cambio regalano qualche perla. In sostanza, ebbri di ferie, si lasciano andare. A Mauro Masi, direttore generale della Rai chiedono se è vero che Bruno Vespa è stato preso in considerazione come conduttore del Festival di Sanremo. Lui non dice né sì né no. Dice che stanno valutando la cosa e approfondendo le ipotesi. E poi: “Del resto sul palco di Sanremo sono saliti anche Fabio Fazio con Renato Dulbecco…”.
E se c’è stato Dulbecco non ci può stare Vespa? E come no! Dulbecco in fondo aveva vinto solo un Premio Nobel, mica aveva presentato il patto con gli italiani di Silvio Berlusconi!
Masi ha dato anche un’altra anticipazione. Santoro ci sarà, oh se ci sarà. L’hanno deciso i tribunali. “Ma i tribunali”, dice, “hanno sentenziato che Santoro deve fare un programma, non quale programma”. Bene. Ho capito tutto. Se fossi in Antonella Clerici comincerei a tremare. Masi le sta sfilando la Prova del cuoco per darla a Santoro. Ma solo perché la Santa Messa i preti non la mollano.

[csf ::: 19:11] [Commenti]
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Un signore di mezza età e di bello aspetto, vestito da cacciatore, tiene al guinzaglio un bel cane da caccia e indica lontano. Vicino a lui un bambino carino, vestito da cacciatore, tiene al guinzaglio un altro cane da caccia. Anche il bambino guarda lontano. Sotto di loro campeggia la scritta: “La caccia non ha età”.
Mi chiedo: è la versione per cacciatori della crisi delle vocazioni? Il messaggio pubblicitario vuole invitare i bambini a smetterla di giocare con la playstation e seguire il papà impegnato nell’ammazzamento di lepri e di cinghiali?
Questo simpatico annuncio l’ho visto pubblicato sull’ultima pagina di un quotidiano, ma mi chiedo perché non passi anche in televisione, nell’ora dei programmi per ragazzi, tra un cartone animato e l’altro, prima che il bambino vada a scuola o la sera, quando è già pronto in pigiamino mentre la mamma gli racconta la favola.
Bambini, da bravi, non fate che la caccia vi colga impreparati. Appassionatevi da subito all’idea di quel giorno che tornerete orgogliosi a casa col carniere pieno di anitre impallinate.
Ma forse mi sono sbagliato. E’ solo una pubblicità venuta male. Il messaggio non è rivolto ai bimbi. Vado sul sito della Federazione Italiana della Caccia per vedere se posso chiarirmi le idee. E me le chiarisco. Infatti c’è la spiegazione sotto l’immagine: “Perché il bambino di oggi possa diventare l’uomo e il cacciatore di domani.

[csf ::: 19:16] [Commenti]
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C’era una volta un medico, figlio di medici, che lavorava a Napoli. Era molto bravo sull’epatite B. Ma aspirava a qualcosa di più. Gli piaceva la politica. Erano quasi gli anni Novanta. C’era ancora la Dc. E lui scelse la Dc. Tanto per non sbagliare. Scoppia Tangentopoli. Lui entra nel Ppi di Rocco Buttiglione e poi lo segue nei Cristiani Democratici Uniti. Mastella lo convince, senza tanta fatica a passare nell’Udeur. Ma lui, instancabile transita e finisce con Rutelli. Ed è subito Ulivo e quindi Pd. Tanto per non sbagliare. Ma è con i voti del Pdl che viene eletto presidente della Commissione di Vigilanza Rai dalla quale non si schioda nemmeno quando glielo chiedono tutti, sia quelli che lo hanno eletto sia quelli che gli hanno votato contro. Pur di liberarsi di lui sciolgono la Commissione. Lui passa con i Radicali Italiani. Ma adesso il premier ha bisogno di lui. Berlusconi chiama, lui risponde. Eccolo, pronto per il Pdl. Riccardo Villari, detto VinaVillari, per la forza con cui restava appiccicato alla poltrona, non è altrettanto affezionato al partito. Per lui uno vale l’altro. Purché lo chiamino. Purché si possa rendere utile.

[csf ::: 19:10] [Commenti]
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Il governatore per l’Alto Adige Luis Durnwalder, il ministro degli Esteri Franco Frattini, il presidente della provincia di Trento Lorenzo Dellai, perfino Reinhold Messner. Tutti insieme, appassionatamente, a dire sciocchezze.
La storia in sé sarebbe ridicola. L’Alpenverein, una specie di Cai in lingua tedesca, riceve l’incarico di rifare 36 mila cartelli dei sentieri dell’Alto Adige. Li rifà, ma non bilingui come erano prima. Interviene Raffaele Fitto, ministro per le Regioni, invoca l’articolo 120 della Costituzione (potere sostitutivo del governo) e diffida Durnwalder. Ha 60 giorni per riparare all’errore e mettere i cartelli anche in italiano. Poi lo farà il governo. Durnwalder risponde: “Me ne frego”. Interviene Frattini (a che titolo?) a confermare la linea dura. Interviene Dellai a definire inquietante la decisione del governo. Interviene Messner a dire che la procedura della diffida è di stampo fascista (e perché mai?).
Molti si mettono a ricordare l’errore di italianizzare i nomi tedeschi. Idiozia: qui si tratta di mettere entrambe le lingue sullo stesso cartello, serve solo per non sbagliare strada. Molti invitano a rispettare la sensibilità della minoranza linguistica senza imporre la volontà della maggioranza. Appunto: in Alto Adige la minoranza da rispettare è quella italiana, come l’Italia rispetta i diritti dei sudtirolesi. Il buonsenso, questo sconosciuto.

[csf ::: 19:13] [Commenti]
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Caro governatore del Veneto Luca Zaia, leggo un suo pensiero: “i vigili debbono parlare col popolo e il popolo è fatto anche di anziani e gli anziani parlano dialetto”. Questa sua considerazione serve a giustificare la pensata di Alfredo Beghin, assessore leghista di Battaglia Terme, paese di 4 mila abitanti in provincia di Padova: aggiungere in un concorso per vigili urbani come elemento di preferenza (due punti su trenta) “la comprensione della parlata veneta”. Uno legge il bando del concorso e pensa: “Vabbé, la madre dei cretini è sempre incinta”. Ma poi arrivano i commenti, come quelli di Zaia, e dici: “No, bisogna affrontare l’argomento. Non si può lasciar passare tutto come se fosse un simpatico rincoglionimento etnico. Ti viene in mente che si tratti di una maniera, anche se lieve, di favorire i “locali” nei confronti degli “esterni”. Interviene il sindaco Daniele Donà e dice: “Eh no. Se c’è un senegale cittadino italiano che sa bene il dialetto veneto nessuno lo discrimina”. Grande soddisfazione nella comunità senegalese di Battaglia Terme. Sono in molti i senegalesi infatti che già bestemmiano in veneto. Ma affrontiamo seriamente il problema sollevato dal governatore Zaia, gli anziani. E’ in nome loro che Zaia vuole il vigile che parla veneto. Gli anziani, sostiene Zaia, non capiscono l’italiano. E sai come sono fatti gli anziani di Battaglia Terme. La multa la vogliono in dialetto.

[csf ::: 19:07] [Commenti]
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Caro Daniele Luttazzi, chi scrive queste righe è un tuo estimatore. Uno dei tuoi tanti estimatori. Uno che ride alle tue battute e soprattutto uno che quando ascolta le tue battute è indotto a pensare. Uno cioè al quale succede quello che dovrebbe succedere sempre quando si ascolta buona satira. Immagina quindi quale dispiacere io abbia provato nel leggere le cattiverie che girano sul tuo conto. In buona sostanza sembra che tu copi. Sembra che tu segua con molta attenzione i comici americani e inglesi e traduca pedissequamente i loro divertentissimi testi per poi riproporli tali e quali al pubblico italiano. Sai che ti dico, Daniele? In fondo a me che tu possa aver copiato non interessa più di tanto. Io ti guardo e rido. Non è farina del tuo sacco? Pazienza. Se non me lo avessero detto io non lo saprei. E siccome non seguo i comici americani, in fondo questo è l’unico sistema per ridere di quelle battute. Ma quello che mi sorprende è la mancanza da parte tua di una spiegazione logica. Mi sarebbe piaciuto che tu dicessi, come dice il marito fedifrago alla moglie che l’ha scoperto a letto con una gnoccolona: “Calma, posso spiegare tutto”. Invece no. Qualche balbettio, diciamolo, un po’ patetico. Comunque non ti preoccupare. A me stai bene lo stesso. Mi piace quello che fai, quello che dici e come lo dici. Almeno finché non avrò imparato bene l’inglese.

[csf ::: 19:14] [Commenti]
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Caro ministro Tremonti, in tutta la storia della manovra correttiva ognuno poteva dire tutto e il contrario di tutto. Per questo non mi sono meravigliato più di tanto delle posizioni di destra e sinistra, di industriali e lavoratori, di pubblici e privati. Una sola cosa mi ha sorpreso, la soppressione delle province. Non che non sia giusta la loro eliminazione o che non sia corretto sostenere il loro mantenimento. Quello di cui non sono riuscito a capacitarmi è stata l’assoluta casualità dei principi. Vengono soppresse le province che hanno meno di 220 mila abitanti. Perché non 200 mila? Perché non 300 mila? Comunque, con questo criterio, e pur con le dovute cautele derivanti dalla diversità delle fonti, verrebbero abolite 22 province. Però non vengono soppresse le province all’interno di regioni a statuto speciale. Se ne salvano 9. Restano condannate in 13. Tra queste anche Sondrio. Bisogna salvare Sondrio. Come fare a salvare Sondrio? Semplice, basta escludere dalla soppressione le province confinanti con Stati esteri. Se ne salvano altre cinque. Ne vengono quindi condannate solo otto, tutte del centro-sud. Resta da chiedersi: perché debbono salvarsi le province confinanti con Stato estero? Dispongono forse di una guardia nazionale che può difenderci da possibile invasione? Mah. Forse solo lei, ministro Tremonti, lei che è di Sondrio, può spiegarci l’arcano.

[csf ::: 19:08] [Commenti]
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Caro Angelo Alessandri, lei è un leghista, è il leader del Carroccio emiliano, dovrebbe essere ancora ubriaco per la ciucca che probabilmente si è preso dopo la sorprendente ascesa del suo partito alle ultime regionali. Quindi abbia pazienza se mi permetto di sindacare il suo comportamento in questi ultimi due anni. In questi ultimi due anni, 2008 e 2009, lei ha percorso in lungo e in largo la penisola correndo come un pazzo sulla sua auto, guidata da un autista, e collezionando multe per eccesso di velocità. A Bergamo, Brescia, Firenze, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza, Rimini, Parma, Modena, Venezia, Ravenna, Reggio Emilia. 70 multe, mica bruscolini, per una cifra che potrebbe avvicinarsi a 8 mila euro. Ora la novità è che lei queste multe non le vuole pagare. Perché? Perché, ha detto, “mi stavo muovendo per ragioni istituzionali ai quali non potevo assolutamente mancare”. Ora, caro Angelo Alessandri, mettiamo che lei abbia preso una multa ogni trasferta. Possiamo dire che in quei due anni lei è andato a 70 impegni istituzionali ai quali non poteva assolutamente mancare. Giusto? Proprio a nessuno? Non poteva mancarne nemmeno uno? E soprattutto, mi consenta di essere un tantinello pedante. Ma questi impegni, se erano così importanti, se erano così istituzionali, non potevano convincerla ad uscire da casa un’oretta prima?

[csf ::: 19:19] [Commenti]
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Caro premier, lei è un genio. Lo dico in ritardo. Avrei dovuto cominciare a dirlo quando riuscì a convincere gli italiani che la colpa di tutti i mali erano i comunisti, razza estinta, che lei resuscitò perché le servivano come il pane. Bisognava capirlo da allora che lei era una spanna sopra tutti. In questi giorni sta dando il meglio di sé. Dopo aver sostenuto con grande enfasi che la crisi era una invenzione (dei comunisti?), che era qualcosa di psicologico, che bisognava affrontare la vita con ottimismo, eccoci oggi alla manovra finanziaria, a frasi come “non dobbiamo fare la fine della Grecia”. Eccoci a bloccare gli stipendi dei dipendenti pubblici, a tagliare le pensioni di invalidità, ad aumentare i pedaggi autostradali, a tassare il turismo, a ridurre la spesa sanitaria. Non mi sembra una politica dell’ottimismo. Lo so che lei riuscirà a convincere gli italiani che si tratta della solita propaganda dell’opposizione. E che mi dice del taglio degli enti inutili? Ero bambino quando sentivo dire che era stato creato un ente per abolire gli enti inutili. Adesso lei ce lo vende come misura anticrisi. Geniale. Geniale la comunicazione che i risparmi ottenuti dal licenziamento di precari, contrattisti, consulenti e borsisti andranno a finanziare le missioni di pace all’estero. Lei è un genio. Sopprime l’Isfol, l’Isae, l’Ispesl e l’Eim per finanziare l’Afganistan. Basta, smettetela di parlar male del premier.

[csf ::: 19:17] [Commenti]
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