- 30 Settembre 2015
Ci sono dei difetti che di per sé sarebbero perdonabili. Se uno compie una cattiva azione, non è condannabile tout court. Può capitare a tutti. A me è capitato per esempio di essere beccato dalla polizia mentre guidavo parlando con il cellulare. Azione di per sé esecrabile, tanto è vero che mi hanno multato e mi hanno anche tolto un bel po’ di punti. Ma mi sono perdonato. Quello che non mi perdonerei mai è di essere beccato un’altra volta. E’ il passaggio dall’errore al vizio. Anche se pensi che essere straricco è una colpa, non devi prendertela con chi ha una mega villa in Sardegna. Ma se uno ha sette ville in Sardegna c’è qualcosa che non funziona. Ricordate Berlusconi? Bulimia da ricchezza. Che ci fai con sette yacht? Che ci fai con sette aerei? Che ci fai con sette Ferrari? Poi c’è la bulimia da promessa. Renzi. A che cosa serve annunciare tutti i giorni? Lo faremo ad aprile, lo faremo a maggio, lo faremo a giugno. Le unioni civili: ha sempre detto che entro poche settimane, entro pochi mesi… Lui e la Boschi avevano detto che comunque, entro la fine di questo anno, le unioni civili sarebbero state varate. E invece no, nemmeno quest’anno. Tutta colpa di chi ha rallentato i lavori al Senato. Come la bulimia da evasione fiscale. Ti ha detto bene una volta. Basta no? No! L’evasione è come la droga. Non puoi starne senza. Come la bulimia da plagio. Hai copiato una volta. Al primo libro. Ti hanno beccato. Ti hanno condannato. E’ proprio il caso di rifarlo al secondo libro? Eh, Saviano?
- 23 Settembre 2015
Mauro Emmanuel Icardi Romero è un po’ italiano e un po’ argentino. Gioca nell’Inter. E possiede una splendida Lamborghini Gallardo bianca. Guadagna un sacco di soldi. Si è sposato con Wanda Nara, una fotomodella argentina che prima era sposata con Maxi Lopez altro argentino pure lui calciatore, amico di Mauro Emmanuel Icardi Romero. Un turbinio di gossip, di copertine, di foto osé. Un turbinio anche di figli, un po’ dell’uno un po’ dell’altro, quattro in tutto. Insomma un triangolo focoso. Ogni tanto i due calciatori si telefonano e si insultano. Tra una telefonata e l’altra Mauro Emmanuel Icardi Romero preleva 3 milioni di euro dal suo conto in banca e regala alla sua bellissima Wanda un attico con vista San Siro, sette stanze, sette bagni, una piscina e due terrazze. Ma la sua passione è la Lamborghini Gallardo bianca dalla quale non si separa mai, nemmeno quando va a fare shopping in via Montenapoleone insieme a Wanda. Solo che a via Montenapoleone non è facile parcheggiare. No, un attimo, c’è un posto libero. Fatto. Una veloce manovra e la macchina è sistemata. Peccato: il posto è riservato ai portatori di handicap. Ma chissenefrega dei portatori di handicap! Io sono Icardi e lei è la bella Wanda Nara. Le leggi non valgono per i belli, i palestrati e i miliardari. Quando tornano, sorpresa! C’è la multa. Poco male. La Lamborghini Gallardo costa 200 mila euro. La multa era di 58 euro. La prossima volta i 58 euro Icardi li lascia direttamente sotto il tergicristallo.
- 16 Settembre 2015
Caro Ignazio, tu sai quanto io ti stimi e quante volte, anche in questa rubrichetta, io abbia pubblicamente dichiarato questa stima. Io ti considero uno dei sindaci migliori e più coraggiosi d’Italia. Ma stavolta hai sbagliato. Sto parlano del caso Casamonica. Dei cittadini romani, rom, come consente loro la legge, fanno uno scombiccherato funerale per le vie della capitale. Un funerale esagerato, ridicolo, folkloristico, presuntuoso. Ma legittimo. Nessuno è ricercato, anche se si dice che il clan sia in odore di mafia, nessuno è indagato, nessuno è condannato. Ma anche gli indagati e i condannati hanno diritto di piangere come vogliono i loro morti. Si arriva all’assurdo che Bruno Vespa, con il suo solito grande fiuto, invita a Porta a Porta la figlia del Casamonica defunto e scoppia lo scandalo. Un’ora di grande spettacolo e di grande giornalismo ci consegna uno spaccato di vita italiana di cui io non posso che ringraziare Vespa il quale (come chi mi conosce ben sa) non è esattamente la mia tazza di the. No, non doveva intervistare Casamonica figlia. E perché mai? Io intervisterei anche Hitler, anche Pol Pot, anche Pinochet se fosse possibile. Figuriamoci un innocente fino a prova contraria. Ipocrisia imperante. Più che lo sdegno antimafioso, nelle dichiarazioni banali e conformiste che hanno riempito i giornali, io ho letto il disprezzo razzista nei confronti delle tribù zingare. Ignazio, anche tu hai sposato la corrente degli scandalizzati. Posso dirti che mi sarei aspettato un po’ più di coraggio?
- 8 Settembre 2015
Penserete che io sia un monomaniaco. Ma a me Mario Balotelli mi fa impazzire. Più fa scemate, più lo beccano, più promette che è l’ultima volta e più ci ricasca. I dirigenti del Milan gli hanno fatto firmare un contratto capestro in cui giurava di fare il buono. Mai più night, mai più creste colorate, mai più scherzi goliardici, mai più litigi. E poi, niente tweet, niente alcol, niente fumo, niente eccessi. Insomma, se Balotelli voleva continuare a giocare doveva diventare un bravo ragazzo. Ma bravo ragazzo non si diventa per contratto. Eppoi tra tutti i divieti mancava quello dell’eccesso di velocità. Così a Brescia i vigili urbani lo hanno beccato sulla sua Lamborghini mentre andava a 109 km all’ora. In città, dove bisogna andare al massimo a 50 km all’ora. SuperMario ha capito subito in quale casino si era andato a ficcare ed ha pregato gli agenti di non dare la notizia alla stampa prima che lui avesse potuto avvertire il suo agente. Singolare no? L’agente è come il tutore del ragazzaccio. E ancora più singolare è il fatto che effettivamente la notizia non sia stata divulgata prima che fossero avvertiti l’agente e Adriano Galliani, il grande capo del Milan. Il quale ha telefonato agli avvocati che hanno redatto il contratto per capire se doveva prendere provvedimenti. Gli avvocati lo hanno tranquillizzato. Balotelli può andare alla velocità che vuole, può fare conversioni ad U, può parcheggiare in divieto di sosta, può anche guidare senza patente. Purché non si tinga la cresta di giallo.
- 2 Settembre 2015
La voglia di costruire muri che impediscano alla gente di passare da una parte all’altra del mondo è sempre stata fortissima. Quindi non ci meravigliamo che la gente li invochi. Semmai ci meravigliamo quando questi muri vengono abbattuti. Io abito vicino ad una frazione che si chiama “Dazio”. Come tutti i dazii era luogo di controlli, di pagamenti, di soprusi. Una volta, tanto tempo fa, era tutto un susseguirsi di dazii, anche all’interno di singole nazioni. Il mondo era parcellizzato. Poi cambiamento di rotta: Usa, Urss e infine Europa. Ma oggi più si va avanti verso l’Europa unita più torna a parlare di confini, frontiere, divieti. Non era questo sicuramente il pensiero dei padri fondatori dell’Europa Unita a partire da quel trattato di Roma del 1950 che diede il via all’idea degli Stati Uniti di Europa. Da quel giorno cominciarono a perdere importanza le frontiere e i passaporti. Ricordo il grande momento quando sono passato da una nazione all’altra con la sola carta di identità per non parlare di quando sono passato da una nazione all’altra senza nemmeno essere fermato. Ma adesso sembrano tornati i vecchi tempi. Si parla solo di controlli, di bloccare le frontiere, di respingere la gente. L’emergenza dei profughi afro-asiatici insieme all’egoismo degli europei, fa ritornare indietro l’Europa di decine di anni. Il sogno europeo crolla. Direte: anche gli Stati Uniti di America respingono i clandestini. Sì, è vero, ma ai confini degli Usa, non tra il Nebraska e il Colorado.