- 22 Ottobre 2014
Mi capita sempre più spesso di rimanere turbato sfogliando i quotidiani italiani. Ma non perché sono o sconclusionati. E’ vero sono brutti e sconclusionati. Contengono articoli ai quali con corrispondono i titoli. Non si può avere tutto. E il direttore ha tutto il diritto di imporre la sua opinione se il giornalista ne ha espressa un altra. Contengono cronache che non obbediscono a nessuna delle cinque “W” (who, what, why, where, when, non necessariamente in quest’ordine). Ma la vita che è incasinata e i giornalisti hanno tutto il diritto di fare i poeti, dimenticare i fatti e dilungarsi in opinioni. Capita anche che un articolo venga pubblicato a pagina 5 e ripetuto a pagina 10 oppure che il lunedi vengano pubblicati i programmi tv di domenica. Ma non sono questi i motivi per i quali rimango turbato. Il motivo principale è che mi accorgo che la parte redazionale segue un percorso del tutto indipendente dalla parte pubblicitaria. “Bene”, direte voi ed avete ragione. La pubblicità non deve influenzare i contenuti. Ma quando accanto ad una pagina dedicata alle cronache di un’alluvione c’è un paginone che esalta la bellezza di una vacanza alle Maldive? E se c’è la storia di un drammatico stupro di gruppo come la mettiamo con la paginona raffigurante una giovane conturbante con un provocante bikini? Inevitabile, direte voi. E avete ragione. E’ veramente difficile mettere d’accordo il triste racconto della realtà di tutti i giorni con il luccicante mondo dei consumi che ci vogliono far sognare.
Sei sempre bravo Claudio, ma sullo sconclusionamento (si dice così?) dei nostri quotidiani si potrebbe continuare per pagine intere. Qualche giorno fa leggo un articolo che finisce con un “era”, niente altro, se non la solita “riproduzione riservata”. Penso che strano, non mi sembra finito questo articolo. Il giorno dopo l’autore del pezzo, un mio ex collega, per diversi motivi mi manda il pezzo INTERO. Avevano tagliato così, ZAC, (e non è la prima volta) quasi dieci righe… perchè non ci stavano, punto e basta. Avrebbero dovuto lavorare qualche settimana con Sechi questi redattori. Se ne sarebbero viste delle belle. Ciao