I nostri legislatori non ci aiutano certo. Quasi sempre si inventano leggi farraginose e complesse. E nomi assurdi. Pensate alle tasse. C’erano la Tares e la Tarsu? Adesso forse ci saranno la Trise, la Tari e la Tasi. O forse, al posto della Trise, la Tuc. Anzi no, il Tuc. Perché se le altre erano tasse, il Tuc è un tributo, maschile. Va bene, pazienza. Il problema non è il nome, è quanto bisogna pagare. Ci penseranno l’Agenzia delle Entrate e i comuni, a tempo debito, a ricordarci come si chiamano e quanto bisogna pagare. Ma una cosa è sorprendente. Ad Un Giorno da Pecora, la trasmissione che conduco su Radio2 insieme a Giorgio Lauro ospitiano ogni giorno un politico, cioè un signore che è stato eletto e che ha contribuito a scrivere e votare tutte le tasse comprese quelle recenti sui rifiuti e sui servizi indivisibili. Ogni giorno chiediamo loro: “Come si chiamano le nuove tasse?” Non ci crederete. Nessuno, dico nessuno, ma proprio nessuno ci sa rispondere. Di nessun partito. Trasi, tirse, trusi, tiri, tisi. Ne dicono di tutti i colori. E allora, lasciatemi fare per una volta il qualunquista. Li eleggiamo, li manteniamo, li arricchiamo. Ma cosa fanno tutto il giorno? Non dico leggere le leggi che fanno, sarebbe pretendere troppo. Ma almeno leggere i giornali! Chiediamo troppo? Magari in cambio di quei miseri 15 mila euro che regaliamo loro prendendoli dalle nostre tasche. La sera, invece di andare a farsi belli in televisione, potrebbero passare il tempo studiando. Chiediamo troppo?

[csf ::: 17:06] [Commenti]
Share
  

Cara ministro Cancellieri, premesso che la ritengo una persona per bene, efficiente, efficace, insomma un buon ministro, mi faccia però dire che l’incidente nel quale è incappata non si può risolvere con un semplice avviso al mondo che lei si sente innocente e che ha compiuto un’azione umanitaria. Il problema non è se lei è buona. Il problema non è nemmeno se è stata lei a favorire l’uscita dal carcere della signora Ligresti. Diciamo che sono in molti ad essere convinti che il suo intervento sia stato decisivo. Ma la verità non la sapremo mai e a me riesce anche difficile capire se un ministro debba essere un rigido esecutore di leggi anche spietate. Il problema è quella telefonata del 17 luglio. Quel giorno tre membri della famiglia Ligresti, accusati di brutti reati, vengono arrestati. E uno scappa. Che cosa fa il ministro della giustizia? Si ricordi: nessuno in questo momento sta soffrendo di salute, nessuno dimagrisce a vista d’occhio. C’è solo un arresto conseguente ad un’accusa. Il ministro telefona a casa Ligresti e si mette a disposizione. Dice:“qualsiasi cosa io possa fare conta su di me”? Qualsiasi cosa? E poi si meraviglia che qualcuno possa pensare che qualsiasi cosa lei l’abbia fatta? Ministro, lo ha detto lei: non ce l’ordina il medico di fare il ministro. Diciamo però che lei ha avuto sfortuna. Non fosse stata intercettata la sua telefonata, non sarebbe successo niente. Ma è stata intercettata. E non ce l’ordina il medico di fare il ministro. Un ministro sfortunato è meglio che ne prenda atto.  

[csf ::: 19:53] [Commenti]
Share
  
Cerca
Tutte le mosche
Archivio Cronologico
chemist online