Giovanni Toti, giornalista, ex direttore di tg mediaset, diventato consigliere di Berlusconi, eletto recentemente presidente della Liguria, viene intervistato dal Corriere della Sera e rilascia la seguente dichiarazione sull’Italicum: “Renzi deve riflettere sulla convenienza di un sistema che così porterebbe al ballottaggio anche grillo”. Incredibile. Nero su bianco ciò che tutti i politici pensano e dicono fra loro ma che nessuno finora aveva avuto il coraggio di dichiarare ufficialmente. E cioè che le leggi elettorali vengono studiate, redatte e votate non per consentire di eleggere nella maniera più rappresentativa possibile le persone che ci debbono governare. No. Le leggi elettorali non devono servire a formare il miglior parlamento e di conseguenza il miglior governo possibile. Devono servire a far vincere quel partito e far perdere quell’altro partito. E’ evidente che è così. Una legge con alto sbarramento elimina i partitini. Vuoi fare sparire Fratelli d’Italia e Ncd? Soglia al 5 per cento. Vuoi fare vincere il Pd? Premio di maggioranza alto al partito. Voi far vincere il centro destra? Premio di maggioranza alla coalizione. Vuoi far vincere i grillini? Doppio turno con ballottaggio. Ecco, è proprio questo il pericolo secondo Giovanni Toti. Scongiurarlo è facile. Basta fare una legge elettorale diversa, che “punisca” il Movimento 5 stelle. Chi comanda fa le leggi che perpetuano il potere di chi comanda. Orrendo. Sono i limiti della democrazia. Oltre questo c’è la rivoluzione.

[csf ::: 09:49] [Commenti]
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Ci sono parole antipatiche. Al momento la parola che mi è più antipatica è selfie. Una volta esisteva l’autoscatto. Era una cerimonia complessa, divertente ed anche un po’ commovente. Si cominciava cercando un luogo sul quale posare la macchina fotografica. Poi ci si metteva in posa, tutti tranne la persona incaricata di mettere in moto il clic finale. La persona incaricata studiava l’inquadratura, si contorceva cercando di guardare dentro il mirino, dava un’ultima sistemata alla macchina e poi schiacciava il pirolino che metteva in moto il contatore. La macchina cominciava ad emettere una vibrazione per tutto il tempo che consentiva all’operatore di correre verso il gruppo e sistemarsi in mezzo a loro spingendo a destra e a sinistra. A quel punto tutti sorridevano aspettando il clic definitivo. Finiva con una grande risata. Era più divertente l’operazione in sé che il risultato finale. Oggi ci sono gli smart phone. La novità non è tanto quella tecnica (è eliminata la corsetta, si fa tutto tendendo in avanti la mano) ma è quella sociologica. Guardate il sorriso. La foto con l’autoscatto causava sorrisi speranzosi, di attesa, era una foto destinata al futuro. Il selfie causa sorrisi ebeti, da deficienti. Spesso sguaiati. A volte penso di essere un inguaribile conservatore, uno che vorrebbe congelare il passato. Ma avete notato che nessuno chiede più un autografo? Tutti vogliono il selfie. Con l’autografo ti portavi a casa un pezzo del tuo idolo. Col selfie te lo porti a casa quasi tutto.

[csf ::: 09:46] [Commenti]
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Oggi vota soltanto il 50 per cento degli italiani. Non per pigrizia. Per consapevolezza che la misura è colma. Perché la politica chiede sacrifici ma non è disposta a farne. Perché i politici continuano a comportarsi secondo i dettami della doppia morale. Perché metà della popolazione è convinta che è tutto inutile se i lazzaroni continuano a fare i lazzaroni del tutto indifferenti ai rischi che corrono, tant’è vero che continuano a raccontarsi le loro prodezze al telefono. E l’altra metà se ne frega e continua a votare gente che ruba, che truffa, che falsa bilanci, che corrompe, che evade. Oggi l’avviso di garanza garantisce soprattutto la visibilità e il successo alle elezioni. E così siamo arrivati al punto che se si votasse oggi, al ballottaggio finale arriverebbe un partito che si dice di sinistra ma è di destra ed un partito che si dice né di destra né di sinistra. E’ la definitiva morte della politica. Ma…Ma lo scenario che abbiamo davanti è singolare ed in fondo intrigante. Renzi, leader del primo partito, contro (facciamo un nome, il migliore) Luigi Di Maio, leader dei grillini. Renzi si presenta col suo 40 per cento e Di Maio col suo 20 per cento. Voi direte: bene, al ballottaggio, trionfo del partito democratico…Ma no, amici miei, solo un enorme successo degli astensionisti garantirebbe il successo di Renzi. Ma l’Italia non renziana è fortemente antirenziana. Ed in chiave antirenziana moltissimi italiani voterebbero Di Maio. E Di Maio diventerebbe il presidente del Consiglio. Vi rendete conto?

[csf ::: 09:54] [Commenti]
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