Due impiegati paracomunali, marito e moglie, chiedono un mutuo alla banca per costruirsi una casetta. Non hanno pendenze e debiti. La banca dice no. Un piccolo commerciante vuole arricchire la sua enoteca di un nuovo banco frigo. Dà in garanzia il negozio e la sua casa. La banca dice no. Il titolare di una piccola impresa di dieci dipendenti che va bene ma è in crisi di liquidità perché la società pubblica per la quale lavora non paga chiede un anticipo alla banca. Ma la banca dice no. Il titolare di una piccola azienda di 4 dipendenti chiede che la sua esposizione sia rateizzata. Ma la banca dice no. Un piccolo imprenditore vuole aprire un’azienda che darà lavoro a 6 persone. E’ disposto ad investire 250 mila euro ma ha bisogno di altri 130 mila euro che chiede alla banca. La banca dice no. Testimonianze raccolte da Repubblica.it. A che cosa servono le banche? Perché la Banca europea ha dato loro tanti soldi a tassi bassissimi e loro non li prestano a chi ne ha bisogno per rilanciare l’economia italiana? Le banche uccidono le imprese e frenano lo sviluppo. Forse approfittano del fatto che al governo ci sono un sacco di banchieri e di ex banchieri. Tutti sobri e sobriamente amici dei banchieri. Bertold Brecht diceva che rapinare una banca non è così criminale come fondarla. E anche Giulio Tremonti, nel suo piccolo, ha detto che a volte sono le banche a fare le rapine. Ma le banche sono più che criminali. Sono estranee al genere umano.

[csf ::: 07:10] [Commenti]
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Che noia. Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento, ma speravamo di sbagliarci. Umberto Bossi, dopo aver votato tutte le leggi ad personam possibili, dopo aver difeso Berlusconi oltre il difendibile, e sempre per un piatto di lenticchie, ora scopre che Berlusconi è come Mussolini. Ricomincerà con tutto il suo repertorio di offese nel quale si distinse già ai tempi del ribaltone quando arrivò a definire il suo ex alleato “il mafioso di Arcore”? Solo i cretini non cambiano idea, dicono sempre quelli che cambiano idea. Io una volta mi ero specializzato in interviste sul tema dei voltagabbana. Credetemi: ne ho sentite di tutti i colori. Ma sentire Bossi che dice che Berlusconi è come Mussolini mi fa venire il latte alle ginocchia, come avrebbe detto mia nonna. Quello che mi ha sempre disturbato dei voltagabbana non è tanto il fatto che cambino idea. E’ che lo fanno con disinvoltura, come se niente fosse. Non si giustificano, non chiedono scusa. E cominciano ad insultare i loro precedenti compagni di percorso. Fino alla successiva mossa. Quando diranno che non è vero niente, che sono stati capiti male, che il loro pensiero è stato travisato. Bossi dirà che Berlusconi non è mafioso, non è fascista e che lui non ha mai pensato cose del genere. E che lui è un alleato fedele e leale del Cavaliere. E poi un giorno cambierà idea e dirà che è come Pol Pot. E poi un giorno dirà che non è vero, che il suo pensiero è stato travisato. E poi un giorno…Che noia.

[csf ::: 06:52] [Commenti]
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Io lo so che voi abitate in città e quindi dei problemi dei contadini un po’ ve ne fregate. So anche che le leggi italiane sono a volte giuste, a volte sbagliate. Ma sempre assolutamente incomprensibili. Quindi sto per affrontare un tema improponibile. Eccolo. Sembra che per adeguare le nostre norme alle direttive europee un po’ di tempo fa sia stata modificata la legislazione in tema di rifiuti. Tra i cambiamenti sembra sia passato il principio che sfalci e potature debbono essere considerati a tutti gli effetti “rifiuti”. Dico “sembra” perché sono andato a leggermi la legge e non ci ho capito proprio niente. Ma diamo per scontato che ciò sia vero (e conviene darlo per scontato perché tutte le autorità, dai carabinieri ai prefetti, lo hanno dato per scontato). Se le potature sono rifiuti, poiché i rifiuti non si possono bruciare, chi le brucia commette un reato penale piuttosto grave. Ecco il punto: non è un vostro problema, è un problema dei contadini. Ma vi immaginate i contadini che prendono la potatura degli olivi o delle vigne e la portano nei cassonetti? Risultato: le potature rimangono nei campi e i rischi di incendi si moltiplicano. Racconto questa storia, anche se a voi non interessa, perché interessa solo i contadini, per evidenziare quanto sia difficile il mestiere di legislatore. Il parlamentare guadagna molto, è vero. Ma ha a che fare con materie complesse ed è costretto a scrivere articoli e commi incomprensibili. E quando qualcuno poi li comprende, si accorge che sono delle grosse stupidaggini.

[csf ::: 06:54] [Commenti]
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La donna misteriosa moldava era in plancia nei momenti cruciali dell’affondamento della Concordia? E come mai non aveva una cabina come tutti gli altri passeggeri? Sarà mica stata un’amichetta del comandante? Sarà mica stato per fare colpo su di lei che il comandante ha fatto un “inchino” troppo azzardato? Ma perché le donne sono sempre dei misteri? E che dire della donna che si è presentata all’hotel Bahamas per occuparsi del famigerato comandante alle prese con una busta rossa contenente, forse, un computer che, forse, è scomparso e che, forse, era molto importante? Che fine ha fatto questa donna e qual era il suo reale compito? Tra la donna e la navigazione c’è sempre stato un rapporto difficile. Dice un’antica superstizione che invitare una donna a bordo di una nave porta sfortuna. La versione più forte dice che comunque una donna a bordo porta sfiga. E una versione ancora più spinta dice che mai una donna dovrebbe salire su una nave da guerra. La Concordia non era una nave da guerra, tranquilli. Ma l’altro giorno ho saputo che una nave cisterna che trasporta acqua per dissetare gli abitanti delle Eolie trasportava anche quella che veniva definita dalle autorità intervenute “un soggetto di natura femminile di nazionalità straniera”. Il soggetto è stato sbarcato, il comandante della nave cisterna denunciato. Una cosa è certa: non si trattava della moldava della Concordia. Ma sarebbe meglio dare retta alle antiche superstizioni sulla donna e la nave. Anche se è una nave cisterna.

[csf ::: 07:12] [Commenti]
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Della serie: quale problema inutile potremmo inventarci domani? Perché quello di oggi lo abbiamo già. Ce lo ha proposto, con delicatezza ed educazione e sensibilità e savoir faire Elsa Fornero. “Non mi piace quando dite “la Fornero”. Dite “Fornero” e basta, così come dite “Monti”. Aggiungere l’articolo femminile sembra sia da maschilisti. Io non so come sia nata l’abitudine di aggiungere il “la” davanti al cognome di una donna. E quindi non riesco a capire da cosa si possa arguire che l’articolo “la” sia usato in chiave antifemminista, o possa essere vissuto come tale. Per non parlare di tutto il resto. Per essere politicamente corretto debbo dire “la ministra Fornero” oppure “il ministro Elsa Fornero?”. Potrei dire anche “la signora ministro Fornero”? Continuo a pensare che siano problemi grammaticali più che di sostanza. Ce ne sono parecchi di problemi simili. Mi chiedo sempre, per esempio, se quando mi rivolgo ad una persona alla quale do del lei io debba anche uniformare tutti gli aggettivi che la riguardano. Esempio: “Caro ingegnere, lei come sta? Io la trovo bene”…e fin qui nessuno problema. Ma poi debbo dire “la trovo rilassato” oppure “la trovo rilassata” visto che “la” trovo bene?
Problemi del piffero? Sì, a mio giudizio, problemi del piffero. Avevo un amico vigile urbano, scapolo, che quando qualcuno lo interpellava dicendogli “Signora guardia”, rispondeva: “Prego, signorina”.

La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento Europeo.

[csf ::: 07:16] [Commenti]
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Gli italiani che volessero percorrere l’autostrada del Brennero da quest’anno dovranno pagare l’1,22 per cento di più. Non è una grande cifra. Da Campogalliano al confine si pagava 21,30 euro. Adesso se ne pagheranno 21,55. Se ne faranno una ragione e sborseranno quei 25 centesimi senza fiatare. Ma c’è una categoria di persone che se ne fregherà ancora di più. Sono i consiglieri regionali del Trentino Alto Adige i quali godono, dal novembre del 2008, del privilegio stabilito da una delibera regionale che stabilisce il diritto per loro di una tessera di libera circolazione a carico del bilancio della Regione. Giovanna Giugni, consigliere del comune di Trento (il quale comune è azionista della società che gestisce l’autostrada) ha rivolto un’interrogazione al suo sindaco e al momento non è dato sapere quale sarà la reazione del primo cittadino, Alessandro Andreatta, e se ce ne sarà mai una. Resta l’evidente esagerazione di Giovanna Giugni: i consiglieri regionali non hanno chiesto nemmeno la tessera di libera circolazione sugli impianti di risalita. Quella sì che sarebbe utile. E che dire di una bella tessera sconto nei supermercati della Famiglia cooperativa? E 10 mila punti omaggio nella tessera Millemiglia? E perché mai privarli di una tessera di libero ingresso al cinema? E il canone, il canone della Rai, siamo proprio sicuri che i consiglieri regionali del Trentino Alto Adige debbano pagarlo? Li abbiamo eletti noi. Vogliamo che vivano nell’indigenza?

[csf ::: 07:18] [Commenti]
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La trasmissione in assoluto più noiosa della televisione viene diffusa ogni anno a reti unificate. Come in un regime. Il presidente della Repubblica parla a reti unificate. Se accendi la tv non puoi che ascoltare il suo discorso di fine anno. Una cosa assurda, una imposizione senza senso che vorrebbe porre l’accento sull’importanza dell’evento e invece lo sminuisce facendolo diventare compito obbligatorio. I media hanno parlato di boom degli ascolti. Boom di ascolti? Su rai1, rai2, rai3, canale 5, la7, dieci milioni di persone sono state costrette a vedere Napolitano. Possiamo parlare di boom se il 16 per cento degli italiani hanno ascoltato il presidente? Uno ogni sei? Dicono: lo share è stato del 57 per cento. Ma che senso ha parlare di share quando tutte le emittenti o quasi trasmettevano la stessa cosa? Anzi: 57 per cento, direi pochino. Doveva essere il 100 per cento. Ma non solo boom di ascolti, anche successo di critica. Il discorso di Napolitano, diciamolo, era pieno di luoghi comuni, di affermazioni obbligatorie tipo “l’emergenza resta viva”, tipo“occorre equità”, tipo “dobbiamo farcela” ed anche appelli alla responsabilità dei sindacati, pensieri rivolti al futuro dei nostri figli e cose del genere. Ma tutti hanno parlato di “coro di consensi”. E’ stato facile a Roberto Calderoli che per conto della Lega aveva l’incarico di sparare a pallettoni contro Napolitano, dire che sembrava sentire parlare Cetto Laqualunque. Dio come sono sceso in basso: parlo bene di Calderoli.

[csf ::: 07:19] [Commenti]
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Come disse Kafka, “la fortuna è ceca”. In questi giorni sta conquistando il mercato editoriale, puntando sul milione di copie (ma non porrei limiti anche se Fabio Volo già trema) un mio libretto (“Stelle bastarde: l’oroscopo che non mente”) che si chiede come mai “gli oroscopi sono stupendi ma la vita fa schifo”. Ecco il problema. Noi abbiamo bisogno di futuri radiosi, di speranze, di ottimismo. La vita si abbatte su di noi impetuosamente e noi siamo sempre lì a sperare che alla fine il corso degli eventi abbia una virata e ci porti milioni, successi, felicità. Facciamo il tifo per l’Albino Leffe e speriamo che vinca contro il Barcellona. Il Barcellona è mille volte più forte. Per quale ragione dovrebbe vincere? Oltretutto sarebbe un’ingiustizia. E’ questo il motivo per cui hanno successo gli oroscopi. Perché promettono soldi, amore e salute. Tutto questo è senza senso. Gli amori finiscono presto, le malattie impazzano, i soldi finiscono nelle tasche di pochi felici. E noi continuiamo a leggere previsioni insensate che ci spiegano che il prossimo sarà l’anno migliore della nostra vita. Niente serve pensare che maghi e astrologhi ci hanno predetto anche l’anno scorso mirabilia che non si sono verificate. La richiesta di fortuna è fortissima. Credere di poter vincere al Superenalotto è una idiozia statistica. E sono proprio i poveri quelli che proporzionalmente spendono di più, loro che hanno così poca dimestichezza con la fortuna. Perché la fortuna è un motore vitale.

[csf ::: 19:55] [Commenti]
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Ogni tanto occhieggiano dai quotidiani notizie sul traffico di cani destinati alla vivisezione. Non ci sono scuse. La scienza…la medicina…niente da fare amici miei. Chi tortura un animale è un torturatore. Volete scoprire la nuova cura per il cancro? Fatelo, ma fatelo senza seviziare i cani. I cani sono tra gli esseri viventi più buoni. Più buoni sicuramente degli uomini. Non si fanno le guerre, non tradiscono, non dicono bugie, non parlano male uno dell’altro. I cani ti seguono dove li porti, non ti abbandonano. Sono portatori di un amore spesso esagerato che riversano su uomini e donne che spesso non lo meritano. L’uomo è spesso tremendo nei confronti dei cani. Li picchia, li lega, li lascia soli, li sfrutta, li abbandona. E vieta loro di vivere una vita naturale. I cani non possono correre. In nessun luogo i cani possono correre liberi. Non in città, non in riva al mare, non i montagna, non nei prati, non nelle campagne. Lo stabilisce la legge. La legge, molto spesso, odia la ragione. Il mio cane, Billie, deve fare corse sfrenate, è la sua natura, per almeno un’ora al giorno. Può farlo solo nei boschi attorno a casa mia. Ma è vietato, perché dà fastidio ai cacciatori che amano tanto la natura e passano il tempo uccidendo animali. Se Billie non fa corse sfrenate, soffre. Io glielo spiego che può andare solo al guinzaglio perché i cacciatori non vogliono che vada in giro libera. E lei mi guarda come per dirmi: ma io mica vieto ai cacciatori di andare in giro liberi. Sia chiara una cosa: se la legge vieta ai cani di correre, vieta ai cani di vivere.

[csf ::: 19:53] [Commenti]
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Caro sindaco di Roma, la Repubblica è una brutta bestia. E’ un giornale dichiaratamente di parte. E non è la parte tua. E’ un giornale che nei titoli mette dei virgolettati che negli articoli non ci sono. E’ un giornale che pubblica nello stesso paginone tre articoli praticamente identici. E’ un giornale antipatico e a volte arrogante. Ma è un giornale importante, ricco di giornalisti autorevoli accanto a giornalisti insopportabili. Tu hai dichiarato la guerra a Repubblica perché ti attacca in continuazione. Diritto di Repubblica di attaccarti. Diritto tuo di dichiararle guerra. Il problema è: che tipo di guerra un sindaco può dichiarare ad un giornale? Può scegliere il silenzio stampa. Cioè: il sindaco non parla con la Repubblica e non le dà interviste. Legittimo. Ma tu hai dato l’ordine a tutti gli assessori di dare l’ordine a tutti gli uffici stampa di non fornire informazioni ai giornalisti di Repubblica. Illegittimo. Il rapporto fra cittadini e amministrazione, mediato dai giornalisti, è sacrosanto. Nessun sindaco, per quanta ragione possa avere, può negare le informazioni a chi ne ha diritto, anche se è antipatico, anche se è scorretto. Il dovere degli uffici stampa, pagati con denaro pubblico, è creare collegamenti tra giornalisti e sindaci. Non costruire cavalli di frisia.

[csf ::: 19:50] [Commenti]
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