La donna misteriosa moldava era in plancia nei momenti cruciali dell’affondamento della Concordia? E come mai non aveva una cabina come tutti gli altri passeggeri? Sarà mica stata un’amichetta del comandante? Sarà mica stato per fare colpo su di lei che il comandante ha fatto un “inchino” troppo azzardato? Ma perché le donne sono sempre dei misteri? E che dire della donna che si è presentata all’hotel Bahamas per occuparsi del famigerato comandante alle prese con una busta rossa contenente, forse, un computer che, forse, è scomparso e che, forse, era molto importante? Che fine ha fatto questa donna e qual era il suo reale compito? Tra la donna e la navigazione c’è sempre stato un rapporto difficile. Dice un’antica superstizione che invitare una donna a bordo di una nave porta sfortuna. La versione più forte dice che comunque una donna a bordo porta sfiga. E una versione ancora più spinta dice che mai una donna dovrebbe salire su una nave da guerra. La Concordia non era una nave da guerra, tranquilli. Ma l’altro giorno ho saputo che una nave cisterna che trasporta acqua per dissetare gli abitanti delle Eolie trasportava anche quella che veniva definita dalle autorità intervenute “un soggetto di natura femminile di nazionalità straniera”. Il soggetto è stato sbarcato, il comandante della nave cisterna denunciato. Una cosa è certa: non si trattava della moldava della Concordia. Ma sarebbe meglio dare retta alle antiche superstizioni sulla donna e la nave. Anche se è una nave cisterna.

[csf ::: 07:12] [Commenti]
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Della serie: quale problema inutile potremmo inventarci domani? Perché quello di oggi lo abbiamo già. Ce lo ha proposto, con delicatezza ed educazione e sensibilità e savoir faire Elsa Fornero. “Non mi piace quando dite “la Fornero”. Dite “Fornero” e basta, così come dite “Monti”. Aggiungere l’articolo femminile sembra sia da maschilisti. Io non so come sia nata l’abitudine di aggiungere il “la” davanti al cognome di una donna. E quindi non riesco a capire da cosa si possa arguire che l’articolo “la” sia usato in chiave antifemminista, o possa essere vissuto come tale. Per non parlare di tutto il resto. Per essere politicamente corretto debbo dire “la ministra Fornero” oppure “il ministro Elsa Fornero?”. Potrei dire anche “la signora ministro Fornero”? Continuo a pensare che siano problemi grammaticali più che di sostanza. Ce ne sono parecchi di problemi simili. Mi chiedo sempre, per esempio, se quando mi rivolgo ad una persona alla quale do del lei io debba anche uniformare tutti gli aggettivi che la riguardano. Esempio: “Caro ingegnere, lei come sta? Io la trovo bene”…e fin qui nessuno problema. Ma poi debbo dire “la trovo rilassato” oppure “la trovo rilassata” visto che “la” trovo bene?
Problemi del piffero? Sì, a mio giudizio, problemi del piffero. Avevo un amico vigile urbano, scapolo, che quando qualcuno lo interpellava dicendogli “Signora guardia”, rispondeva: “Prego, signorina”.

La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento Europeo.

[csf ::: 07:16] [Commenti]
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Gli italiani che volessero percorrere l’autostrada del Brennero da quest’anno dovranno pagare l’1,22 per cento di più. Non è una grande cifra. Da Campogalliano al confine si pagava 21,30 euro. Adesso se ne pagheranno 21,55. Se ne faranno una ragione e sborseranno quei 25 centesimi senza fiatare. Ma c’è una categoria di persone che se ne fregherà ancora di più. Sono i consiglieri regionali del Trentino Alto Adige i quali godono, dal novembre del 2008, del privilegio stabilito da una delibera regionale che stabilisce il diritto per loro di una tessera di libera circolazione a carico del bilancio della Regione. Giovanna Giugni, consigliere del comune di Trento (il quale comune è azionista della società che gestisce l’autostrada) ha rivolto un’interrogazione al suo sindaco e al momento non è dato sapere quale sarà la reazione del primo cittadino, Alessandro Andreatta, e se ce ne sarà mai una. Resta l’evidente esagerazione di Giovanna Giugni: i consiglieri regionali non hanno chiesto nemmeno la tessera di libera circolazione sugli impianti di risalita. Quella sì che sarebbe utile. E che dire di una bella tessera sconto nei supermercati della Famiglia cooperativa? E 10 mila punti omaggio nella tessera Millemiglia? E perché mai privarli di una tessera di libero ingresso al cinema? E il canone, il canone della Rai, siamo proprio sicuri che i consiglieri regionali del Trentino Alto Adige debbano pagarlo? Li abbiamo eletti noi. Vogliamo che vivano nell’indigenza?

[csf ::: 07:18] [Commenti]
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La trasmissione in assoluto più noiosa della televisione viene diffusa ogni anno a reti unificate. Come in un regime. Il presidente della Repubblica parla a reti unificate. Se accendi la tv non puoi che ascoltare il suo discorso di fine anno. Una cosa assurda, una imposizione senza senso che vorrebbe porre l’accento sull’importanza dell’evento e invece lo sminuisce facendolo diventare compito obbligatorio. I media hanno parlato di boom degli ascolti. Boom di ascolti? Su rai1, rai2, rai3, canale 5, la7, dieci milioni di persone sono state costrette a vedere Napolitano. Possiamo parlare di boom se il 16 per cento degli italiani hanno ascoltato il presidente? Uno ogni sei? Dicono: lo share è stato del 57 per cento. Ma che senso ha parlare di share quando tutte le emittenti o quasi trasmettevano la stessa cosa? Anzi: 57 per cento, direi pochino. Doveva essere il 100 per cento. Ma non solo boom di ascolti, anche successo di critica. Il discorso di Napolitano, diciamolo, era pieno di luoghi comuni, di affermazioni obbligatorie tipo “l’emergenza resta viva”, tipo“occorre equità”, tipo “dobbiamo farcela” ed anche appelli alla responsabilità dei sindacati, pensieri rivolti al futuro dei nostri figli e cose del genere. Ma tutti hanno parlato di “coro di consensi”. E’ stato facile a Roberto Calderoli che per conto della Lega aveva l’incarico di sparare a pallettoni contro Napolitano, dire che sembrava sentire parlare Cetto Laqualunque. Dio come sono sceso in basso: parlo bene di Calderoli.

[csf ::: 07:19] [Commenti]
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