- 30 Agosto 2008
Certo che doveva capitare anche a lui l’intercettazione. Chi non viene intercettato non conta niente. Poi lui dice che si tratta di roba di scarsa importanza, di nessun valore penale. Ed ha ragione, probabilmente. Una cosa sarebbe venire intercettati mentre si corrompe un giudice e cosa del tutto diversa sarebbe essere intercettati mentre si cerca un lavoro per il proprio figlio disoccupato. Le intercettazioni di Romano Prodi contengono chiacchiere, consigli a parenti, segnalazioni dell’attività di nipoti e di consuoceri. E vabbé. Roba minima sulla quale gli avversari politici si sono buttati con cipiglio speculatorio. Sono convinto che le chiacchiere di Prodi siano quanto di più innocente si possa pensare. Ma…Ma è proprio troppo chiedere ad un politico di sospendere anche queste chiacchiere una volta che viene nominato presidente del consiglio? Dovrebbe fare così: mandare una circolare a parenti ed amici cari. Questa: “Cari miei, vi voglio bene ma come sapete da oggi sono il premier. Quindi – vi prego – per cinque anni fate come se non esistessi. Non chiedetemi consigli, non sollecitatemi aiuti, non segnalatemi amici. Non sarà sempre così. Fra cinque anni tornerò il cordialone di un tempo e potrete chiedermi tutti i favori che vorrete. Ma per adesso fate come se fossi morto”.