Che uno voglia fare propaganda alla propria trasmissione televisiva io lo capisco. E se questo qualcuno si chiama Maradona, con tutti i problemi che ha, lo capisco ancora di più. Ma io sono un ingenuo e continuo a sorprendermi quando qualcuno racconta una brutta azione e se ne vanta. Maradona ha finalmente confessato durante “La noche del 10” – quello che non poteva negare visto che c’erano le riprese tv: il suo goal di mano contro gli inglesi ai mondiali del Messico del 1986. “Non me ne pento”, ha detto alludendo al conflitto che quattro anni prima aveva opposto Argentina e Inghilterra per il controllo delle Malvinas. “Chi ruba a un ladrone ha cento anni di perdono”. Poi però ha detto: “E’ stato un gesto spontaneo: l’avevo fatto anche contro l’Udinese”. Mi sfugge un particolare: c’erano anche i friulani nella guerra delle Malvinas?

[csf ::: 09:53] [Commenti]
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Parla come mangi, dicevano i nostri nonni. Berlusconi, per esempio, parla come mangia. Casini invece è un erede dell’oscurantismo linguistico dei Moro e dei De Mita. Dice Casini che ci vuole un segnale di discontinuità. E Berlusconi risponde che comanda lui. Quando parlano i professionisti la gente non li capisce. Quando parlano i dilettanti la gente li segue. E qui vorrei citare il caso del noto avvocato Alfredo Biondi il quale quando parla del Genoa che vorrebbe restare in serie A nonostante sia stato preso col sorcio in bocca grazie alle intercettazioni telefoniche, usa tutta la sua grande passione professionale citando gli articoli 15, 24 e 111 della Costituzione e protesta contro l’uso illegittimo delle intercettazioni. Roba da tribunale. Ma se vuole parlare alla gente dovrebbe anche ricordarsi di dire se le cose dette al telefono sono vere o false.

[csf ::: 13:40] [Commenti]
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Lo sapevo. Lo temevo. Speravo che non succedesse ma contemporaneamente disperavo. E’ la legge di Murphy: se una cosa terribile puo’ accadere, accadrà. Ed è accaduta. Costantino è ormai un maitre a penser. Cioè: è considerato un esperto da interrogare sui grandi problemi che dilaniano la società. Interrogativo fondamentale: i ristoranti sono diventati anche delle alcove dove conquistare le donne dei propri sogni? Pronti! Si telefona a Costantino e gli si gira la domanda. E lui fa sapere che sì, “le cene a lume di candela aiutano”.
Ma va? “Aiutano a raggiungere ‘altri’ risultati, magari sulla spiaggia”. Così, col peso sullo stomaco? “Ma non è una cartuccia da sparare subito”. Per quanto – dice Costantino percorso da dubbio – …per quanto oggi tutto è possibile, tutto corre più velocemente, soprattutto le ragazze. Diavolo di un pensatore.

[csf ::: 09:57] [Commenti]
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Io credevo che il punto più basso di arroganza da parte di uno sportivo fosse stato raggiunto da Alberto Tomba quando dalla parti di Cortina, trovandosi con la sua macchinetta sportiva intrappolato in una lunghissima coda, tirò fuori la paletta da carabiniere e si fece strada a colpi di clacson. Evidentemente Alberto Tomba era solo la punta dell’iceberg. Stefano Tacconi, anche lui proveniente dal mondo dello sport e anche lui convinto che successo innalzi i campioni sopra le leggi, se ne andava in giro per Milano con la paletta della Pubblica Sicurezza che lasciava in bella evidenza dentro la sua Porsche Cayenne quando la parcheggiava nei posti riservati alla Polizia. E’ stato beccato facilmente. L’idea che Tacconi ha della Polizia è diversa dalla realtà. Sono tanti i poliziotti con la paletta, ma sono pochissimi quelli con la Porsche.

[csf ::: 14:03] [Commenti]
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Cinque mesi or sono l’Unità incappò in un incidente di persorso imbarazzante. Scrisse che il padre di Storace aveva picchiato, tanto tempo fa, un ex deportato. Fu facile a Storace dimostrare che si trattava di un falso. Il direttore dell’Unità, Antonio Padellaro, si scusò. Il ministro Gasparri, indignato, si autosospese dall’Ordine dei giornalisti e chiese provvedimenti contro il direttore dell’Unità. Qualche giorno fa Panorama è stato costretto a bubblicare la sentenza che definisce diffamatorio un articolo di Lino Jannuzzi contro il giudice Ilda Boccassini. Né Jannuzzi né il direttore di Panorama si sono scusati. Ed è assordante il silenzio dell’ex ministro Gasparri. Come mai non ha nulla da chiedere all’Ordine dei giornalisti? Come mai non si autosospende anche stavolta? Meglio: come mai è ancora iscritto all’Ordine dei giornalisti?

[csf ::: 09:51] [Commenti]
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Il Papa sbaglia. Oibò. Ma non era infallibile? Lo dico sul serio: per me il Papa sbaglia un sacco. Ma io non sono un cattolico. E quindi lo posso dire con estrema tranquillità che il Papa non mi convince quando parla. Anche perché se fossi convinto che il Papa non sbaglia mai io sarei cattolico. Ma Baget Bozzo? Don Gianni è un prete, non solo un cattolico. Eppure non perde occasione per dire che il Papa sbaglia. Sbaglia anche adesso che cerca di svelenire i rapporti interreligiosi. Secondo don Gianni sbaglia perché ha paura che i musulmani attacchino le sue chiese. Il Dio del Corano, dice il prete ligure, non ammette dialogo. Che senso ha cercare di dialogare con i suoi fans? Il Papa perde il suo tempo. Non resta che farli fuori tutti, questi musulmani. Il Papa, letto don GBG, si sta già armando. Speriamo che non legga anche la Fallaci.

[csf ::: 12:28] [Commenti]
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Lasciate che lo dica tutto di un fiato: se un leghista, non un leghista qualsiasi, ma un leghista ministro, un nome a caso, Roberto Castelli, sostiene che Telepadania ha mandato in onda le immagini di un gruppo di extracomunitari, in Italia, che ballano e cantano e festeggiano le bombe di Londra e poi si scopre che la notizia è falsa, ma non falsa un poco, falsa falsa, cioè non c’è niente di vero, allora, anche considerando il fatto che il ministro non è un ministro qualunque ma addirittura il ministro della Giustizia, un ministro che quindi dovrebbe dare il buon esempio, si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi che questo ministro non sia tanto responsabile ma anzi sia qualcosa di molto vicino a uno scapestrato, a uno sconsiderato che diffonde notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico, cioè commette un reato?

[csf ::: 12:17] [Commenti]
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Tutte le volte che il mondo del calcio incoccia con leggi e sanzioni rimango sbigottito dal relativismo giuridico degli italiani. C’è scritto che le squadre per partecipare ai campionati debbono essere in regola con le tasse, i contributi e gli stipendi? Vabbè, ma mica si diceva sul serio. Così quando una squadra viene punita scatta il piagnisteo. Non solo quello ovvio degli ultras che non brillano per potenza cerebrale. Perfino un uomo moderato e sano di mente come il ministro Antonio Martino, ministro della Difesa, si lascia andare a dichiarazioni tipo: “L’idea che il campionato di calcio venga deciso con la carta bollata e non sul campo è davvero inaudita”. L’idea che un ministro della Repubblica abbia un concetto così elastico delle leggi fa paura. Sarà perché il ministro è messinese e il Messina è una delle squadre sotto accusa?

[csf ::: 13:50] [Commenti]
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Monica Setta ma che mi fai? Vai a parlare con Loredana Lecciso e stimoli confidenze. Vincendo la sua notoria ritrosia la fai parlare dei suoi progetti. E scrivi l’intervista per Gente. Solo che non di intervista si tratta ma di una chiacchierata fra amiche. E tu ti becchi una bella smentita. Tutte falsità, si lamenta Loredana. E che cosa rispondi tu Monica Setta? Rispondi che è vero, che ti dispiace di aver tradito la fiducia di Loredana. Era una chiacchierata, un lungo incontro, quattro ore di confidenze registrate segretamente grazie ad un micro-registratore a forma di penna. Un microregistratore segreto a forma di penna? Ma Monica, tu sei una spia? Giri con microfoni nascosti fra le tette? Ti posso dire buongiorno senza che un’intervista compaia su Gente? Monica tranquillizzami. E smettila di agitarmi quella penna sotto il naso.

[csf ::: 12:12] [Commenti]
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Che vergogna! I post fascisti si sono impadroniti della “Ciociara” per pubblicizzare, tramite poster stradali, la loro avversione alla violenza sessuale. E Sophia Loren si è inquietata. Ha fatto sapere, tramite avvocati, che non ritiene di “dover prestare la propria immagine ad un singolo partito”. La Ciociara è lei e la gestisce lei. A me era piaciuta quella pubblicità. Il fatto che fossero proprio i post fascisti ad usare l’immagine di Sophia l’avevo considerato positivamente. Poi è arrivata la titolare a scombinarmi tutte le convinzioni. E mi sono chiesto: “Ma la Ciociara è sua o magari è di tutto il mondo?” E mi sono anche risposto: “La Ciociara è di chi la vuole, come tutte le opere d’arte”. Vi immaginate Charlot che rivendica i diritti di esclusiva sull’immagine dell’operaio di “Tempi moderni”? Ma Sophia non è Charlot.

[csf ::: 11:36] [Commenti]
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