- 7 Luglio 2008
Sono sempre colto da un po’ di imbarazzo tutte le volte che leggo i “severi moniti” del Papa. Essendo un non credente tenderei a disinteressarmene. Ma poiché appartengo a questa società e conosco la capacità del Vaticano di influenzare le coscienze, presto attenzione. E quando Benedetto XVI interviene sulla fame nel mondo, sullo spreco di energie, sulla povertà e sull’analfabetismo mi viene subito da pensare: “Beh, mica male, l’uomo sa quel che vuole e lo dice con grande passione”. Ma poi, quando leggo l’appello contro “le speculazioni finanziarie” mi viene da chiedermi: “Qualcuno gli ha parlato dello Ior?”. Quando leggo che punta un dito severo contro “i flagelli della povertà estrema” penso: “La Chiesa ha deciso di smetterla di combattere l’uso del preservativo?”. E quando auspica un “equo processo di sviluppo integrale” mi chiedo se non pagare l’Ici, al contrario di quello che è successo finora alla maggioranza degli italiani, anche quelli poveri, sia alla base dello sviluppo integrale delle attività economiche e finanziarie della Chiesa che è proprietaria di mezza Italia immobiliare.