- 21 Ottobre 2009
Il posto fisso è alla base della famiglia e della stabilità sociale. La mobilità non è un valore. Quel comunistone di Tremonti ha detto la sua. A forza di sentirmelo dire mi ero convinto che invece la mobilità era la panacea per tutti i mali. Era il motore dello sviluppo. Era la soluzione per la crisi. Adesso Tremonti non solo dice il contrario. Ma dice che lo aveva sempre detto. E si meraviglia pure che tutti si meraviglino. “L’ho sempre detto”, ha detto. “E’ una cosa scontata”. E sull’onda del suo entusiasmo anche Berlusconi si accoda. “Confermo la mia sintonia con Tremonti. Il posto fisso è un valore”, ha detto. Peccato che nell’aprile dell’anno scorso avesse detto il contrario. Per l’esattezza: “Non sono d’accordo con Tremonti”. Ecco quello che mi fa venire il latte alle ginocchia della politica. Mentre la sinistra non si sa se c’è o non c’è, la destra non si sa se sta di qua o di là. Berlusconi dice un giorno una cosa e il giorno dopo dice che non l’ha detta. Fini dimentica di essere un post fascista e veste da neocomunista. Guzzanti da un giorno all’altro perde ogni entusiasmo per il premier e comincia ad insultarlo pesantemente. Per sapere dove sta Casini bisogna interpellare la mattina all’alba il mago Otelma. Il Cavaliere continua a sbraitare contro i comunisti. E continua a circondarsi di ex comunisti. Nel frattempo a Mediaset, dicono tutti, è pieno di comunisti. Non lo so se è vero o non è vero. Ma se è vero, chi caspita li ha assunti?