- 29 Novembre 2009
L’ha detto il Papa: Gesù Cristo era un migrante, un rifugiato. Ci giurerei, non aveva nemmeno il permesso di soggiorno. Era un clandestino. Avesse incontrato, il giorno di Natale, il sindaco di Coccaglio, il leghista Franco Claretti, sarebbe stato denunciato alla questura. Ma il sindaco di Coccaglio, finora, per sua fortuna, non ha incontrato Gesù Cristo che lo avrebbe preso a sculacciate. Però ha incontrato Roberto Maroni, ministro dell’Interno. Il quale gli ha mollato una pacca sulla spalla, gli ha stretto la mano e lo ha incoraggiato. “Non mollare”, gli ha detto, dimenticando che è un leghista, non un fascista. “White Christmas”. Così ha chiamato la sua bella pensata il sindaco leghista probabilmente depresso per dover fare il sindaco di Coccaglio. Capìta l’allusione? Bianco Natale, cioè Natale fra noi bianchi, fuori i neger, roba che perfino i boeri si vergognavano quando dicevano sciocchezze del genere. Natale, festa dell’accoglienza, trasformata in una festa dell’intolleranza. Il giorno che per milioni di bambini vuol dire bontà e generosità, diventato il trionfo del cinismo. E pur di far fare brutta figura al suo paesello il coccagliese Claretti, per ufficializzare l’intolleranza ha scelto parole inglesi. E l’orgoglio padano? “Non mollare”, ha detto Maroni.
- 28 Novembre 2009
Capita a tutti i partiti ma si sperava che non capitasse al partito di Di Pietro. Il litigio per la leadership. Le polemiche tra capoccioni. Ma il vostro compito non era quello di liberare l’Italia da Berlusconi? Su, concentratevi sull’obbiettivo e trascurate le piccole divisioni personali. I fans non vogliono vedere Di Pietro, il fondatore, che litiga con l’ultimo arrivato, Luigi De Magistris, che sta scalando le vette. E poi: il vostro faro non è il principio che nelle liste elettorali non dovrebbero esserci indagati o condannati? Bè, non sembra che per le sue liste l’Italia dei Valori applichi a se stessa lo stesso rigore che chiede agli altri. Bisogna dire che nella scelta dei candidati Di Pietro non è il massimo. Nel 2001 riuscì ad eleggere un senatore. Uno solo. Valerio Carrara. Il quale, cinque minuti dopo l’avvenuta elezione, saltò dall’altra parte della barricata ed ora milita, bello bello, nel partito di Berlusconi contro il quale aveva fatto la campagna elettorale. Nel 2006 Di Pietro fece il bis facendo eleggere Sergio De Gregorio, proveniente da Forza Italia, che in breve si esibì nel saltafosso votando due volte contro il governo Prodi contribuendo a farlo cadere. Adesso è in vista – dicono – un’altra prodezza. Incamerare un ex leghista, il mitico Alessandro Cè, l’uomo che tifava contro la nazionale italiana. L’Italia dei Valori è una casa accogliente. E di passaggio.
- 24 Novembre 2009
C’è una signora in galera. E questo non è bello. Pare che la signora ne abbia fatte di tutti i colori e i magistrati per paura che scappi, inquini le prove oppure commetta altri reati hanno scelto la strada della carcerazione preventiva, scelta terribile se poi dovesse risultare l’innocenza dell’imputata. Ma questa è la legge finché non viene cambiata. La signora è una signora della Pavia bene, addirittura ex assessore alla Provincia. Fin qui la storia triste. Poi interviene l’europarlamentare Mario Mauro il quale va a visitarla e appena fuori rilascia dichiarazioni infuocate. “Questa non è carcerazione, questa è tortura. Non saprei quali altri termini usare, considerato quello che ho visto oggi”. Che cosa ha visto l’europarlamentare Mario Mauro? Ha visto “una donna molto provata nel fisico e non sempre lucida”, una donna che gli ha detto “di sentirsi a pezzi e di avere le palpitazioni”. Mario Mauro ha anche denunciato il continuo dimagrimento della signora e il fatto che non riesce a dormire nonostante i sonniferi. Tortura. Poteva parlare di disagio, di difficoltà a sopportare il regime carcerario. No, tortura. Tutta la mia sincera comprensione alla signora costretta nel carcere di san Vittore e l’augurio che provi la sua innocenza e riacquisti la libertà. Ma anche solidarietà per i torturatori di san Vittore costretti a sopportare le visite dell’onorevole Mauro.
- 21 Novembre 2009
Con chi debbo prendermela questa settimana? Con Daniela Santanché? Con Minzolini? Con Giovanardi? Solo l’imbarazzo della scelta. Ma sarebbe troppo facile. E di fronte alle cose troppo facili bisogna tirarsi indietro. Bisogna invece avere il coraggio di affrontare i reali problemi della nazione. E uno dei reali problemi della nazione è il seguente: ma perché Fabrizio Cicchitto non ne azzecca mai una? Ricordo ai giovani chi è Cicchitto. O meglio chi era. Era uno dei leader della corrente lombardiana del Psi, un gruppo di persone per bene, motivate, impegnate. Ixdealisti. Niente a che vedere, tanto per capirci, con la successiva deriva craxiana. Poi incappò nella P2. Piangente davanti a Riccardo Lombardi disse che si era iscritto alla loggia di Licio Gelli per paura. Ma non disse mai per paura di chi. Dalla sinistra lombardiana saltò in Forza Italia fino a raggiungerne i vertici. Da lassù non ha mai perso occasione per sentenziare e fare la morale. Con cipiglio, certezza di sé, fermezza. Ed eccoci ad oggi. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio propone ai parlamentari di sottoporsi spontaneamente ad un test antidroga. Chi dice bene, chi dice male, chi ci va (pochi), chi ignora l’iniziativa. Lui, Cicchitto, dimentica che è una iniziativa di un suo compagno di partito e dice che è una conseguenza degli attacchi a Berlusconi. Dopo Berlusconi noi, dopo noi, voi, verso una sorta di orwelliana fattoria degli animali. E’ fatto così Cicchitto. Non si accontenta di fare quello che vuole. Vuole anche che gli diamo ragione.
- 4 Novembre 2009
Roman Abramovich, per i lettori di gossip italiani, è quel miliardario russo, proprietario del Chelsea, che viaggia a bordo del megayacht Pelorus, una barchetta da 130 milioni di dollari con annesso sottomarino. Valore: 200 miliardi delle vecchie lire, roba che ci vogliono gli stipendi annuali di mille operai per raggiungere la stessa cifra. I non lettori di gossip italiani forse non sanno nemmeno chi sia Abramovich a meno che non pensino che sia quello che tirava le punizioni per l’Inter. Io vi voglio aiutare. Abramovic è uno sfigatone che ogni tanto cerca di andare a mangiare nei ristoranti di lusso italiani e gli dicono sempre che è tutto pieno e lo mandano via. E’ un nuovo ricco, d’accordo, ma io credevo che il soldo nobilitasse. Evidentemente il rublo non nobilita. Lo hanno mandato via la scorsa estate dal Bistrot di Forte dei Marmi e questa estate dal Bridge di Panarea. Lui ogni volta incassa. Ma ogni volta, poi, ci ricasca. Non lo mandano tutti via, a dir la verità. Qualcuno lo accoglie ma poi gliela fa pagare. Il 30 ottobre, insieme a cinque amici, ha pranzato al “Nello’s” di New York (696 di Madison Avenue, se proprio ci tenete) e gli hanno dato una sòla solenne. Per il solo vino (Romané Conti, Chateau Petrus e Cristal) 30 mila euro. Per i rigatoni 30 euro. Per la Milanese 50 euro. Per tre tagliolini al tartufo 550 euro. La faccio breve. Totale: 40 mila euro. Lui era tutto contento perché se la tirava da gran signore. Ma poi si è tradito: tra un prosciutto e mozzarella da 30 euro e un piatto di calamari fritti da 20 euro ha ordinato un cappuccino. L’ha pagato poco, 7 euro. Ma al Bistrot e al Bridge hanno riso come pazzi.