- 29 Ottobre 2014
Capita molto spesso che le persone che sono alla guida del nostro Paese, dichiarino che certe cose non le possono dire, oppure fanno finta di dirle ma poi non le dicono, oppure sostengono che ci sono delle cose che non debbono essere diffuse. Non sto parlando del segreto di Stato. Non sto parlando di delicati questioni internazionali. E nemmeno di problemi diplomatici o militari. Mi riferisco a quando di fronte a domande del tutto banali le risposte dei politici sono reticenti, ambigue, imprecise. Il loro atteggiamento è quello di chi ha responsabilità talmente alte che non può parlare con chiunque di cose che lui sa perché occupa una posizione di particolare importanza. Ci sono dei livelli di conoscenza cui possono attingere solo coloro che sono stati eletti e non i comuni cittadini. Volete un esempio lampante? Il patto del Nazareno. Un giorno il leader del Pd e il leader di Forza Italia si sono incontrati, hanno deciso di fare un percorso comune e lo hanno messo nero su bianco come ha raccontato lo stesso Matteo Renzi a Claudio Tito di Repubblica il 4 agosto. Cioè: esiste un foglio di carta in cui Renzi e Berlusconi hanno scritto un accordo, un contratto, un patto e tutte le volte che qualcuno chiede loro di mostrarlo cominciano a tergiversare e a menare il can per l’aia. Loro non vogliono rendersi conto che siamo noi che li abbiamo votati, siamo noi che li paghiamo e che quindi è a noi che loro, che sono al nostro servizio, debbono rendere conto delle loro azioni. Lo faranno mai? Mettetevi il cuore in pace. No.
- 22 Ottobre 2014
Mi capita sempre più spesso di rimanere turbato sfogliando i quotidiani italiani. Ma non perché sono o sconclusionati. E’ vero sono brutti e sconclusionati. Contengono articoli ai quali con corrispondono i titoli. Non si può avere tutto. E il direttore ha tutto il diritto di imporre la sua opinione se il giornalista ne ha espressa un altra. Contengono cronache che non obbediscono a nessuna delle cinque “W” (who, what, why, where, when, non necessariamente in quest’ordine). Ma la vita che è incasinata e i giornalisti hanno tutto il diritto di fare i poeti, dimenticare i fatti e dilungarsi in opinioni. Capita anche che un articolo venga pubblicato a pagina 5 e ripetuto a pagina 10 oppure che il lunedi vengano pubblicati i programmi tv di domenica. Ma non sono questi i motivi per i quali rimango turbato. Il motivo principale è che mi accorgo che la parte redazionale segue un percorso del tutto indipendente dalla parte pubblicitaria. “Bene”, direte voi ed avete ragione. La pubblicità non deve influenzare i contenuti. Ma quando accanto ad una pagina dedicata alle cronache di un’alluvione c’è un paginone che esalta la bellezza di una vacanza alle Maldive? E se c’è la storia di un drammatico stupro di gruppo come la mettiamo con la paginona raffigurante una giovane conturbante con un provocante bikini? Inevitabile, direte voi. E avete ragione. E’ veramente difficile mettere d’accordo il triste racconto della realtà di tutti i giorni con il luccicante mondo dei consumi che ci vogliono far sognare.
- 15 Ottobre 2014
Intervista al cardinale Christoph Schönborn, grande teologo domenicano. Uno dei preti che guidano il mondo cattolico. Uno che ha avuto un ruolo centrale nel dibattito del Sinodo. Uno che ha una visione moderna della vita. Gian Guido Vecchi lo incontra per il Corriere della Sera e lo interroga ovviamente su alcuni temi centrali del mondo di oggi, quelli sui quali la Chiesa ha tradizionalmente avuto posizioni retrogade. La comunione ai divorziati…le coppie omosessuali…Il cardinale non si smentisce e mostra il lato meno fastidioso della religione, la comprensione. Tant’è che il titolo alla fine è: “Ho conosciuto una coppia di uomini che era esemplare”. Racconta il cardinale: «A Vienna, ho conosciuto due uomini di tendenza omosessuale che convivono da tempo, hanno fatto un patto civile. E ho visto come si sono aiutati quando uno di loro è caduto gravemente malato. È stato meraviglioso, umanamente e cristianamente, come uno si è occupato dell’altro, restandogli accanto. Sono delle cose da riconoscere”. Anche un laico come me, con notevoli sfumature anticlericali, rimane felicemente sorpreso quando si imbatte in preti con una visione del mondo un po’ meno antica di quella di Giovanardi. Però poi…Il cardinale continua. Gesù ha detto: “I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel Regno di Dio”. Capito? Bisogna rispettare anche i peccatori perché non è detto che Dio li punirà. Non c’è niente da fare. Anche per il prete più aperto e progressista l’omosessualità è un comportamento peccaminoso. Un cardinale è sempre un cardinale.
- 4 Ottobre 2014
L’articolo uno della Costituzione italiana dovrebbe essere: l’Italia è un Paese fondato sulla deroga. Le leggi vanno bene per gli altri, ma non per noi, non per la nostra mamma, non per i nostri amici, non per le persone che ci fanno sognare. Totti sputa in faccia ad un avversario? Ragazzata, non si può condannare, dicono i romanisti. Da condannare invece è Zidane che dà una capocciata a Materazzi. Perché Materazzi gioca nella nazionale italiana. Il ragazzo che stupra merita ogni attenuante secondo i parenti. Se ci danno una multa perché guidiamo con un tasso alcolico sopra il consentito si tratta di accanimento. La deroga è la regola. La legge non deve diventare disumana. Meglio “dura lex sed lex” oppure “summum jus summa iniura”? Questo è il destino dei proverbi cioè della saggezza popolare. Ce ne è sempre uno che dice una cosa ed uno che dice il contrario. Così puoi scegliere. Tutto ciò per dire che mi ha colpito l’elenco delle persone (Francesco Alberoni, Pupi Avati, Piero Chiambretti, Oliviero Toscani, Alessandro Meluzzi, Paolo Limiti, Silvana Giacobini, Mara Venier, Vittorio Sgarbi, ma l’elenco si allunga) che vogliono che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dia la grazia a Fabrizio Corona, in galera per spaccio di banconote false, bancarotta fraudolenta, fatture false, corruzione (ma non l’avevano beccato anche mentre guidava senza patente?). Adesso all’elenco dei vip si è aggiunto Adriano Celentano. Non credo che Napolitano possa più rifiutarsi di aprire la cella.
- 2 Ottobre 2014
Eleonora Forenza è una deputata europea eletta nelle liste dell’Altra Europa con Tsipras. Ricordate? É quel movimento, ispirato al politico greco, che ha portato a Bruxelles anche Curzio Maltese e Barbara Spinelli. Estrema sinistra. E se non proprio estrema, più a sinistra di Matteo Renzi. Attenta ai problemi dei cittadini in carcere, Eleonora è andata a verificare le condizioni di Nunzio D’Erme , esponente della sinistra radicale romana, finito in carcere venerdi scorso a causa dei tafferugli avvenuti il 21 maggio scorso negli uffici del VII municipio. Nunzio D’Erme è famoso anche per aver depositato 150 chili di letame davanti alla porta di casa di Silvio Berlusconi, qualche anno fa. E perché è sempre in prima fila quando c’è da lottare insieme ai centri sociali e con le tute bianche. Non c’è protesta a Roma che non lo veda in prima fila. Per questo ogni tanto finisce in prigione. Ma questo lo ha messo in conto. Non ha messo in conto però che in carcere è un po’ difficile farsi le canne. Ma ci ha pensato la delegazione guidata da Eleonora Forenza. Appena arrivato davanti a Nunzio, uno della delegazione gli ha consegnato 1,30 grammi di marijuana. Lo ha fatto in maniera maldestra e un agente lo ha beccato. Eleonora Forenza si è difesa in maniera ancora più maldestra. Ha detto: “Non sapevo assolutamente nulla . Quell’uomo non lavora nella mia segreteria. Non ero a conoscenza delle sue intenzioni”. E naturalmente ha denunciato “ il solito predicozzo proibizionista”. Chissà quanto è contento Tsipras.