- 19 Agosto 2015
Impazza, sul quotidiano impegnato, il dibattito sul piede. E’ un dibattito che viene da lontano. Già Aristotile aveva affrontato il tema ma solo la scuola di Francoforte lo aveva approfondito. Così Andrea Scanzi ha giustamente attaccato tutte quelle donne che usano “scarpe aperte senza tacco. Un’autentica sciagura estetica”. Non è solo un problema di bellezza. E’ anche un freno all’eros. “La libido crolla a zero”, si allarma. Il piede, dice, è ritenuto una parte non “privata” e quindi mostrabile. “E’ qui che risiede l’errore. Il piede è una parte intima”. Come le tette, come il sedere. Le donne non lo possono mostrare se non è perfetto. E conclude: “E’ una invasione di truzzi che indossano ciabatte inaccettabili”. Gli risponde, sul suo stesso giornale impegnato, una sua collega. Non si sa se perché donna o perché sia chiama Truzzi. Silvia Truzzi. E gli dice che “c’è infradito e infradito”. Perché una cosa sono quelle schifezze di infradito alla giapponese e una cosa sono quelle cucite a mano dagli artigiani capresi. Il dibattito vola alto e il quotidiano impegnato torna per la terza volta sull’argomento. Selvaggia Lucarelli attacca con decisione Andrea Scanzi e gli ricorda che i piedi dell’uomo sono peggio di quelli della donna. E cita dodici casi in cui gli uomini quanto a scarpe sono messi proprio male. Conclude nientedimeno che il grande musicologo Paolo Isotta, sempre sul quotidiano impegnato. Dice: “Ah, la bellezza del piede nudo!” Vogliamo finirla qui?