- 9 Luglio 2014
Vorrei parlare qui, oggi, dell’uso delle parole. Meglio: dell’improvvido uso delle parole, del loro uso banale e insensato. Siccome le parole con costano, molti le usano senza pensarci, senza preoccuparsi del fatto che le parole hanno un senso e non si deve fare a meno di tenerne conto. Le parole di cui si fa spesso uso scriteriato solo le parole alla moda. Se una parola è alla moda si pensa che usandola si è più “fichi” come dicono i “gggiovani”. Si pensa anche che usandola si faccia una più bella figura e si è più facilmente compresi. Ricordo una volta che il papa (Giovanni Paolo II) uscì sul sagrato di San Pietro è intonò una canzone. Non ricordo che canzone fosse. Ma l’importante è che il papa cantò. In quei tempi furoreggiava il karaoke. Tutti quanti sapete che cosa è il karaoke. Sapete che karaoke non è sinonimo di canzone. Karaoke è cantare una canzone su una base preregistrata leggendo le parole su uno schermo. Ma i giornali titolarono: “il Papa fa il karaoke”. L’altro giorno è caduto nello stesso giochino il nostro amato premier, Matteo Renzi. Voi sapete che cosa è un selfie, vero? E’ farsi una fotografia con un telefonino, con un tablet, spesso insieme ad amici, allungando la mano e puntando l’obbiettivo verso se stessi. “Se l’Europa facesse un selfie, ha detto Matteo, verrebbe fuori il volto della noia”. Matteo non ha resistito alla tentazione di apparire moderno e giovanile. Poi, sotto la doccia, ha fatto un karaoke.