Deve fare un passo indietro, lo dicono tutti, ma Lui di fare un passo indietro non ne vuole sapere. Glielo chiedono gli avversari politici, Bersani, Di Pietro, Fini. Ma ora cominciano a parlarne anche i suoi amici, anche i suoi dipendenti, i suoi alleati. Alemanno, Pisanu, Formigoni, Polverini, Tosi, Martino. Dicono che persino Confalonieri e Gianni Letta siano andati da Lui per parlarne. Solo che loro non parlano di passo indietro. Loro parlano di “exit strategy”. E’ più politico e più fine. Traduciamo: via di fuga. Sembra che l’idea sia venuta ai centristi guidati da Casini. Salvacondotto giudiziario in cambio di sparizione dalla scena politica. Traduciamo ancora: Lui se ne va, si dimette, si ritira a vita privata e gli altri rinunciano a mandarlo in galera. Interessante. Come succede spesso nelle dittature, quando il dittatore è in difficoltà e si intravedono processi a suo carico. Il dittatore se ne va e i democratici riunciano a processarlo. Ma noi non siamo una dittatura. Chi glielo dice ai giudici che Lui va assolto? Chi glielo dice che è stato raggiunto un accordo? Ma i giudici non appartengono ad un ordine indipendente? Il giorno che rinunciassero a perseguirlo solo per il fatto del “salvacondotto giudiziario” sarebbe il trionfo della sua teoria, quella del complotto delle toghe rosse.

[csf ::: 09:34] [Commenti]
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Tanto tempo fa chiesi ad un noto semiologo, Omar Calabrese, di analizzare per il giornale che allora dirigevo, Pm, l’impatto emotivo che poteva avere una disgrazia su ognuno di noi. Era appena caduto un jumbo e l’opinione pubblica ne era rimasta scossa. Omar scrisse un bellissimo articolo alla fine del quale realizzò una specie di equazione partendo da una domanda simile a questa: 500 eskimesi morti di epidemia a 5 mila km di distanza ci danno emozioni maggiori o minori di un bambino, figlio del nostro vicino di casa, che muore investito da un’auto? La risposta in questo caso è facile. Ma se i 500 eskimesi muoiono di infarto sotto casa nostra oggi e un vicino di casa è morto di vecchiaia in vacanza alle Maldive l’anno scorso? E’ chiaro che esistono delle variabili che, combinate in una certa maniera, fanno variare la nostra emozione la distanza, il tempo, la nazionalità, l’età, il numero, il modo.Se i morti delle Torri Gemelle fossero stati per uno strano gioco della sorte tutti italiani l’impatto su di noi sarebbe stato molto maggiore. E se, invece che dieci anni, fossero passati 100 anni, oggi saremmo qui a parlarne con molto maggior distacco. Ecco perché quelli che allora dissero con trasporto “siamo tutti americani”, forse oggi non ne sono puù tanto convinti. E pensano magari invece che “siamo tutti norvegesi”.

[csf ::: 09:30] [Commenti]
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Ma veramente stiamo da giorni a parlare del Giro della Padania? Eh no! Non si può correre il giro della Padania, perché la Padania non esiste. Perché la Padania è un’invenzione di Bossi. Perché è una operazione politica. Perché “è un miraggo secessionistico di una geografia immaginaria”. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, partito politico scomparso dalla geografia parlamentare, organizza un gruppo di manifestanti per tentare di fermare il passaggio della carovana. E se qualcuno si chiede come mai il gruppo di Rifondazione comunista è scomparso dalla geografia parlamentare, ecco qui pronta la risposta. Ma adesso dobbiamo parlare del Giro della Padania, manifestazione talmente importante che sarebbe passata nel disinteresse totale se nessuno l’avesse contestata. Ma la Padania non esiste e quindi non deve esistere nemmeno il Giro. Si vietino i sogni, i desideri, le speranze. Purché siano sogni, desideri e speranze degli altri. I palestinesi sono sicuramente contrari al Giro di Israele. E non stiamo a dire che cosa pensa Israele della nazionale di calcio palestinese. Dalle parti mie esiste un sentiero che si chiama “Sentiero dell’immaginario”. Ma l’immaginario non esiste. Vietato fare quella passeggiata. Oibò, scopro che qualche mese fa si è disputato il giro ciclistico del Granducato di Toscana. Ma il Granducato non esiste! Paolo Ferrero, facciamo figli e figliastri?

[csf ::: 09:35] [Commenti]
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Lunedi: Iva al 21 per cento e sovrattassa Irpef. L’Europa sarà contenta. Berlusconi un po’ meno. Martedì: niente aumento Iva, resta la sovrattassa e grande lotta all’evasione. Che ne pensa Tremonti? Mercoledì: niente lotta all’evasione . Si riformino le pensioni, si aboliscano le provincie. Bossi in fibrillazione. Giovedì: solo una scemo può pensare di abolire le provincie. Si aboliscano i piccoli comuni. Si ritorni all’Iva al 21 per cento. Guai a chi tocca le pensioni. Soppressione delle auto blu. Venerdì: Chi ha parlato di soppressioni dei piccoli comuni. Che sopprima sua sorella! Si torni al contributo di solidarietà, ma solo per i parlamentari. E poi lotta all’evasione fiscale oggi e sempre. Sabato: contrordine. Si abolisce l’abolizione dei piccoli comuni. Si dimezzano i deputati e si raddoppiano i senatori. Viene da chiedersi: è il dibattito fra destra e sinistra? No. E’ il fermo convincimento del governo, episodio del sereno dibattito fra Berlusconi, Tremonti e Bossi. Ogni giorno si smentisce la decisione del giorno prima. Ed io non dico niente? Le mie proposte: Iva al 21 per cento ma solo nelle provincie abolite. Pensioni abolite per tutti gli evasori fiscali. Contributo di solidarietà a carico dei senatori. Torneo di burraco obbligatori per tutti con tassa di iscrizione di 100 euro. Incasso totale 6 miliardi di euro. Non basta? Altro torneo di burraco la settimana dopo. Un torneo di burraco alla settimana. Coraggio, ce la faremo.

[csf ::: 09:03] [Commenti]
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