- 29 Maggio 2012
La foto è anche bella. Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, tutta elegantemente vestita di rosso, fa la spesa all’Ikea mentre gli agenti della sua scorta l’accompagnano molto poco preoccupati della sua sicurezza e molto più indaffarati a portarle il carrello. Polemiche a non finire. Battute tipo: gli agenti della sporta. Populismo, moralismo, di tutto. Ma la prima riflessione che ho fatto è stata: giusto scandalizzarsi. Una senatrice di sinistra non può farsi beccare mentre utilizza a fini privati una scorta pagata dal denaro pubblico. Poi ho anche pensato: di fronte a ciò che leggiamo, ville, milioni, barche, case, tangenti, leggi ad personam, questa è proprio poca cosa. Poi ci ho riflettuto ancora un poco e sono di nuovo tornato sulla prima posizione: in politica i peccati veniali hanno lo stesso segno dei peccati mortali. C’è un problema di quantità ma anche un problema di qualità. E soprattutto è brutto pensare che c’è chi fa uso ancora della doppia morale. Che cosa avrebbe detto Anna Finocchiaro se la stessa fotografia avesse avuto come soggetto Daniela Santanché? Devo dire che ho sperato. Ho sperato che Anna Finocchiaro smentisse. Dicesse: è una speculazione politica, è un fotomontaggio, è stato un attimo, mi hanno strappato di mano il carrello ma l’ho subito riconquistato. Ebbene, Anna Finocchiaro ha smentito. Ha detto: non sono io che ho chiesto la scorta. Anzi ho chiesto che mi venisse tolta. E questa sarebbe una smentita, senatrice Finocchiaro?