- 29 Ottobre 2014
Capita molto spesso che le persone che sono alla guida del nostro Paese, dichiarino che certe cose non le possono dire, oppure fanno finta di dirle ma poi non le dicono, oppure sostengono che ci sono delle cose che non debbono essere diffuse. Non sto parlando del segreto di Stato. Non sto parlando di delicati questioni internazionali. E nemmeno di problemi diplomatici o militari. Mi riferisco a quando di fronte a domande del tutto banali le risposte dei politici sono reticenti, ambigue, imprecise. Il loro atteggiamento è quello di chi ha responsabilità talmente alte che non può parlare con chiunque di cose che lui sa perché occupa una posizione di particolare importanza. Ci sono dei livelli di conoscenza cui possono attingere solo coloro che sono stati eletti e non i comuni cittadini. Volete un esempio lampante? Il patto del Nazareno. Un giorno il leader del Pd e il leader di Forza Italia si sono incontrati, hanno deciso di fare un percorso comune e lo hanno messo nero su bianco come ha raccontato lo stesso Matteo Renzi a Claudio Tito di Repubblica il 4 agosto. Cioè: esiste un foglio di carta in cui Renzi e Berlusconi hanno scritto un accordo, un contratto, un patto e tutte le volte che qualcuno chiede loro di mostrarlo cominciano a tergiversare e a menare il can per l’aia. Loro non vogliono rendersi conto che siamo noi che li abbiamo votati, siamo noi che li paghiamo e che quindi è a noi che loro, che sono al nostro servizio, debbono rendere conto delle loro azioni. Lo faranno mai? Mettetevi il cuore in pace. No.