- 16 Giugno 2014
E’ una maledizione. Il politicamente corretto: non se ne può più. Ormai le categorie dei disagiati non possono essere nemmeno nominate. Sono categorie a rischio. Per chi le nomina. Non importa se chi lo fa ha un passato immacolato. Non importa se si è distinto in rispetto per gli sfortunati. Se li nomina deve passare attraverso le forche caudine di persone che si autonominano difensori degli ingiustamente colpiti dai politicamente scorretti. Caso Mineo. Dice: “Renzi è un ragazzino autistico che vorresti proteggere perché tante cose non le sa però se lo metti a ragionare di politica e di rapporti di forza suona, come quel bambino che risolve una equazione complicatissima di matematica”. Non è una frase scorretta. Anzi è piena di affetto per quei bambini che si rifiutano o non ce la fanno a raggiungerci nel nostro mondo pieno di contraddizioni e di ingiustizie. Bambini che – ha ragione Mineo – appena li vedi il cuore ti si riempie di rabbia per l’ingiustizia e ti viene la voglia di proteggerli. Mineo non è cinico. Semmai cinismo è aggrapparsi al suo “errore” facendo finta di indignarsi, ergendosi a difensore della disgrazia, in realtà sfruttandola a fini politici. Attenzione al politicamente scorretto. E’ materia scivolosa. Non sai mai dov’è il buono e dov’è il cattivo. Se io dico che sei cieco di fronte alle disgrazie del mondo offendo i non vedenti? Se dico che il governo zoppica, ce l’ho con gli storpi? E vogliamo parlare di Bernardo di Chartres che diceva: siamo nani sulle spalle dei giganti?