- 15 Luglio 2015
Si fa un gran parlare di tasse e di evasori. Sembrerebbe che tutti gli italiani siano degli evasori perché ogni categoria dice che gli evasori sono gli altri. I commercianti dicono che sono stufi di essere additati come coloro che non pagano le tasse perché invece quelli che evadono sono i dentisti. E i gioiellieri dicono che sarebbe ora che cominciassero a pagare le tasse i commercialisti, sì proprio loro, i commercialisti che sanno come si fa ad evadere. E quelli che evadono milioni dicono che è evasione anche quella dell’idraulico che si fa pagare in nero, quella dell’oste che non fa una fattura nemmeno sotto tortura, quella del barista che regala una brioche al barbone e non gli fa lo scontrino. Ma io ormai mi sono convinto che non esiste una sola evasione, è un po’ come i treni che una volta erano prima seconda e terza e adesso, in nome dell’eguaglianza, sono premium, standard, business, salottino, smart, extra large, prima, club, executive, area silenzio, cinema. L’evasione è per lo meno serie a e serie b. Se non ho i soldi per dare da mangiare ai miei figli, se per pagare le tasse debbo licenziare della povera gente, se ho bisogno di denaro per mandare mio figlio all’università, sono un evasore light. Ma se sono un evasore totale, se nascondo introiti per comprami il veliero, se non contribuisco alla gestione dello Stato perché sono bulimico di case e palazzi, perché voglio servitù e Suv, abiti di Armani e casinò, allora sono un evasore strong, anzi qualcosa di più di strong. Nell’evasione non siamo tutti uguali.